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Fcas Dassault

Fcas, traballa l’asse franco-tedesco per la difesa?

Il ceo di Dassault è preoccupato per lo stato di avanzamento del programma Fcas soprattutto per i tentennamenti del Bundestag tedesco. Nel frattempo in Germania avviato un comitato etico sul progetto

 

Sul programma Fcas, più che la pandemia di Covid-19 a preoccupare l’industria francese è la controparte tedesca. Come ha riportato La Tribune, il ceo di Dassault Eric Trappier teme rallentamenti nello stato di avanzamento del programma franco-tedesco Fcas (Future Air Combat System) a cui ha aderito anche la Spagna. A destare le preoccupazioni del partner francese è la velocità di decisione del Bundestag sulle fasi di programma come dimostrato nell’ultimo anno.

IL PROGRAMMA FCAS

Al centro di questo sistema aereo del futuro c’è il caccia di sesta generazione che sostituirà l’attuale Rafale ed Eurofighter. Il ritardo tra la presentazione del modello in scala al Paris Air Show dello scorso giugno 2019 e l’assegnazione dei contratti di Fase 1A (che avvia la fase dimostrativa) è dipesa infatti dalla normativa tedesca secondo cui qualsiasi progetto relativo alla difesa dal costo superiore ai 25 milioni di euro è soggetto a un’approvazione separata da parte del Comitato del bilancio del Bundestag.

Complessivamente, il costo del programma dovrebbe superare i 100 miliardi di euro. L’anno scorso, il quotidiano tedesco Handelsblatt aveva riferito che il sistema avrebbe “divorato fino a 500 miliardi di euro” entro la metà del secolo.

AVVIATA LA FASE DEI DIMOSTRATORI

A metà febbraio il Bundestag ha approvato i fondi per il primo contratto di dimostrazione per il caccia di sesta generazione. Dopo mesi di turbolenze politico-industriali tra Germania e Francia, i membri del comitato del bilancio del Bundestag hanno concordato di sbloccare i fondi per 77 milioni di euro per avviare la fase 1A del programma Future Combat Air System.

Per un valore di 150 milioni di euro, finanziato equamente da Parigi e Berlino, il contratto sigilla il via allo sviluppo di un primo prototipo del dispositivo futuro, che dovrebbe volare dal 2026. Il dimostratore fornirà una prima indicazione delle caratteristiche finali del caccia, che dovrebbe succedere al Rafale e all’Eurofighter nel 2040.

LE AZIENDE COINVOLTE

I contratti aggiudicati da Francia e Germania sono stati estesi a Dassault Aviation, Airbus, MTU Aero Engines, Safran, Mbda e Thales.

COSA HA DETTO IL NUMERO UNO DI DASSAULT

“Non siamo preoccupati per il programma Fcas visto che la fase 1 sembra essere iniziata”, ha dichiarato il numero uno di Dassault, lo scorso 14 maggio in commissione per gli affari esteri e la difesa del Senato francese. “Abbiamo ancora spazio di manovra a lungo termine”. ha riferito. Tuttavia, ciò che “lo preoccupa è la sequenza di fasi e la velocità delle decisioni del Bundestag tedesco. Questo mi spaventa più del Covid-19”, ha spiegato ai senatori.

LE RIMOSTRANZE DEI PARLAMENTARI TEDESCHI

Da principio infatti i parlamentari tedeschi hanno posto delle condizioni, spinti dal timore che gli industriali francesi siano troppo dominanti nel progetto Fcas. In particolare, desiderano che un altro importante progetto militare franco-tedesco, il programma per il carro armato europeo del futuro Mgcs (Main Ground Combat System), in cui i tedeschi sono i leader, proceda allo stesso ritmo di quello aereo.

L’accordo politico franco-tedesco su Fcas e Mgcs prevede una divisione dei ruoli. Nel settore aerospaziale, la Francia ha assunto il ruolo di leader, con la supervisione di Dassault nella produzione del caccia di sesta generazione Ngf (Next generation fighter). Nel dominio terrestre, è la Germania a guidare il progetto, gestito dalla joint venture Knds, composta dalla società francese Nexter e dalla società tedesca KMW.

Tuttavia, parlamentari tedeschi hanno chiesto garanzie che gli interessi delle aziende tedesche nei settori tecnologici siano meglio considerati nello sviluppo del progetto.

AUSPICABILE UNA LEGGE DI PROGRAMMAZIONE FRANCO-TEDESCA

Per rispettare la scadenza per lo sviluppo dei dimostratori nel 2026, l’ordine deve arrivare non oltre l’inizio del 2021 secondo Trappier. “Non dobbiamo ritardare troppo a lungo e la mia paura è di non avere l’ordine ad hoc, che deve arrivare prima dell’inizio 2021”. Pertanto il ceo di Dassault ha auspicato “una legge di programmazione franco-tedesca per poter sviluppare il programma senza spendere tutto il tempo attraverso il Bundestag ogni dieci milioni di euro da approvare”.

LA COMMISSIONE DI ESPERTI IN GERMANIA SUL FCAS

Se Parigi preme sull’acceleratore, Berlino sembra prendersi tutto il tempo anche per affrontare le questioni etiche legate all’imponente programma di difesa. Per la prima volta in Germania infatti c’è una discussione pubblica su come i principi etici e giuridici fondamentali dovrebbero essere ancorate al progetto Fcas.

Airbus ha riunito un gruppo di esperti per esplorare le dimensioni etiche delle nuove tecnologie da sviluppare per il Future Combat Air System che sta sviluppando insieme alla francese Dassault e la spagnola Indra.

Lanciata pubblicamente il 14 maggio da Airbus in collaborazione con l’Istituto Fraunhofer, la commissione di esperti dell’industria, politica, militare, scientifica, religiosa e in materia si è incontrata per la prima volta a settembre 2019 e rimarrà in vigore per tutta la durata del programma.

Un Future Combat Air System utilizzerà tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI), l’analisi dei big data, i componenti crittografici o l’interazione uomo-macchina. Se da una parte apre nuove opportunità per la politica di sicurezza e le forze armate, pone anche sfide di natura etica e legale.

L’obiettivo della Commissione di esperti, che si prevede di incontrare nell’ottobre di quest’anno, è garantire che il sistema europeo di difesa aerea soddisfi i requisiti di missione del 21° secolo, garantendo allo stesso tempo che il sistema sia sotto il pieno controllo di un responsabile operatore umano in ogni momento e in qualsiasi circostanza, come si legge  sul sito Web del Forum Fcas.

LE DIVERGENZE FRANCO-TEDESCHE SUI SISTEMA D’ARMA AUTONOMI

“Per la prima volta nella storia abbiamo un programma di difesa che sarà in piedi con una dimensione etica al centro”, ha dichiarato al quotidiano tedesco Welt il fisico e membro del panel, professor Wolfgang Koch.

Tuttavia, sempre a Welt, l’esperto di armamenti e membro del think tank britannico ECFR, Ulrike Franke, ha attirato l’attenzione su un altro aspetto del gruppo di discussione. Finora, Germania, Francia e Spagna sono state coinvolte nel progetto europeo ma ci sono differenze nella percezione del progetto tra gli stati. Secondo Franke la Francia sarebbe più aperta ai sistemi d’arma autonomi e all’intelligenza artificiale mentre la Germania è più cauta. Di sicuro anche questo rappresenta una grande sfida nel progetto Fcas.

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