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Leonardo, che cosa succede nell’ex Finmeccanica a Cameri, Grottaglie e Torino

Ecco tutte le ultime novità tecnologiche, industriali e sindacali nel gruppo Leonardo fra Cameri, Grottaglie e Torino

 

Scattato il 18 settembre, nello stabilimento aeronautico Leonardo di Grottaglie (Taranto), il secondo venerdì di stop alla produzione per settembre. Se per lo stabilimento dell’ex Finmeccanica a Cameri (provincia di Novara) si registra un positivo con il recente accordo industriale realizzato con gli americani per la produzione degli F-35, per il sito pugliese prosegue una riduzione dei volumi di lavoro “senza precedenti”. Mentre a Torino Leonardo accelera sulle tecnologie per il volo autonomo di droni e velivoli senza pilota e lo fa anche grazie ad una challenge organizzata con i team di sei Università italiane.

Ecco tutte le ultime novità tecnologiche, industriali e sindacali sul gruppo ex Finmeccanica.

IL CONTRATTO DEL PENTAGONO

La scorsa settimana, il dipartimento Difesa Usa ha assegnato a Lockheed Martin un contratto da 9 milioni di dollari di cui l’85% investiti nello stabilimento Leonardo di Cameri che potenzierà le attività di supporto dell’F-35, in particolare le attività di riparazione, revisione e aggiornamento regionale dei velivoli destinati la governo italiano.

Il finanziamento, come ha scritto La Stampa, “dovrebbe preludere anche a un potenziamento occupazionale del sito di Cameri, gestito da Leonardo e utilizzato per assemblare F-35 per Italia e Paesi Bassi. A Cameri si è creata una filiera industriale per la realizzazione del programma F-35, che nel 2019 ha prodotto 63 milioni di euro di export per le aziende italiane, in crescita rispetto ai 20 del 2018”.

IL RUOLO DELLA FACO DI CAMERI

La struttura gestita da Leonardo a Cameri è l’unico sito di assemblaggio e checkout finale per gli F-35 in Europa.

Come ha sottolineato Aurelio Giansiracusa su AresDifesa, “lo stabilimento di Cameri è in grado di eseguire lavorazioni a livello industriale tecnologicamente avanzate, rappresentando il principale polo ingegneristico-manutentivo e logistico dell’Aeronautica Militare per velivoli di elevate prestazioni (fast jet)”.

COSA PENSA LA FISMIC CONFSAL DI CAMERI

“Le previsioni sono di crescita delle attività industriali e dell’occupazione. Oggi lo stabilimento di Cameri occupa circa mille lavoratori, diventando per il gruppo Leonardo un punto di eccellenza industriale e di certezza di carichi di lavoro per i prossimi decenni” ha commentato Giovanni Contento segretario nazionale Fismic Confsal.

Giudizio positivo dunque sul rinnovato investimento degli Stati Uniti sullo stabilimento di Cameri da parte della Fismic Confsal, neo sindacato di maggioranza nello stabilimento del novarese gestito dal gruppo Leonardo (ex Finmeccanica), dove vengono tra l’altro assemblati gli F-35.

IL SINDACATO DI MAGGIORANZA A CAMERI

Lo scorso 17 luglio si sono tenute infatti le elezioni delle Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) nello stabilimento di Cameri, inaugurato nel 2013. Come ha scritto Michelangelo Colombo su Start, “l’esito ha portato a novità rilevanti tra i sindacati. La Fismic Confsal, presentatasi alle elezioni per la prima volta, ha superato la concorrenza degli altri sindacati con l’elezione di 6 Rsu e 2 Rls (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza). Dopo la Fismic sono arrivate la Fim-Cisl con 3 Rsu e 1 Rls, la Uilm 2 Rsu e la Fiom-Cgil 1 Rsu”.

Le prime elezioni nello stabilimento gestito da Leonardo si svolsero nel 2017. I dipendenti erano meno di 300 e avevano eletti 3 delegati in rappresentanza della Fim-Cisl (2) e della Uilm (1).

LA SITUAZIONE DI GROTTAGLIE

“Mentre oggi parliamo in positivo di un eccellente accordo industriale realizzato con gli americani per la produzione degli F-35, registriamo una grave negatività che negli ultimi due anni si è consolidata nel peggioramento dei rapporti tra il gruppo dirigente di Leonardo e la Boeing americana nella gestione del programma 787, con ricadute negative sui carichi di lavoro negli stabilimenti di Grottaglie, Foggia, Pomigliano e Nola” ha denunciato Contento.

Lo stabilimento in provincia di Taranto impiega oltre mille addetti, per la costruzione delle due sezioni della fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787.

GROTTAGLIE PENALIZZATA DA BOEING

Come dicevamo, a Grottaglie, Leonardo ha ridotto la produzione mensile già da agosto, attraverso un piano di chiusura collettiva e ferie, e proseguirà così anche nei prossimi mesi poiché la crisi Covid ha avuto pesanti riflessi sia sul mercato aeronautico mondiale che sulla compagnia americana Boeing, che è il costruttore dell’aereo 787.

Su Grottaglie pesa dunque l’effetto Boeing, alle prese con la crisi del trasporto aereo anche a causa del Coronavirus. L’azienda americana, infatti, ha annunciato una riduzione dal 2021 della produzione di grandi aerei di linea, ovvero 787 e 737.

Secondo quanto dichiarato da Maurizio Rosini, direttore Operations Aerostrutture di Leonardo, l’impatto Covid “ce lo trascineremo per il 2020, 2021 e parte del 2022”. Leonardo prevede “un riavvio nel quarto trimestre 2022 per tornare nel 2023 alla pre crisi”.

IL PIANO 2021 ANCORA NON DEFINITO PER IL SITO DI GROTTAGLIE

Attualmente il sito di Grottaglie, dove lavorano 1.300 dipendenti diretti – con un’età media molto giovane – sta tenendo un passo di produzione di dieci coppie di fusoliera (la centrale e la posteriore centrale) al mese. Nel 2019 sono state anche prodotte 14 coppie. Per il 2021, il piano – riferiscono fonti sindacali – non è ancora definito. Dovrebbe restare la produzione di dieci coppie mensili per quasi metà anno per poi scendere a 6 al mese.

COSA SUCCEDERÀ A OTTOBRE

“Per ottobre non è stato ancora ufficializzato nulla” ha dichiarato la scorsa settimana all’Agi Davide Sperti della Uilm. C’era un’indicazione di fermata simile insieme ad un’altra chiusura collettiva prima di fine anno. Attendiamo gli sviluppi, ma attendiamo soprattutto di sapere quali sarebbero le nuove linee di produzione cui Leonardo starebbe pensando per sostenere l’attività del sito che, lavorando solo su due sezioni della fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787, è di fatto monocommessa”.

LA VISITA DEL VICEMINISTRO BUFFAGNI

Il calo della produzione previsto dall’azienda anche per il 2021, sta preoccupando lavoratori e sindacati. Ma “Il governo c’è, l’azienda è consapevole dell’attenzione che abbiamo su questo territorio, che è un territorio di eccellenza”, ha dichiarato nei giorni scorsi il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni (M5S), in occasione della sua due giorni in Puglia la scorsa settimana, dove ha visitato anche lo stabilimento Leonardo di Grottaglie.

“In questo sito ci sono più di 1500 lavoratori, 1500 famiglie, 1500 persone che fanno un lavoro straordinario per il nostro Paese che va difeso. Nella legge di Bilancio è necessario aiutarli”.

IL RUOLO DI CDP VENTURE CAPITAL

Come ha sottolineato Michelangelo Colombo su Start “il riferimento indiretto delle parole dell’esponente pentastellato nel governo Conte è al ruolo potenziale anche in questo caso di Cdp Venture Capital è una Sgr (70% di CDP Equity e 30% di Invitalia) che ha circa 1 miliardo di euro di risorse in gestione. La Sgr ha l’obiettivo di rendere il Venture Capital un asse portante dello sviluppo economico e dell’innovazione del Paese, con attenzione anche al Mezzogiorno, creando i presupposti per una crescita complessiva e sostenibile dell’ecosistema Venture Capital. Opera con una serie di fondi che ambiscono a supportare le startup in tutte le loro fase di vita, realizzando investimenti sia diretti che indiretti”.

LA POSIZIONE DELLA RSU DI GROTTAGLIE

Nonostante le rassicurazioni del viceministro Buffagni dopo l’incontro con la dirigenza Leonardo, resta l’agitazione tra gli addetti ai lavori nello stabilimento di Grottaglie.

Come ha riportato il Corriere di Taranto il 15 settembre, le Rsu di Fim, Fiom e Uilm ritengono “improrogabile che l’azienda, a tutti livelli, ufficializzi alla Rsu il piano produttivo ed organizzativo previsto per il 2021 e la conseguente gestione. Data la confusa pianificazione del periodo di calo produttivo Agosto/Settembre, è necessario discutere la gestione e copertura degli scarichi di lavoro programmati fino a fine anno”.

La Rsu ritiene “fondamentale che lo scarico di lavoro venga ripartito equamente tra i lavoratori. Puntando ad assicurare a tutti le stesse giornate di presenza e di lavoro nel sito, concordandone le modalità affinché non risultino unilaterali da parte dell’azienda”.

COSA FA LEONARDO A TORINO

Intanto la partita industriale di Leonardo sul fronte dei velivoli senza pilota e in particolare del volo autonomo si gioca in maniera trasversale, dalla divisione velivoli fino a quella elettronica, toccando in primis Torino. Si comincia con sensori e intelligenza artificiale a bordo dei droni per poi scalare sui velivoli di medie dimensioni, ha scritto nel fine settimana il Sole 24 Ore: “Il gruppo guidato da Alessandro Profumo ha creato due anni fa una Unità guidata da Laurent Sissmann che ha il compito di accelerare lo sviluppo di tecnologie per i sistemi di volo autonomo”.

Oggi Leonardo ha in portafoglio una famiglia di droni accanto alle piattaforme Awhero, Crex-B e la famiglia dei Falco, velivoli a pilotaggio remoto impiegati in missioni Isr, Intelligence, surveillance and reconnaissance. “La partita industriale di Leonardo sul fronte dei velivoli senza pilota e in particolare del volo autonomo si gioca in maniera trasversale, dalla divisione velivoli fino a quella elettronica – ha scritto il Sole 24 Ore – Con un occhio, però, ad un modello di Open Innovation che ha spinto il Gruppo ad aprirsi al mondo universitario – le Università coinvolte sono i Politecnici di Torino e Milano, Napoli, Tor Vergata, Sant’Anna di Pisa e Bologna – costruendo una rete di talenti in gara con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di tecnologie di Ai applicate ai sistemi unmanned”.

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