Intel è stata una vera e propria pioniera dei semiconduttori, e ancora nel 2023 risultava la prima azienda al mondo del settore per entrate. Intel, però, è rimasta indietro nello sviluppo dei microchip per l’intelligenza artificiale – componenti dalle alte prestazioni, alti prezzi di vendita e alta richiesta – rispetto alle concorrenti come NVIDIA, innanzitutto, ma anche come AMD. Dall’inizio dell’anno le azioni di Intel hanno perso il 40 per cento, mentre il titolo di NVIDIA ha guadagnato tantissimo: talmente tanto che il 23 maggio scorso la valutazione della società è cresciuta di circa 140 miliardi di dollari, cioè più dell’intera capitalizzazione di mercato di Intel.
IL CONTRATTACCO TECNOLOGICO DI INTEL
Intel è passata al contrattacco. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato Pat Gelsinger (nella foto) ha presentato i nuovi prodotti pensati per l’intelligenza artificiale, come i processori Xeon 6, destinati ai centri dati e dotati di unità di elaborazione (core, in gergo) più efficienti che permettono di risparmiare spazio rispetto ai componenti della precedente generazione tecnologica. Gelsinger ha anche criticato le dichiarazioni del capo di NVIDIA, Jensen Huang, secondo cui i processori tradizionali – come quelli di Intel, appunto – non sono adatti alla rivoluzione dell’intelligenza artificiale.
Oltre agli Xeon 6, Gelsinger ha rivelato i Gaudi 3, dei microprocessori – il termine tecnico è “acceleratori” – per l’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale artificiale. Un kit contenente otto Gaudi 3 viene venduto a 125.000 dollari, più basso rispetto alla concorrenza: si stima che un sistema composto da otto H100 di NVIDIA abbia un prezzo di oltre 300.000 dollari.
Oltre alla maggiore convenienza di prezzo, a detta di Intel i suoi Gaudi 3 sono il 40 per cento più veloci dei processori H100 di NVIDIA nel training dei modelli di intelligenza artificiale e due volte più veloci nella fase di inferenza. Queste caratteristiche, tuttavia, potrebbero non bastare a Intel per sorpassare NVIDIA perché la forza di NVIDIA non sta tanto nelle performance dei singoli componenti, bensì nell’offerta di un ecosistema integrato che ottimizza l’interazione tra i vari “pezzi” di hardware.
COSA DICONO LE PREVISIONI
Pur restando un peso massimo del settore, negli ultimi due anni le entrate di Intel si sono ridotte a causa dell’intensificarsi della concorrenza. La società, inoltre, sta spendendo molto per recuperare capacità manifatturiera, non solo di progettazione.
Secondo gli analisti, nel 2024 le entrate di Intel saranno inferiori a quelle del 2021 per 20 miliardi di dollari; allo stesso tempo, le vendite di NVIDIA raddoppieranno e AMD crescerà a un tasso del 10 per cento, grazie al migliore posizionamento nel settore dei chip per l’intelligenza artificiale. Nel 2023 la quota di mercato di Intel nel segmento centri dati era calata di oltre cinque punti percentuali, attestandosi al 76,4 per cento, mentre quella di AMD era salita al 23,6 per cento.