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Nvidia

Ma che cos’hanno di speciale i microchip di Nvidia?

Anche se per poco, Nvidia ha raggiunto la soglia dei mille miliardi di valore di mercato. La domanda per i suoi microchip è fortissima, ma cos'hanno di diverso dagli altri?

Giovedì 30 maggio NVIDIA è diventata l’unica azienda di semiconduttori a raggiungere, anche se solo per poco tempo, un valore di mercato di mille miliardi di dollari, garantendosi l’accesso a quel ristretto gruppo di cui fanno parte le maggiori compagnie tecnologiche mondiali: Alphabet, Amazon, Apple e Microsoft. Dallo scorso ottobre a oggi, grazie al fortissimo interesse per l’intelligenza artificiale (merito soprattutto di ChatGPT), le azioni di NVIDIA sono cresciute del 200 per cento, attestandosi intorno ai 400 dollari, e potrebbero continuare a salire.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE HA BISOGNO DEI CHIP DI NVIDIA

I sistemi di intelligenza artificiale generativa – quelli capaci di scrivere testi con una prosa molto simile a quella umana – hanno infatti bisogno dei microchip di NVIDIA per garantirsi la potenza di calcolo necessaria a svolgere le loro funzioni: ChatGPT, per esempio, utilizza migliaia di chip A100 realizzati da NVIDIA. Le Big Tech come Google e Microsoft vogliono integrare l’intelligenza artificiale generativa nei loro prodotti e servizi, e non potranno farlo senza i dispositivi della società californiana.

TUTTO È NATO DAI VIDEOGIOCHI

Come spiega Quartz, i microprocessori di NVIDIA sono così richiesti non soltanto per le loro specifiche tecniche, ma anche per l’azienda si è trovata “nel posto giusto al momento giusto”.

Fondata nel 1993 da Jensen Huang, un ingegnere taiwanese-americano, NVIDIA si è concentrata inizialmente sulla computer grafica per l’industria dei videogiochi. Il modo più efficiente per garantire una grafica ad alta risoluzione nei PC da gaming è utilizzare un sistema “parallelo” per lo svolgimento dei calcoli: significa che più processori vanno ad eseguire in simultanea piccoli calcoli derivati da un “problema” più grande e complesso.

Questa struttura si applica bene al machine learning, quella branca dell’intelligenza artificiale che consiste nel fornire grandi quantità di dati agli algoritmi e “insegnare” loro a elaborarli per imparare qualcosa. Il machine learning richiede infatti un sistema capace di svolgere tanti calcoli velocemente e in simultanea. Quel sistema NVIDIA ce l’aveva già, e ha iniziato ad affinarlo specificamente per l’intelligenza artificiale.

L’azienda gode di un vantaggio ulteriore sulla concorrenza perché offre non soltanto microchip, ma anche software che consentono alle varie applicazioni finali di sfruttare al meglio le capacità di calcolo dei microprocessori.

L’IA HA SALVATO I CONTI DI NVIDIA

Solo l’anno scorso, la situazione di NVIDIA non sembrava così rosea: aveva riportato un calo del 17 per cento delle sue entrate a causa dell’indebolimento della domanda dei suoi chip per i videogiochi e per le criptovalute, due industrie “esplose” durante le fasi iniziali della pandemia e poi raffreddatesi parecchio. L’estrazione di criptovalute, o mining, è un’attività che richiede un’elevata potenza di calcolo; NVIDIA ha sviluppato dei microchip per rendere il processo più veloce ed efficiente.

LA CONCORRENZA STA CRESCENDO

NVIDIA non è l’unica società a stare beneficiando del boom dell’intelligenza artificiale: anche le azioni delle sue principali rivali, Intel e AMD, stanno crescendo.

Ci si chiede allora quanto durerà questo momento per NVIDIA, considerato che la concorrenza sta lavorando allo sviluppo di microchip più veloci e che le stesse compagnie tecnologiche, come Google e Amazon, si sono messe a progettare internamente dei chip per l’intelligenza artificiale. È possibile che la maggiore competizione possa ridurre il vantaggio competitivo di NVIDIA e intaccarne la sua dominanza sul mercato.

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