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IA, Google andrà in soccorso di Apple?

Google potrebbe integrare il suo motore di intelligenza artificiale Gemini nell'iPhone di Apple. Possibilità che gioverebbe a entrambe, escludendo (ancora una volta) competitor come Microsoft, ma anche segno che forse l'azienda di Cupertino non è così avanti nell'IA. Tutti i dettagli

 

Apple e l’intelligenza artificiale (IA), un binomio di cui stranamente non si è sentito parlare spesso nonostante si tratti di uno dei maggiori colossi tech e della tecnologia del momento. Tuttavia, secondo quanto riportato da Bloomberg, ci sarebbero importanti trattative all’orizzonte tra il produttore di iPhone e Google. I due starebbero infatti gettando le basi per un accordo che consentirebbe ad Apple di avere in licenza Gemini, il set di modelli di IA generativa di Google, il che porterebbe uno sconvolgimento nel settore.

Che sia questo l'”annuncio significativo” per il 2024 relativo all’intelligenza artificiale che Apple prometteva la scorsa estate?

LA TRATTATIVA TRA APPLE E GOOGLE

Stando a Bloomberg, Apple è in trattativa con Google per integrare il motore di intelligenza artificiale Gemini nell’iPhone, che andrebbe ad alimentare alcune nuove funzioni in arrivo quest’anno nel software dello smartphone.

La partnership tra le due società non sarebbe una prima dopo le rivelazioni sull’accordo secondo cui Google ha pagato per anni miliardi di dollari ad Apple affinché il suo motore di ricerca fosse l’opzione predefinita nel browser web Safari dell’iPhone e di altri dispositivi, escludendo così competitor come Microsoft.

A quanto si apprende, per ora, le due parti non hanno deciso i termini o il marchio di un accordo sull’IA, né hanno finalizzato le modalità di attuazione ma appare improbabile che se ne sappia di più prima di giugno in occasione dell’annuale Worldwide Developers Conference.

Il gigante di Cupertino, inoltre, ha recentemente discusso e preso in considerazione anche la possibilità di utilizzare il modello di OpenAI.

A PASSO LENTO

Come scriveva a luglio Start, Apple a differenza di altri giganti tech nell’ultimo anno non ha fatto grandi annunci sui suoi progetti in merito all’IA. La scorsa estate Bloomberg riportava che stava testando “Apple GPT”, aveva costruito modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) e un chatbot interno, ma sembrava non avere ancora elaborato una strategia chiara per rilasciare la tecnologia ai consumatori.

Il suo amministratore delegato Tim Cook aveva giustificato il ritardo rispetto agli altri sottolineando l’intenzione di voler fare le cose bene poiché ci sono ancora “una serie di problemi che devono essere risolti”, tra cui i rischi correlati alla privacy, ai pregiudizi e alla disinformazione, che rendono indispensabile una regolamentazione. Ai tempi, l’ad aveva inoltre dichiarato di usare ChatGPT e che l’azienda lo stava “esaminando attentamente”.

Bloomberg poi accennava anche a divergenze interne secondo cui il responsabile dell’apprendimento automatico (machine learning) e dell’IA, John Giannandrea (già capo della ricerca e dell’IA di Google), vorrebbe adottare un approccio più conservativo e vedere come evolvono i progetti degli altri; mentre il più alto dirigente per l’ingegneria del software, Craig Federighi, non condividerebbe tale visione.

CAMBIO DI STRATEGIA

In ottobre, tuttavia, Apple sembrava intenzionata a voler recuperare il terreno perso con un investimento da un miliardo di dollari all’anno nello studio e sviluppo di algoritmi di IA generativa. Una cifra, osservava Start, che però continuava a essere un po’ misera rispetto ai 4 miliardi investiti da Amazon o agli 11 di Microsoft in OpenAI, lasciando quindi comunque dubbi su cosa pensi e come si stia muovendo l’azienda fondata da Steve Jobs.

Nel 2023, tuttavia, Apple è stata anche l’azienda che ha acquisito il maggior numero di startup di intelligenza artificiale: ben 32, per l’esattezza, superando Alphabet, Meta e Microsoft, che si sono fermate rispettivamente a 21, 18 e 17.

IN CERCA DI AIUTO?

Per Bloomberg comunque l’annuncio delle trattative con Google “potrebbe anche essere un segno che Apple non è così avanti con i suoi sforzi per l’intelligenza artificiale come alcuni avrebbero sperato, e minaccia di attirare ulteriori controlli antitrust su entrambe le aziende”.

Come spiega il quotidiano economico, dato che le nuove funzionalità di iOS 18, la prossima versione del sistema operativo dell’iPhone, si concentreranno su funzioni che operano sui suoi dispositivi piuttosto che su quelle fornite tramite cloud, Apple “sta cercando un partner che si occupi del lavoro pesante dell’intelligenza artificiale generativa, comprese le funzioni per la creazione di immagini e la scrittura di saggi sulla base di semplici suggerimenti”.

Secondo fonti riportate dall’articolo, infatti, la tecnologia di Apple “rimane inferiore” agli strumenti di Google e di altri rivali, facendo apparire una partnership l’opzione migliore.

I VANTAGGI PER GOOGLE

Ma l’accordo potrebbe essere una svolta non solo per Apple, che potrebbe comunque ancora decidere di affidarsi a un altro fornitore o di rivolgersi a più partner. Anche Google ne trarrebbe ovviamente vantaggio poiché Apple ha più di 2 miliardi di dispositivi in uso attivo che si tradurrebbero in miliardi di potenziali utenti e si tratterebbe della partnership di più alto profilo per Gemini fino ad oggi.

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