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Perché Huawei sta mollando gli smartphone per produrre microchip IA

Per rispondere alla domanda di microchip per l'intelligenza artificiale, Huawei sta penalizzando la produzione del suo ultimo modello di smartphone, il Mate 60. Tutti i dettagli.

La società cinese Huawei, una delle principali aziende produttrici di smartphone al mondo, ha dovuto rallentare la produzione dei telefoni Mate 60, il modello più recente, per dare priorità allo sviluppo di microchip per l’intelligenza artificiale. La scelta – stando alle rivelazioni di Reuters – è dovuta sia alla crescente domanda per questi componenti, sia ad alcuni problemi di organizzazione manifatturiera.

COSA STA FACENDO HUAWEI

Tre fonti hanno infatti spiegato all’agenzia che Huawei utilizza una sola struttura per produrre sia i suoi chip Ascend per l’intelligenza artificiale, sia i chip Kirin per il 5G (fattisi notare l’anno scorso perché dotati di una tecnologia che, in teoria, l’azienda non dovrebbe possedere). I livelli produttivi di questa struttura sono però intaccati da un basso tasso di rendimento, che Reuters definisce un “indicatore della qualità della produzione”.

Huawei, insomma, si vede costretta a concentrarsi sui chip per l’intelligenza artificiale (gli Ascend) e a mettere in secondo piano le vendite di smartphone (che necessitano dei Kirin). Vendite che, peraltro, stanno migliorando: nelle prime due settimane di gennaio 2024, per la prima volta dopo tre anni, infatti, la società è al primo posto nella classifica dei venditori di telefoni in Cina.

Questa focalizzazione sui chip per l’intelligenza artificiale si lega alle crescenti restrizioni statunitensi e occidentali alla vendita di microchip e macchinari avanzati in Cina. Huawei, nello specifico, è stata posta sotto sanzioni già dal 2019 e non può dunque accedere, per ragioni di sicurezza nazionale, alle strumentazioni di chip-making più sofisticate, che sono indispensabili per il progresso tecnologico e per l’implementazione dell’intelligenza artificiale.

IL PIANO DELLA CINA PER RECUPERARE LO SVANTAGGIO SUI CHIP AVANZATI

La Cina non possiede un’industria di microchip all’avanguardia ed è dunque dipendente dagli acquisti dall’estero, anche se sta lavorando per ridurre il divario tecnologico. Per quanto riguarda i semiconduttori per l’intelligenza artificiale, ad esempio, il mercato cinese era controllato al 90 per cento da una società statunitense, NVIDIA, i cui prodotti però sono stati sottoposti a controlli all’export ancora più stringenti dallo scorso ottobre.

Il governo cinese ha lanciato allora un piano di stimolo alla produzione nazionale di semiconduttori avanzati che prevede anche l’apertura di nuovi centri dati, in modo da garantire una domanda sufficiente, sia pubblica che privata, a Huawei e in particolare ai suoi chip Ascend. L’Ascend 910B, infatti, è considerato il miglior chip disponibile in Cina, se si escludono quelli prodotti da NVIDIA.

SMARTPHONE E VEICOLI PENALIZZATI

Avendo dato priorità ai chip Ascend, Huawei ha dovuto ridurre la produzione dei Kirin, e di conseguenza la produzione degli smartphone Mate 60: sono praticamente introvabili, e infatti i consumatori si lamentano per i tempi d’attesa lunghi mesi. Oltre ai telefoni, a risentire della focalizzazione dell’azienda sugli Ascend 910B sono anche le case automobilistiche, che dipendono da un’unità di calcolo realizzata da Huawei (la MDC 810) per l’alimentazione dei sistemi di assistenza alla guida.

In tutto questo, Huawei sta anche cercando di rendersi più efficiente, aumentando il numero di chip ricavabili da ciascun wafer (le “fette” di materiale semiconduttore, semplificando).

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