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Le mosse disperate della Cina per avere i chip Nvidia

Per sviluppare i sistemi Ia aggirando le restrizioni americane, in Cina le aziende fanno smontare le schede per il gaming di Nvidia per riutilizzare i microchip. Una "mossa disperata", secondo gli esperti. Tutti i dettagli.

Nell’impossibilità, per via delle restrizioni statunitensi, di accedere ai microchip più avanzati e performanti, le aziende cinesi hanno cominciato a smantellare i dispositivi elettronici pensati per i videogiocatori per accedere ai componenti contenuti al loro interno e sfruttarli nello sviluppo di sistemi per l’intelligenza artificiale.

PERCHÉ IN CINA SI SMONTANO LE SCHEDE DI NVIDIA PER I VIDEOGIOCHI

Come rivelato da un’inchiesta del Financial Times, ogni mese nelle fabbriche cinesi vengono smontate migliaia di schede grafiche per il gaming di NVIDIA, l’azienda statunitense dominante in questo mercato ma specializzata anche nei semiconduttori per l’intelligenza artificiale; i componenti critici vengono rimossi e installati su nuovi circuiti.

Si tratta di microchip progettati per essere inseriti nelle schede madre dei computer e migliorare la resa grafica dei videogiochi, ma si stanno comunque rivelando utili alla Cina per compensare la carenza di processori avanzati necessari per l’intelligenza artificiale. Tuttavia, pur essendo dispositivi dotati di una certa potenza di calcolo, non sono performanti quanto quelli sviluppati appositamente per svolgere quelle attività ad elevata precisione che sono necessaria per l'”addestramento” dei grandi modelli di linguaggio basati sull’intelligenza artificiale, che gestiscono enormi quantità di dati. Come spiega il Financial Times, per le aziende cinesi è difficile superare le limitazioni alla velocità di interconnessione tra questi chip semplicemente raggruppandone in maggiori quantità nei cluster di calcolo.

“UNA MOSSA DISPERATA”

Si tratta – come ha detto l’analista di 86Research Charlie Chai – di “una mossa disperata da parte delle società cinesi sottoposte ai controlli all’esportazione” introdotti dagli Stati Uniti dall’ottobre scorso, che impediscono loro di accedere ai componenti avanzati sviluppati o realizzati con tecnologie americane. “Proprio come utilizzare un coltello da cucina per creare un’opera d’arte”, prosegue Chai, “si può fare, ma il risultato non è ottimale”.

L’amministrazione di Joe Biden ha ristretto le esportazioni in Cina anche di quei microchip meno sofisticati (i modelli A800 e H800) che NVIDIA aveva sviluppato apposta per il mercato cinese “depotenziando” alcuni suoi prodotti avanzati già soggetti a limitazioni commerciali.

CHI SONO I CLIENTI DEI MICROCHIP SMONTATI

Stando alle fonti del quotidiano britannico, a dicembre in Cina si è verificato un aumento della domanda di unità di elaborazione grafica (GPU, in gergo) provenienti dalle schede per il gaming. Una fabbrica, in particolare, ha rivelato di aver smontato oltre quattromila schede grafiche di NVIDIA il mese scorso, oltre quattro volte tanto rispetto a novembre.

I clienti di questi componenti “riadattati” sono principalmente aziende pubbliche e piccoli centri di sviluppo di intelligenza artificiale che non hanno accumulato quantità sufficienti di microchip di NVIDIA prima che le ultime restrizioni americane entrassero in vigore. Nei mesi scorsi sempre il Financial Times aveva rivelato come le grandi compagnie tecnologiche cinesi (ad esempio Baidu, Tencent e Alibaba) avessero effettuato ordini voluminosi di chip A800 di Nvidia fino al 2024, per un valore totale di 1 miliardo di dollari, in modo da garantirsi delle scorte per il futuro.

NVIDIA FERMA LE VENDITE

La pratica di smontare e “ricondizionare” i prodotti di NVIDIA costituisce però una violazione dei diritti di proprietà intellettuale dell’azienda: per questo, è possibile che la vendita in Cina di alcune schede grafiche per il gaming possa venire vietata. In parte sta già accadendo: la GeForce RTX 4090, la più potente scheda per il gaming di NVIDIA (e infatti uno dei modelli più frequentemente smontati), non viene più venduta in Cina. L’azienda si è già organizzata proponendo per il mercato cinese una versione depotenziata, del 5 per cento più lenta: la GeForce RTX 4090 D.

La 4090 D potrebbe non offrire prestazioni sufficienti ad alimentare i modelli linguistici di intelligenza artificiale, ma non è ancora chiaro.

I NUOVI CHIP (DEPOTENZIATI) DI NVIDIA PER LA CINA

NVIDIA ha sviluppato anche tre versioni di chip per l’intelligenza artificiale appositamente per il mercato cinese (che dunque rispettano le regole statunitensi di controllo alle esportazioni tecnologiche): hanno prestazioni decisamente inferiori rispetto ai modelli precedentemente venduti nel paese – ma un prezzo simile -, e probabilmente non saranno disponibili prima di marzo prossimo.

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