skip to Main Content

Intelligenza Artificiale Russia

GigaChat, perché l’anti ChatGpt russa farà flop

"Chi è leader nell'intelligenza artificiale governerà il mondo", dichiarava Putin nel 2017. Tuttavia, la corsa di Mosca all'IA si è arrestata e nonostante YaChat, GigaChat e SistemmaChat sarà difficile raggiungere ChatGPT&Co. Tutti i dettagli

 

Anche nella corsa all’intelligenza artificiale (IA) il mondo è polarizzato. Da una parte gli Stati Uniti con i suoi giganti – OpenAI, Microsoft, Google, Meta, Apple, ecc. – dall’altra la Cina che prova a rispondere con i chatbot di Baidu, Tencent, Alibaba, ecc. e la prima regolamentazione al mondo. E la Russia dove si piazza nella competizione per l’intelligenza artificiale?

Lo scorso aprile ha lanciato il suo GigaChat, il rivale di ChatGPT, sviluppato con il finanziamento della banca di Stato russa Sberbank. Tuttavia, Mosca – come Pechino – si trova schiacciata tra la smania di primeggiare e la necessità di costruire un’IA con dei confini ben delimitati, dai quali non escano informazioni diverse da quelle che il Cremlino vuole che vengano diffuse. E, secondo quanto scrive sul Moscow Times lo studioso di propaganda digitale Ben Dubow, proprio questo è il motivo per cui la Russia ha già perso.

GIGACHAT, IL CHATGPT RUSSO MACHO

Sberbank, per volere del presidente russo, negli ultimi anni ha investito molto in tecnologia al fine di ridurre la dipendenza del Paese dalle importazioni, questione diventata particolarmente importante da quando i Paesi occidentali hanno ridotto le esportazioni e imposto sanzioni per l’aggressione all’Ucraina. A fine aprile, quindi, l’istituto di credito ha annunciato l’arrivo di GigaChat, il cui nome ha però, almeno nel mondo virtuale, attirato l’attenzione più della sua peculiarità di saper comunicare meglio di altri chatbot in lingua russa.

GigaChat, infatti, ricorda parecchio GigaChad, il famoso meme di un uomo molto muscoloso e dalla mascella molto pronunciata, per il quale è stato scelto per l’appunto un modello russo che esiste realmente. La rappresentazione ideale dello stereotipo del maschio alfa che sposa perfettamente il machismo e la visione maschilista della società russa di oggi, che lo stesso Vladimir Putin ha dato più volte di sé.

“È importante notare che GigaChat può essere utilizzato non solo da chi ama sperimentare nuove tecnologie, ma anche da studenti e persino da ricercatori per un serio lavoro scientifico”, ha detto l’amministratore delegato di Sberbank, Herman Gref, già ministro dello Sviluppo economico e attualmente sanzionato da diversi governi occidentali.

COSA PENSA PUTIN DELL’IA

“Chi è leader nell’IA governerà il mondo”, dichiarava Putin nel 2017, ricorda il Moscow Times. La stretta sui social e su internet in generale sono infatti la prova di come Putin, ma anche i leader militari, politici e commerciali di Mosca hanno da tempo compreso l’importanza di controllare lo spazio dell’informazione per assicurarsi la presa sul potere. Tuttavia, il deteriorarsi dei rapporti con gli Stati Uniti, la guerra in Ucraina e gli altri sconvolgimenti mondiali impongono alla Russia di ridimensionare le proprie ambizioni.

Per Dubow, infatti, a sei anni da quella dichiarazione, “la Russia rimane un Paese in ritardo in questo campo, frenato dall’isolamento internazionale e dalle sfide strutturali” e la sua possibilità di assumere un ruolo guida “si sta chiudendo rapidamente”.

Resistere e avere una propria IA resta però per Putin una priorità perché, da dopo la cosiddetta “rivoluzione di Twitter” di Chisinau – che ha impedito al Partito comunista della Moldavia, fortemente filo-russo, di vincere le elezioni nel 2009 -, gran parte dei vertici russi si sono convinti che i social media abbiano alimentato “colpi di Stato, provocati e finanziati dall’esterno”, come detto dal presidente russo.

GLI INVESTIMENTI RUSSI NELL’IA

Sul Moscow Times si legge infatti che proprio mentre la Russia iniziava a fare progressi nel campo dell’IA ha invaso la Crimea e il Donbas, “spaventando i collaboratori internazionali”. Tuttavia, nel 2019, il Cremlino ha comunque pubblicato una strategia nazionale “che stanzia 66 miliardi di rubli (1,02 miliardi di dollari) di investimenti federali per sponsorizzare conferenze, creare reti di ricerca e collaborare con i giganti tecnologici nazionali esistenti”.

Ora, però, afferma Dubow, “la maggior parte dei progressi compiuti nei tre anni successivi è svanita con l’invasione dell’Ucraina”.

PUNTI DEBOLI E OSTACOLI DELLO SVILUPPO DELL’IA IN RUSSIA

L’intelligenza artificiale avrà difficoltà a svilupparsi in Russia, prima di tutto perché NVIDIA, che produce microchip fondamentali per l’elaborazione avanzata, ha smesso di vendergli i suoi prodotti, i talenti tecnologici sono fuggiti in massa dal Paese e le sanzioni hanno ulteriormente limitato l’accesso russo ai capitali che hanno alimentato la crescita americana nel settore. Inoltre, precisa il Moscow Times, in materia di IA la Russia “si è concentrata sulla difesa, sull’industria manifatturiera e sull’agricoltura, tutti settori in cui l’IA generativa è molto meno utile rispetto alle industrie rivolte ai consumatori”. Anche perché “se i social media possono rovesciare i regimi, quale potere potrebbe avere un bot sofisticato capace di conversazioni simili a quelle umane?”.

L’ETERNA GUERRA ALL’INFORMAZIONE OCCIDENTALE

Il timore di Mosca – che ha ovviamente vietato ChatGPT – è infatti che se un modello linguistico viene addestrato su dati prevalentemente inglesi avrà molte più probabilità di produrre risultati che assomigliano alle risposte dei media di lingua inglese. Evento da scongiurare per il Cremlino. Tuttavia, come ricorda il Moscow Times, sebbene il russo sia la seconda o terza lingua più comune per i dati online, rappresenta comunque solo il 5% del totale e questo significa che i principali modelli – YaChat di Yandex, GigaChat di Sberbank e SistemmaChat di Sistemma Bank – partono in svantaggio.

Ma oltre a questo, il governo russo vuole limitare le informazioni sfavorevoli allo Stato e la maggior parte dei modelli linguistici di grandi dimensioni sono probabilistici e non deterministici, il che significa che lo stesso input non produrrà necessariamente lo stesso risultato e dunque tutto ciò che potrebbe produrre una risposta politicamente sensibile deve essere eliminato. Per esempio, GigaChat è programmato per evitare domande politicamente sensibili, tipo quelle sull'”operazione militare speciale” in Ucraina, ma anche “cosa sta facendo la Russia per promuovere la ricerca sull’IA?”.

Back To Top