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Tencent Chatgpt

Il ChatGpt della cinese Tencent ha superato l’uomo?

Tencent ha presentato Hunyuan, una delle tante versioni cinesi simili a ChatGpt, ma pare che sia risultato più bravo sia del chatbot di OpenAI sia dell’essere umano. La Cina avrà davvero il primato nell’intelligenza artificiale? Tutti i dettagli

 

La macchina ha superato l’uomo. O almeno, questo è quello che sostiene la cinese Tencent, una delle società multimediali con il maggior incasso al mondo nonché proprietaria di WeChat. Lo ha affermato riferendo che Hunyuan, la sua versione di ChatGPT, non solo batte il chatbot di OpenAI ma anche gli umani nella comprensione del cinese.

Tuttavia, quello di Tencent è solo uno dei tanti modelli di intelligenza artificiale (IA) già sviluppati dalla Cina.

LA PRESENTAZIONE DI HUNYUAN

Ieri, durante una competizione tra compagnie tecnologiche, Tencent ha presentato Hunyuan, il suo clone di ChatGPT, da ora disponibile per uso aziendale.

Secondo quanto dichiarato dal colosso, Hunyuan batte sia gli umani sia ChatGPT e gli altri modelli di IA nella comprensione del cinese. Si è dimostrato infatti più bravo nella scrittura di testi lunghi con migliaia di parole e nella risoluzione di alcuni problemi matematici. Inoltre, nella sua lingua madre soffre meno di “allucinazioni”, ovvero di quelle risposte inventate dall’IA ma non veritiere.

“Rispetto ai modelli linguistici open-source di grandi dimensioni attualmente disponibili sul mercato, il nostro metodo riduce efficacemente il tasso di allucinazione del 30-50%”, ha dichiarato il vicepresidente di Tencent, Jiang Jie, precisando che si tratta del 30% in meno rispetto a Llama 2 di Meta.

Durante la dimostrazione al summit commerciale di Shenzhen, Jiang ha inoltre riferito che il punteggio di Hunyuan ha superato quello di GPT-4 nell’esame di ammissione all’università cinese. E in un confronto sulla comprensione della lingua, Hunyuan ha ottenuto un punteggio record di 86,918, mentre AliceMind di Alibaba è arrivato a 86,685. I concorrenti umani, invece, si sono addirittura classificati appena sotto AliceMind.

UN VANTAGGIO SIGNIFICATIVO

La bravura di Hunyuan non è da poco considerando che il cinese è parlato come lingua madre da 1,4 miliardi di persone, di cui 1,3 miliardi risiedono in Cina. E ChatGPT, sebbene supporti il mandarino come lingua, è stato bandito dal Paese. Tutti utenti, dunque, su cui Tencent può fare affidamento.

LE “FALLE” CINESI DI CHATGPT

ChatGPT, oltre a non essere disponibile in Cina, “non è molto bravo nella punteggiatura o nella terminologia in cinese”, a detta del South China Morning Post, che aggiunge anche: “Ma la grammatica non è il suo unico difetto. È stato riscontrato che diffonde più disinformazione in cinese che in inglese”.

In realtà, ChatGPT per Pechino non è sufficientemente allineato con il Pcc e i valori socialisti del Paese, come previsto dalla regolamentazione sull’IA entrata in vigore a metà agosto. Per esempio, ad aprile Techcrunch scriveva che quando al chatbot è stato chiesto di parlare delle proteste di Hong Kong in inglese, questo ha le definite “un movimento autentico partito dal popolo”. Ma quando la stessa domanda è stata posta in cinese, ChatGPT ha detto che si è trattato di “una ‘rivoluzione colorata’ diretta dagli Stati Uniti”.

LA CINA RIUSCIRÀ AD AVERE IL PRIMATO NELL’IA?

Ma oltre a Hunyuan il Dragone ha un vero e proprio arsenale di IA. Dopo un rilascio limitato a marzo, lo scorso mese Baidu ha reso disponibile al grande pubblico, in una prima assoluta nella Cina continentale, la versione completa del suo Ernie Bot. Baidu, come riporta Quartz, afferma che il suo servizio “è superiore agli altri chatbot grazie alla sua comprensione avanzata delle query cinesi e alla capacità di generare diversi tipi di risposte, come testo, immagini, audio e video”.

Ad aprile era stata la volta di SenseTime che ha progettato il suo SenseChat, in grado di raccontare una storia rispondendo a diverse domande e di aiutare a ricontrollare, tradurre e scrivere un codice informatico, partendo da quesiti non troppo elaborati in inglese o cinese.

Alibaba ha lanciato ufficialmente il suo chatbot a giugno e JD.com, la seconda piattaforma di e-commerce più grande della Cina, ha rilasciato un modello linguistico di grandi dimensioni chiamato ChatRhino per uso interno nell’e-commerce, nella logistica e nel marketing.

A questi se ne aggiungono molti altri ma il sogno di primeggiare nell’IA verrà infranto dalle sanzioni Usa che vietano alle aziende cinesi di acquistare chip e materiale per lo sviluppo tecnologico?

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