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Fcas Dassault

Fcas, tutte le frizioni tra Airbus e Dassault

La replica di Airbus alla francese Dassault che avanza ipotesi di "Piano B" per il programma Fcas

 

Problemi in corso tra la tedesca Airbus e la francese Dassault sul programma Fcas. Al centro di questo sistema aereo del futuro (Fcas) c’è il caccia di sesta generazione che sostituirà l’attuale Rafale ed Eurofighter nel 2040.

Airbus e Dassault sono i due principali appaltatori del programma Future Combat Air System, con quote di lavoro da dividere equamente tra le nazioni partner Francia, Germania e Spagna.

Ora i leader industriali devono concordare infatti i termini prima della Fase 1B del programma, i cui oneri finanziari ammontano a 6 miliardi di euro.

Francia, Germania e Spagna avevano previsto infatti di dare il via alla fase successiva del progetto, denominata Fase 1B, entro l’estate.

Ma le industrie coinvolte devono raggiungere un accordo sui pacchetti di lavoro per consentire la firma dei contratti per la fase 1B e 2. Quest’ultimi necessari affinché un dimostratore del caccia di sesta generazione possa volare nel 2026.

Tuttavia, i nuovi disaccordi sulle procedure di governance e la condivisione del know-how stanno mettendo in discussione il futuro del programma.

A inizio del mese il numero uno della francese Dassault Aviation, Eric Trappier, ha annunciato che in caso di fallimento delle trattative sul Fcas, c’è un piano B. La Francia sarebbe pronta quindi ad andare avanti da solo in questo programma.

Repentina la replica del partner industriale tedesco Airbus che ha cercato di calmare i malumori di Parigi.

Airbus ha detto ai legislatori francesi che non esiste un piano alternativo per il Fcas se i partner non riuscissero a regolare le tensioni su alcuni aspetti industriali del programma tri-nazionale.

Tutti i dettagli.

COSA HA DETTO AIRBUS IN AUDIZIONE AL SENATO FRANCESE

Parlando al Senato francese il 17 marzo, Antoine Bouvier, il capo della strategia di Airbus, e Dirk Hoke, ceo della divisione di difesa del gigante aerospaziale, hanno respinto l’affermazione suo omologo a Dassault, Eric Trappier, secondo cui esiste un “Piano B” francese in caso di mancato accordo industriale per il programma Fcas.

“Siamo molto vicini a un accordo. Deve garantire sia l’efficienza che la cooperazione tra i partner. Questa è la nostra responsabilità nei confronti di ciascuno dei nostri paesi e dell’Europa”, ha detto Hoke. “Non esiste un piano B. Il piano B è Fcas, qualsiasi altra soluzione sarebbe molto meno favorevole per tutti”.

LA POSIZIONE DI DASSAULT

Come dicevamo, a inizio del mese il numero uno di Dassault si è lamentato del fatto che la divisione del lavoro a seguito dell’inclusione della Spagna renderebbe quasi impossibile il suo lavoro di principale appaltatore sull’elemento centrale del programma, il Next-Generation Fighter.

La Francia è la nazione leader nel Fcas, con Germania e Spagna come nazioni partner.

Ma Airbus è sulla buona strada per diventare un player dominante, dato che la compagnia ha radici anche in Spagna e Germania, secondo Trappier.

LA GOVERNANCE CHE NON PIACE A PARIGI

Il mandato di includere l’industria spagnola significa che la quota di lavoro tra Dassault e Airbus, invece di essere divisa del 50/50, è ora divisa in tre modi, con Airbus che detiene il 66%, in quanto rappresenta Germania e Spagna.

“L’ho accettato”, ha detto il ceo di Dassault Trappier, “ma ha reso la condivisione del lavoro in tutti i pacchetti, compresi quelli strategici, più complicata”.

“Il mio piano B non consiste necessariamente nel farlo da solo, ma nel trovare un metodo di governance che consenta di coinvolgere gli europei, ma non secondo le regole fissate oggi, perché non funzionerà”, ha accennato l’ad di Dassault.

PER AIRBUS NON ESISTE UN PIANO B

“Non esiste un” Piano B”, hanno asserito i due dirigenti di Airbus davanti ai legislatori francesi.

Per il numero uno di Airbus Defence & Space non ci sono alternative. “Fcas è il nostro futuro comune. È un’opportunità storica”.

“Crediamo che il project manager (Dassault) non debba controllare tutto e prendere da solo le decisioni del programma” ha spiegato chiaramente Dirk Hoke, ceo di Airbus Defence Space. “È davvero una preoccupazione dello Stato tedesco e dello Stato spagnolo perché investiranno per decenni in queste capacità”.

FRANCIA E GERMANIA MIRANO A DUE DIVERSI MODELLI DI COOPERAZIONE

Come sottolinea La Tribune, per Antoine Bouvier di Airbus, le incomprensioni che sono sorte tra i due paesi e i due produttori derivano da una differenza nel modello di cooperazione tra Dassault Aviation e il modello tedesco. Ha citato due programmi, il dimostratore di droni da combattimento Neuron guidato da Dassault e il caccia Eurofighter (BAE Systems, Airbus e Leonardo). “Il modello di cooperazione di Dassault è un modello con un forte project manager, che controlla i rischi e si assume la responsabilità del programma stesso, e subappaltatori”, ha spiegato Antoine Bouvier. “Il modello tedesco consiste in quattro partner (Gran Bretagna, Germania, Italia e Spagna), a esattamente allo stesso livello, che hanno una gestione comune del progetto e che distribuiscono equamente i pacchetti di lavoro “.

LE RASSICURAZIONI TEDESCHE

Bouvier ha cercato di dissipare i timori di Dassault, notando che gli accordi di collaborazione di Airbus includono altri pesi massimi dell’industria francese come Thales e Mbda. Airbus è saldamente radicato nel business della difesa francese, ha sottolineato il dirigente di Airbus, suggerendo che la compagnia non dovrebbe essere vista come troppo tedesca quando si tratta di Fcas.

A CHE PUNTO È IL PROGRAMMA FCAS

Airbus, Dassault e Indra stanno guidando il progetto per conto di Germania, Francia e Spagna, con Dassault in testa per l’elemento New Generation Fighter (NGF) che opererà insieme ai gregari Remote Carrier (RC) come il sistema d’arma di nuova generazione (NGWS).

Al momento Dassault e Airbus stanno negoziando sulla governance di questo pilastro e sulla condivisione della leadership sui sei lotti strategici del pilastro numero 1, tutti rivendicati da Dassault Aviation. Il produttore francese di aeromobili ritiene di averne bisogno per poter esercitare la sua gestione del progetto. Un programma che ha un totale di sette pilastri, cinque dei quali sono già oggetto di accordi.

A competere con il programma franco-tedesco-spagnolo, ci sarà il progetto Tempest, sistema di combattimento aereo del futuro progettato da Regno Unito con Italia e Svezia.

LE TEMPESTICHE

Dopo aver firmato il contratto di ricerca e tecnologia da 150 milioni di euro a febbraio 2020, Francia e Germania devono approvare il contratto di fase 1B per sviluppare e produrre un dimostratore, che dovrebbe volare nel 2026.Non sono rimaste molte date al Bundestag per esaminare il contratto per l’avvio della fase 1B.

Come aveva riferito La Tribune, in teoria sono rimaste solo due date libere, il 14 e il 21 aprile, per rivedere il programma Fcas.

La questione ora sembra essere nelle mani delle autorità. I negoziati in corso avrebbero dovuto concludersi alla fine di febbraio per consentire di ottenere l’approvazione di bilancio del Bundestag, il parlamento tedesco, prima della pausa estiva di fine giugno.

“Le differenze tra Parigi e Berlino rischiano di mandare in frantumi un progetto di punta della cooperazione in materia di armi, il sistema di combattimento aereo del futuro. Se fallisce, l’Europa rischia di pagare un prezzo pesante”, aveva avvertito Claudia Major, analista al German Institute for International and Security Affairs (Swp), che ha lanciato un appello dalle colonne di Le Monde lo scorso novembre.

L’analista del think tank tedesco ha ricordato che“Nella primavera del 2021 il Bundestag  dovrà autorizzare la prossima tranche di finanziamento. Questa autorizzazione è legata a diverse condizioni, tra cui un accordo sull’Ipr (Intellectual property rights). Rinviare questa decisione non aiuterà: nell’autunno 2021 si terranno le elezioni in Germania e la campagna elettorale complicherà il dibattito. Quindi il partner francese sarà assorbito dalle elezioni presidenziali del 2022”.

“Da giugno sarà sempre più difficile” e “non possibile” a luglio, ha confermato il manager di Airbus. Il tempismo è fondamentale ora dal momento che non si sa come andrebbe la questione se trascinata nella stagione elettorale tedesca.

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