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Consorzio Italia Cloud

Cloud europeo, chi sono le 29 aziende italiane in Gaia-X

All'iniziativa franco-tedesca Gaia-X aderiscono anche 29 società italiane, l'obiettivo è costruire una serie di standard per la condivisione dei dati cloud tra i produttori. Tutti i dettagli

 

Da Aruba a Intesa Sanpaolo, da Enel a Leonardo, fino a Tim e Confindustria Digitale. Sono alcune delle 29 aziende e associazioni italiane che hanno aderito a Gaia-X, il progetto per un’infrastruttura europea di cloud.

Organizzato il 18 e 19 novembre, il summit Gaia-X mira ad estendere l’iniziativa oltre la sua culla franco-tedesca.

Proprio ieri è stata annunciata la lista dei 159 nuovi membri di Gaia-X.

Con 181 membri (comprensivi delle 22 società francesi e tedeschi fondatrici), l’iniziativa intende costruire una serie di standard e regole per promuovere la condivisione dei dati tra i produttori.

Lo scopo di Gaia-X non è creare un cloud europeo alternativo ai colossi americani, quanto permettere alle aziende di scambiare fra loro dati indipendentemente dal cloud utilizzato e, in caso, di passare senza ostacoli tecnici o economici da un fornitore di servizi cloud all’altro.

Proprio per questo anche i colossi stranieri come i cinesi Alibaba e Huawei e statunitensi come Microsoft, Google e Amazon Web Services sono coinvolte nel progetto Gaia-X. Previsto per oggi infatti anche il loro intervento.

Tutte le novità sull’iniziativa europea.

TIM, INTESA SANPAOLO, ENEL E LEONARDO TRA LE SOCIETÀ CHE HANNO ADERITO A GAIA-X

Ieri sono state annunciate le 29 realtà italiane che parteciperanno a Gaia-X: Almaviva, Aruba, Assosoftware, Bit4id, Cefriel, Confindustria Digitale, Servizi Innovativi, Cy4gate, Dedagroup, Enel, Engineering, Eurolink, Eustema, Fastnet, Intesa Sanpaolo, Irideos, Leonardo, Lineup, Netalia, Poste Italiane, Real Comm, Reply, Retelit, Siav, Sogei, Tim, Top-ix, Vargroup e Westpole.

Se la maggioranza dei 181 membri che oggi compongono l’iniziativa è ancora tedesca e poi francese, la rappresentanza italiana è terza per numero di adesioni. E comprende compagnie private, partecipate pubbliche e associazioni.

UN CENTRO NAZIONALE GAIA-X

Come ha sottolineato Mf/Milano Finanza, “il prossimo passo sarà creare un centro nazionale di Gaia-X per coinvolgere l’imprenditoria e la politica italiana nel progetto che già gode del sostegno del ministro dell’Innovazione”.

PREVISTO OGGI L’INTERVENTO DELLA MINISTRA PAOLA PISANO

Anche la ministra dell’Innovazione tecnologica e digitalizzazione, Paola Pisano, interverrà infatti al Gaia-X Summit. Si tratta, evidenziano dagli uffici di Pisano, “di un importante incontro internazionale per porre le basi della federazione europea di cloud”.

Il fatto che al fianco dei ministri dell’Economia francesi e tedeschi, Bruno Le Maire e Peter Altmaier, e il commissario europeo Thierry Breton, interverrà anche la ministra italiana Pisano rappresenta un chiaro segno di apertura, secondo i media francesi.

IL PROGETTO GAIA-X

Lanciato lo scorso giugno, il progetto d’iniziativa franco-tedesca Gaia-X ha l’obiettivo di creare una infrastruttura sicura per la condivisione e l’accesso ai dati, ossia le basi per un’offerta cloud basata sui valori europei.

Gaia-X si propone inoltre di dettare un nuovo standard europeo per la creazione e l’erogazione di servizi cloud ideali per la conservazione, gestione ed elaborazione dei dati di imprese e cittadini.

In altri termini, Gaia-X non è un cloud ma una iniziativa europea finalizzata a creare un ecosistema unificato e regolato di servizi cloud.

I PROSSIMI PASSI

Lo scorso 15 settembre i 22 membri fondatori hanno annunciato che Gaia-X avrebbe assunto la forma di un’associazione internazionale di diritto belga. Al momento in attesa di un decreto reale per finalizzare la sua creazione.

I 181 membri attuali dovranno quindi rivedere nei prossimi mesi le architetture standard delineate dai soci fondatori affinché i primi servizi di Gaia-X siano operativi alla fine del 2021.

BIG TECH USA E CINESI A BORDO

Infine, non deve sorprendere la presenza dei colossi americani e cinesi del settore (Amazon, Microsoft, Google, Alibaba ma anche Huawei e Palantir) nell’elenco dei membri di Gaia-X.

Microsoft, Amazon, Google e Alibaba rappresentavano il 72% del cloud pubblico nel 2019. E proprio questa posizione dominante ha destato la preoccupazione di industrie e istituzioni europee.

“Il cloud sovrano significa restituire la sovranità nell’utilizzo dei dati a chi li condivide”, ha spiegato Hubert Tardieu, ceo ad interm di Gaia-X. Ricordiamo che Tardieu è advisor del ceo di Atos, la società francese fondatrice di Gaia-X che proprio questa settimana ha avviato una partnership sul cloud con l’italiana Tim.

In altre parole l’obiettivo di Gaia-X non è sviluppare un cloud pubblico europeo. Quanto sviluppare una serie di standard politici e tecnici per garantire il corretto utilizzo e controllo dei dati condivisi nel cloud. E promuovere il loro raggruppamento tra le aziende per moltiplicare i casi d’uso.

ECOSISTEMA APERTO

Come aveva spiegato anche Deutsche Telekom, gigante tedesco tlc tra i 22 membri fondatori di Gaia-X, è meglio rimanere in un ecosistema aperto per poter offrire ai clienti una strategia di diversificazione.

SENZA POSSIBILITÀ DI ENTRARE NEL BOARD DI GAIA-X

Anche le big tech straniere potranno dunque contribuire a Gaia-X, ma “come ogni azienda che non ha sede in territorio europeo, non avranno accesso al consiglio di amministrazione “, ha assicurato Hubert Tardieu.

Amazon, Microsoft &Co potranno quindi proporre le proprie offerte secondo gli standard stabiliti da Gaia-X, ma non influenzano direttamente la costruzione di questi standard.

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