Decolla il progetto franco-tedesco-spagnolo Future Combat Air System (Fcas).
Il Bundestag ha dato il via libera per finanziare i prossimi passi per il programma di caccia di sesta generazione con l’obiettivo di sostituire i Rafale e gli Eurofighter dal 2040.
Il 23 giugno i legislatori tedeschi hanno approvato un accordo di 4,5 miliardi di euro (5,37 miliardi di dollari) che consente al progetto di passare alla fase 1B e 2 del programma dimostrativo.
Ciò significa che le industrie coinvolte (Dassault per la Francia, Airbus per la Germania e Indra per la Spagna) possono iniziare con lo sviluppo del sistema.
Tutti i dettagli.
IL VIA LIBERA DAL BUNDESTAG TEDESCO
A maggio i tre paesi hanno raggiunto un’intesa sulle prossime fasi dello sviluppo del Fcas, dopo le frizioni dei mesi scorsi. Francia e Germania avevano originariamente fissato la fine di aprile per un accordo, ma disaccordi sui diritti di proprietà intellettuale avevano bloccato i negoziati.
Berlino, Madrid e Parigi si divideranno equamente il costo di 3,5 miliardi di euro per poter avviare la fase di definizione di un dimostratore del caccia di nuova generazione che dovrebbe volare entro il 2027. Il costo complessivo del programma è stimato oltre 100 miliardi di euro.
Ma le commissioni Bilancio e Difesa del Bundestag dovevano approvare lo stanziamento dei 4,5 miliardi di euro in sei anni per sostenere la firma del contratto di sviluppo del programma Fcas. Approvazione ottenuta questa settimana.
CON RISERVA
Tuttavia, il comitato non ha dato la sua convalida finanziaria per la fase 2, che corrisponde alla progettazione dei dimostratori (dal 2024 al 2027).
“Con il progetto di follow-up dell’Eurofighter, Fcas, abbiamo ancora numerose domande” ha dichiarato il deputato Dennis Rohde (Spd). “Per questo stiamo formulando linee guida dure e concrete con le quali obblighiamo il Ministro della Difesa a dare seguito ai punti finora mancati. Abbiamo formulato condizioni chiare per l’ulteriore avanzamento del progetto e quindi teniamo conto delle critiche del Controllo federale delle finanze e di quelle dell’Ufficio federale degli appalti dell’esercito”.
“Al fine di consentire la ricerca e lo sviluppo del progetto, stiamo ora rilasciando il budget necessario. Per tutti gli ulteriori obblighi finanziari, invece, contrariamente a quanto richiesto, il ministro deve ottenere nuovamente l’approvazione della commissione bilancio”.
LA FASE 1B
Come sottolinea La Tribune, “la fase 1B rappresenta un volume finanziario della cooperazione di circa 2,5 miliardi di euro, di cui 700 milioni di euro per il pilastro 1 (aeromobili da combattimento). La quota della Germania ammonterebbe a un terzo del totale, ovvero circa 830 milioni di euro. A questa somma bisogna aggiungere circa 1 miliardo di euro, somma che corrisponde agli sviluppi nazionali in Germania, Francia e Spagna. Si tratta di un totale di 3,5 miliardi di euro. Questi sviluppi realizzati dai programmi nazionali per motivi di sovranità contribuiranno alla fase 1B del Fcas”.
LE INDUSTRIE COINVOLTE
Le principali società nazionali coinvolte nel Fcas sono Dassault per la Francia, Airbus Defence and Space per la Germania e Indra per la Spagna.
La parte dimostrativa del programma Fcas è prevista per il 2026 o il 2027, con l’intero “sistema di sistemi” da mettere in campo intorno al 2040.
LA CONCORRENZA CON IL TEMPEST
A competere con il programma franco-tedesco-spagnolo, ci sarà il progetto Tempest, sistema di combattimento aereo del futuro progettato da Regno Unito con Italia e Svezia tramite Bae, Rolls Royce, Leonardo e Saab.
PERCHÉ IL FCAS INTERESSERÀ ANCHE LEONARDO
“La Germania vuole che la sua industria svolga un ruolo importante nel programma Fcas che rappresenta una grande opportunità per l’azienda elettronica tedesca, Hensoldt”, avevano commentato qualche giorno fa gli esperti di Banca Akros ricordando la recente acquisizione del 25,1% del capitale di Hensoldt da parte di Leonardo.
“I programmi Tempest e Fcas potrebbero eventualmente convergere; in questo caso Leonardo sarà ben posizionata per svolgere un ruolo significativo nel programma per quanto riguarda l’elettronica aviotrasportata” ha concluso Banca Akros.