Il Giappone a bordo del programma Tempest, il sistema di combattimento aereo di sesta generazione?
La domanda è lecita visto che al salone Dsei in corso a Londra, lo stand del team industriale ha esposto il modello concept del Tempest e accanto alle bandiere di Regno Unito, Svezia e Italia compare anche quella del Giappone.
Ricordiamo infatti al programma di iniziativa britannica lanciato nel 2018 hanno aderito anche Svezia e Italia. Attualmente Il consorzio è formato da Bae Systems, Leonardo, Mbda e Rolls Royce.
A luglio i governi del Giappone e del Regno Unito stavano discutendo un potenziale programma congiunto per sviluppare tecnologie di motori aeronautici che alimenteranno l’aereo da combattimento FX di prossima generazione di Tokyo, come riporta Janes. Un portavoce del Ministero della Difesa britannico aveva dichiarato a Janes che il progetto con il Giappone è collegato al Future Combat Air System del governo britannico, di cui il futuro caccia Tempest è la componente cruciale.
Ma da quel momento niente di più su una partecipazione attiva giapponese al programma Tempest.
“La partecipazione giapponese (a meno di clamorosi colpi di scena) dovrebbe essere “limitata” ad alcune tecnologie che saranno installate sul nuovo caccia giapponese, in primis il motore” ha commentato oggi l’analista e animatore di Ares-Osservatorio Difesa Aurelio Giansiracusa.
Tutti i dettagli.
LO STAND DEL TEAM TEMPEST AL DSEI
“Il nostro stand include le bandiere di Svezia, Italia e Giappone per rendere omaggio alle relazioni internazionali che stiamo sviluppando mentre lavoriamo per progettare un Future Combat Air System” ha scritto su Twitter il Team Tempest pubblicando la foto del modello del caccia di sesta generazione esposto al salone.
https://twitter.com/TeamTempestUK/status/1437740338102382594
L’IMPEGNO DEL REGNO UNITO
Ricordiamo che il Regno Unito ha già impegnato 2 miliardi di sterline per il programma lanciato nel 2018, che punta a iniziare la produzione entro il 2025, con consegna del sistema aereo da combattimento entro il 2035. Il caccia stealth di sesta generazione dovrebbe sostituire l’Eurofighter Typhoon dal 2040.
Il 22 luglio 2020 le industrie di Italia, Regno Unito e Svezia hanno dato il via ad una collaborazione trilaterale nell’ambito del progetto.
E lo scorso 29 luglio il ministero della Difesa Uk ha annunciato un nuovo finanziamento da 250 milioni di sterline, parte dell’investimento iniziale di oltre 2 miliardi, che sarà distribuito nei prossimi quattro anni.
Con questo contratto, la Difesa britannica ha dato ufficialmente il via alla fase di concept and assesment del programma per il sistema di combattimento aereo di sesta generazione Tempest.
LA PARTECIPAZIONE ITALIANA
Il programma Tempest figura tra i programmi prioritari della Difesa italiana.
Nel Documento Programmatico Pluriennale della Difesa per il triennio 2021-2023, pubblicato a inizio agosto dal ministro Lorenzo Guerini, le risorse assegnate per il Tempest ammontano a due miliardi di euro, distribuiti in quindici anni, con 20 milioni nel 2021, altrettanti nel 2022 e 2023, 90 milioni nel biennio 2024-26 e il restante tra il 2027 e il 2035.
A differenza del documento dell’anno scorso, l’Italia ha definito finalmente quale finanziamento assegnare al programma con al centro il caccia di sesta generazione.
E QUELLO DELLA SVEZIA
Contemporaneamente all’annuncio della partnership trilaterale l’anno scorso, la svedese Saab ha rivelato un investimento iniziale da 50 milioni di sterline e la creazione di un nuovo centro “Future combat air systems” nel Regno Unito.
LE INDUSTRIE COINVOLTE
Le tre industrie nazionali comprendono le principali società di difesa del Regno Unito (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk), Italia (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) e Svezia (Saab e Gkn Aerospace Sweden).
GIAPPONE A BORDO DEL TEAM TEMPEST?
Quindi anche il Giappone parteciperà attivamente al Tempest?
“Londra più volte ha offerto a Tokyo la partecipazione al programma Tempest ma il Giappone ha lanciato il suo programma con la partecipazione di industrie statunitensi ed appunto britanniche”, ha sottolineato l’analista Giansiracusa.
“Al momento è un discorso di partecipazione dell’industria britannica al programma di sviluppo del nuovo caccia giapponese le cui tecnologie saranno messe a punto anche in vista del Tempest; in parole povere una sorta di vasi comunicanti”, ha concluso Giansiracusa.