Nel documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa sono state assegnate anche le risorse per il programma Tempest, il sistema di combattimento aereo del futuro d’iniziativa britannica a cui hanno aderito il nostro paese e la Svezia nel 2019.
A fine ottobre la Difesa ha pubblicato il Dpp, il quale non contiene una prima tranche di finanziamenti per il Tempest. A differenza dei partner inglese e svedese, l’Italia non ha definito ancora quale finanziamento assegnare al nuovo programma, come lamentato anche dagli analisti ed esperti del settore.
Ma secondo il ministro della Difesa Guerini il Dpp contiene le risorse anche per il Tempest (cui partecipa l’Italia con il gruppo Leonardo).
“Sono individuate all’interno del programma operante gli Eurofighter”, ha spiegato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, nel corso dell’audizione davanti alle commissioni riunite della Difesa di Camera e Senato nell’ambito dell’esame del Dpp per la difesa per il triennio 2020-2022.
Ecco i dettagli.
IL BILANCIO DELLA DIFESA
“Nel bilancio della Difesa c’è un trend di crescita abbastanza significativo, non nascondo che questo trend deve essere depurato degli stanziamenti straordinari dovuti all’emergenza Covid, ma al netto di questi stanziamenti il trend di crescita viene confermato”, ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini (Pd), nel corso dell’audizione.
“C’è stata una chiara inversione di tendenza — ha spiegato il ministro — che ha visto il bilancio della Difesa passare dai 21 miliardi e 482 milioni del 2019, ai 22 miliardi 941 milioni del 2020 a preventivo 2020 e a consuntivo a 23 miliardi e 780 milioni, ai programmati 24 miliardi e 539 milioni del 2021. Un trend di crescita importante e mi aspetto un consolidamento negli anni anche attraverso lo strumento pluriennale previsto nella prossima legge di bilancio”.
AVVIO DI 40 PROGRAMMI DI AMMODERNAMENTO
“Il documento programmatico pluriennale per la Difesa 2020 prevede l’avvio, nel prossimo triennio, di 40 programmi di ammodernamento che, in aggiunta alla programmazione gia’ operante, determinano uno sforzo, in termini di investimento, per volumi superiori a 5 miliardi di euro per ciascun anno”, ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Facendo eco a quanto detto dal generale Enzo Vecciarelli, capo di Stato maggiore della Difesa, sentito in commissione Difesa di Camera e Senato la scorsa settimana.“Lo strumento pluriennale a favore della Difesa, previsto dalla prossima Legge di Bilancio — ha aggiunto il ministro — rappresenta una novità estremamente significativa che, se adeguatamente sostenuta ed integrata nei prossimi anni ci consentirà anche di conseguire l’allineamento progressivo del nostro budget, nel medio periodo, alla media della spesa dei Paesi europei”.
IL PROGRAMMA TEMPEST
Tra i programmi finanziati nel Dpp manca però il programma Tempest, come evidenziato in questo articolo di Start. Diversa la tesi sostenuta dal ministro della Difesa.
“La partecipazione al programma Tempest con Regno Unito e Svezia deve essere intesa come la volontà del nostro Paese di far parte di un progetto che rappresenta un’opportunità strategica e garantirà risultati a livello tecnologico”, ha rammentato il ministro Guerini.
Le risorse necessarie nel documento programmatico pluriennale sono individuate all’interno del programma operante gli Eurofighter. “Le abbiamo collocate lì perché il programma Tempest passa per una transizione tecnologica che passa per l’Eurofighter, con la volontà di essere protagonisti”, ha spiegato il ministro.
COSA C’È SCRITTO NEL DPP 2020-2022
Come si legge nel Dpp, “il programma [Eurofighter] garantisce anche lo sviluppo di sensori di nuova generazione ad avanzatissima tecnologia atti a promuovere il miglior posizionamento dell’industria nazionale aeronautica nell’ambito della cooperazione internazionale intorno al futuro programma per un caccia di sesta generazione (Tempest)”.
“I volumi del programma F-2000 (Eurofighter) — prosegue il Dpp — utili a detto strategico scopo sono stimati in ca. 742 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno quote per ulteriori 760 milioni di uero — da ricercare nell’ambito di consolidate sinergie a livello intergovernativo ed in stretta collaborazione con l’industria – garantendo il pieno soddisfacimento del fabbisogno esigenziale di competenza nazionale per la fase di R&D, condotta congiuntamente a UK e Svezia. Il quadro esigenziale è stato adeguato alle problematiche di sostenibilità logistica e di obsoloescenza previste dall’e.f. 2022”.
L’IMPEGNO DEL REGNO UNITO
Ricordiamo che il Regno Unito ha già impegnato 2 miliardi di sterline per il programma lanciato nel 2018, che punta a iniziare la produzione entro il 2025, con consegna del sistema aereo da combattimento entro il 2035. Il caccia stealth di sesta generazione dovrebbe sostituire l’Eurofighter Typhoon dal 2040.
Lo scorso 22 luglio le industrie di Italia, Regno Unito e Svezia hanno dato il via ad una collaborazione trilaterale nell’ambito del progetto.
E QUELLO DELLA SVEZIA
Contemporaneamente all’annuncio della partnership trilaterale, la svedese Saab ha rivelato un investimento iniziale da 50 milioni di sterline e la creazione di un nuovo centro “Future combat air systems” nel Regno Unito.
LE INDUSTRIE COINVOLTE
Le tre industrie nazionali comprendono le principali società di difesa del Regno Unito (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk), Italia (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) e Svezia (Saab e Gkn Aerospace Sweden).
COSA AVEVANO LAMENTATO GLI ESPERTI
Per il ministro Guerini quindi le risorse per il programma Tempest sono state allocate dalla Difesa italiana, sotto il programma Eurofighter.
Ma non la pensano c0sì gli esperti del settore, secondo i quali tra gli impegni iniziali di finanziamento sia dal Regno Unito sia dalla Svezia, manca soltanto l’Italia.
“Nel Dpp della Difesa 2020 il Tempest resta tra i programmi prioritari privi di finanziamento”, aveva sottolineato Pietro Batacchi, direttore di Rid: “Tutto è rimandato dunque al prossimo anno, quando è auspicabile possa materializzarsi una prima misura dell’impegno economico dell’Italia”.
Dal Dpp “risalta in negativo il mancato stanziamento di un finanziamento iniziale, anche minimo, per il programma Tempest cui l’Italia ha aderito a settembre 2019”, sottolineavano Ottavia Credi e Alessandro Marrone dello Iai.
“Il nostro Paese resta dunque indietro non solo rispetto al Regno Unito — aveva precisato Batacchi — che per il programma ha stanziato 2 miliardi di sterline fino al 2025, ma anche rispetto alla Svezia, che si è già impegnata con i primi 63 milioni di euro. In questo modo, però, l’Italia rischia di vedere diminuire la sua capacità di influenzare i requisiti e si indebolisce nell’ottica delle future negoziazioni sulla suddivisione delle quote industriali”.