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Fcas Dassault

Il caccia di sesta generazione franco-tedesco di Dassault e Airbus arranca. Tutti i dettagli

Mentre il programma britannico Tempest del caccia di sesta generazione decolla con la partecipazione italiana, il rivale franco-tedesco sembra rallentare. L'allarme lanciato dalla stampa francese

 

La corsa al caccia di sesta generazione europeo è iniziata, ma Francia e Germania già arrancano. Sul velivolo di combattimento del futuro l’Europa si è ormai divisa: da una parte il progetto britannico Tempest a cui si sono aggiunti Svezia e Italia, dall’altra il programma Fcas franco-tedesco a cui si è unita la Spagna a febbraio. Sebbene un modello del Future Combat-Air System (Fcas) sia stato presentato al Salone Le Bourget di giugno, la presentazione di un dimostratore è ancora lontana.  Secondo il quotidiano francese Les Echos, i deputati tedeschi rallentano il progetto mentre le aziende avvertono sui rischi di una stagnazione che lascia in vantaggio il rivale Tempest. Ecco i dettagli.

IL FCAS FRANCO-TEDESCO-SPAGNOLO

In occasione del Salone Le Bourget lo scorso giugno, Parigi, Berlino e Madrid hanno firmato un accordo quadro che definisce le posizioni dei tre paesi sul Fcas. Al centro di questo sistema c’è il caccia di sesta generazione che sostituirà l’attuale Rafale ed Eurofighter.

La francese Dassault sarà l’azienda leader del programma, facendosi carico di tutta la progettazione, mentre al gruppo Airbus Se (11% Francia, 11% Germania e 4.10% Spagna), in particolare la divisione Defence&Space, sarà affidato tutto il comparto della sensoristica, dell’avionica e delle comunicazioni. Sempre Dassault prenderà in consegna lo sviluppo e l’integrazione della suite di armamenti di nuova generazione a bordo del caccia, con Airbus D&S come junior partner.

L’ALLARME LANCIATO DA DASSAULT

Sempre durante il salone di Parigi, Dassault ha proposto un primo modello di quello che potrebbe essere il futuro aereo da combattimento. Tuttavia resta ancora da costruire un dimostratore. Come sollecitato la scorsa settimana dal presidente e ceo di Dassault Aviation, Eric Trappier, che ritiene sia giunto il momento per Parigi e Berlino di muoversi in questa direzione.

“La notifica [del contratto] per i dimostratori doveva avvenire a giugno all’Air Show di Parigi. Settembre doveva essere il momento del lancio, adesso parliamo della fine dell’anno. Facciamo attenzione che questa timeline non cambi troppo “, ha tuonato Trappier. Secondo il numero uno di Dassault Aviation, è essenziale mantenere l’obiettivo di operatività entro il 2040 con un primo dimostratore nel 2026, come previsto.

L’ITALIA HA RAGGIUNTO UK E SVEZIA NEL PROGRAMMA TEMPEST

Nel frattempo il 10 settembre, nel corso della fiera Dsei di Londra, la Difesa italiana ha firmato la Dichiarazione di Intenti per la partecipazione al programma britannico Tempest, il caccia multiruolo di sesta generazione che sostituirà l’Eurofighter Typhoon affiancando l’F-35. Dopo circa 15 mesi, le sollecitazioni di think tank e addetti ai lavori che premevano per la scelta del Tempest, il governo Conte bis ha ufficializzato l’adesione al programma britannico  Il velivolo è sviluppato da un team guidato da BAE Systems, che agisce come prime contractor, e comprendente pure Rolls-Royce, Mbda e la divisione britannica dell’italiana Leonardo (ex Finmeccanica).

D’ora in poi le aziende britanniche saranno affiancati dagli attori principali dell’industria italiana (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) così da avviare la collaborazione alle attività relative al Combat Air System Tempest.

BUDGET A CONFRONTO

Se nel 2018 la Gran Bretagna ha stanziato 2 miliardi di sterline per lo sviluppo iniziale del velivolo di sesta generazione fino al 2025, Parigi e Berlino hanno volato basso. Nel 2017  la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron si sono impegnati nel progetto Fcas, attraverso un primo contratto da 65 milioni di euro.

Questo contratto ha ottenuto il via libera dal parlamento tedesco proprio pochi giorni prima della manifestazione Le Bourget. Giusto in tempo perché i ministri della Difesa francese, tedesco e spagnolo firmassero un ambizioso accordo quadro sull’organizzazione del programma. Con un primo passo per la realizzazione di un primo “dimostratore” dell’aereo da combattimento entro il 2025/2026. Ma la tabella di marcia rischia di scalare in avanti. “Affinché questo progetto spicchi davvero il volo, dobbiamo andare oltre la fase dello studio preliminare” ha sottolineato infatti Eric Trappier “e proseguire spediti con il lancio dei dimostratori, è fondamentale”.

LE RETICENZE DEI PARLAMENTARI TEDESCHI

Come ha riportato Les Echos, i parlamentari tedeschi, uniti in un’alleanza tra Cdu e l’antimilitarista Spd, traccheggiano. Oltre alla scarsa sensibilità verso l’autonomia strategica in fatto di difesa, sono preoccupati che del ruolo di primo piano della Francia nel progetto industriale. Affiancandosi a Parigi, per la prima volta Berlino ha interrotto una tradizionale partnership nel campo dell’industria aeronautica. Come ha evidenziato infatti su Startmag Pietro Batacchi, direttore di Rid:“Il governo italiano ha fatto una scelta di continuità, in linea con le esperienze pregresse come la partecipazione all’Eurofighter ed al Tornado. Scartare l’iniziativa Fcas non significa l’allontanamento di Roma da Parigi-Berlino, anzi. Piuttosto sono stati i tedeschi che si sono allontanati da quanto fatto in campo aeronautico negli ultimi cinquant’anni aggregandosi con i francesi che hanno sempre sviluppato da soli i propri velivoli”.

L’EMBARGO SULLE ESPORTAZIONE TEDESCHE IN ARABIA SAUDITA

Oltre alle reticenze politiche tedesche, altro nodo da sciogliere nel programma Fcas resta la questione delle regole di esportazione del velivolo. L’attuale embargo tedesco sulla consegna di materiale bellico in Arabia Saudita sta bloccando le forniture di armi francesi o britanniche con componente tedesca. Tanto che l’ex ceo di Airbus, Tom Enders aveva ironizzato sulla necessità di produrre Eurofighter “German free”. Situazione lamentata anche dall’italiana Leonardo-Finmeccanica partner del consorzio industriale Eurofighter composto da quattro paesi: Italia, Germania, Regno Unito e Spagna. “Il Regno Unito è il primo paese sull’esportazione dell’Eurofighter in Arabia Saudita. La vendita è stata approvata dal Parlamento britannico ed è inopportuno che altri singoli paesi partecipanti al programma ne blocchino la vendita“, aveva dichiarato ad aprile l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo.

Come riporta Les Echos, pare che Parigi e Berlino abbiano concordato che un embargo tedesco si applicherà a materiale straniero solo in caso di componente tedesca oltre il 20%. Infine, a ritardare ulteriormente la tabella di marcia del programma ci ha pensato anche il cambio al vertice del Ministero della Difesa tedesco: Ursula von der Leyen, fautrice dell’accordo con Parigi sul Fcas, è stata nominata infatti Presidente della Commissione europea e al suo posto è arrivata Annegret Kramp-Karrenbauer.

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