Skip to content

Gnl

Usa e Qatar possono gasare l’Europa in crisi energetica?

Gli Stati Uniti vogliono garantire all'Europa gli approvvigionamenti di gas in caso di guerra in Ucraina e hanno avviato contatti con aziende e con il Qatar. Fatti, commenti e scenari

 

Gli Stati Uniti stanno cercando di mettere insieme una coalizione globale di produttori di gas naturale liquefatto (GNL) per garantire il soddisfacimento energetico dell’Europa nel caso in cui dovesse iniziare una guerra in Ucraina e le forniture dalla Russia dovessero interrompersi.

LA DIPENDENZA EUROPEA DAL GAS RUSSO

L’Unione europea è estremamente dipendente dal gas russo, che vale circa il 40 per cento delle importazioni del blocco. Le forniture sono peraltro già scarse – un fatto che sta contribuendo in maniera determinante all’aumento fortissimo dei prezzi dell’energia -, e le tubature che garantiscono gli approvvigionamenti passano quasi tutte per l’Ucraina.

LA CRISI TRA RUSSIA E UCRAINA

La crisi al confine russo-ucraino, lungo il quale Mosca ha schierato centomila soldati ed equipaggiamenti vari, sta facendo temere per lo scoppio di un conflitto: è un’ipotesi improbabile – la Russia non ne ha le capacità e ha altri interessi -, ma comunque possibile.

Se si dovesse arrivare allo scontro, comunque, i flussi di gas dalla Russia al Vecchio continente si ridurrebbero ancora o si azzererebbero del tutto, sia per colpa dei combattimenti che per ritorsione del Cremlino che per effetto delle sanzioni americane. La crisi energetica si aggraverebbe, e il tasso di inflazione verrebbe spinto ancora più su.

IL PIANO DEGLI STATI UNITI

Secondo fonti governative e industriali raccolte da Reuters, l’amministrazione del presidente Joe Biden ha avviato delle discussioni con diverse società energetiche internazionali (non è chiaro quali) per garantire all’Europa la certezza delle forniture di gas.

Il piano ha l’obiettivo di compattare l’Unione e farla aderire alla linea dura americana contro la Russia, rimuovendo la preoccupazione forse principale di quei paesi membri – come la Germania – meno inclini alla durezza nei confronti di Mosca: la sicurezza energetica e le ripercussioni sull’economia. Da questo allineamento eventuale Washington ne guadagnerebbe sia in deterrenza da un’eventuale invasione dell’Ucraina, sia in potere negoziale nei colloqui con Mosca sulla sicurezza e l’allargamento della NATO.

LA SITUAZIONE DEL MERCATO

Stando alle informazioni raccolte da Reuters, lo sforzo dell’amministrazione Biden è guidato dal dipartimento di Stato e in particolare da Amos Hochstein, consigliere per la sicurezza energetica.

Il piano, però, potrebbe non avere successo. Pare infatti che le aziende abbiano detto a Washington che non c’è abbastanza disponibilità di gas per rimpiazzare i volumi della Russia, la seconda maggiore produttrice del combustibile al mondo. Gli Stati Uniti ne sono invece i primi, nonché i più grandi esportatori di GNL: di norma, però, le metaniere americane non si dirigono in Europa ma verso l’Asia, data la possibilità di guadagni maggiori. Tuttavia, a dicembre diverse navi statunitensi hanno cambiato rotta per raggiungere il Vecchio continente, attirate dai prezzi altissimi del gas.

Insomma, il mercato del gas sarebbe particolarmente “ristretto”: non c’è abbastanza offerta per compensare un crollo dei livelli russi anche perché, oltre agli europei, pure la domanda di giapponesi e cinesi è elevata. C’è una competizione sulle forniture in corso.

LA RICHIESTA AMERICANA, LA RISPOSTA DELLE AZIENDE

Sembra peraltro che il dipartimento di Stato americano non abbia chiesto alle aziende di accrescere i loro livelli produttivi. Ha domandato loro, però, se abbiano la capacità di aumentare le esportazioni, ad esempio rimandando i lavori di mantenimento dei giacimenti.

CNN riporta una versione diversa della storia: scrive che il tema dell’incremento dell’output è stato effettivamente tirato fuori dall’amministrazione Biden, ma le aziende si sarebbero mostrate titubanti per via dei tempi tecnici necessari e dei rischi (fare grossi investimenti in una fonte fossile in un contesto di transizione ecologica potrebbe rivelarsi sconveniente).

RICHIESTA AL QATAR

Gli Stati Uniti hanno inoltre avviato contatti con il Qatar, uno dei maggiori esportatori di GNL, in merito alla possibilità di rifornire l’Europa di combustibile. Biden vorrebbe inoltre invitare alla Casa Bianca l’emiro Tamim bin Hamad Al Thani per approfondire la discussione, forse entro fine mese.

Torna su