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Northvolt

Tutti i piani di Northvolt sulle batterie

Northvolt ha raccolto 5 miliardi di dollari attraverso il "prestito verde" più grande d'Europa. L'azienda è cruciale per i piani di Volkswagen e Bmw (ma non solo) sulla mobilità elettrica. Tutti i dettagli.

Northvolt, startup svedese di batterie, ha fatto sapere di aver raccolto 5 miliardi di dollari in forma di “prestito verde” (green loan) da un gruppo di ventitré banche commerciali, oltre che dalla Banca europea per gli investimenti e dalla Banca nordica degli investimenti, un istituto controllato da Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania e Islanda.

NORTHVOLT HA MESSO DA PARTE OLTRE 13 MILIARDI

Reuters ha scritto che si tratta del green loan più grande mai raccolto in Europa, che include il rifinanziamento del pacchetto di debito da 1,6 miliardi di dollari del 2020. Così, Northvolt ha messo da parte oltre 13 miliardi tra capitali propri e terzi per espandere le sue operazioni manifatturiere in Europa (Svezia, Germania, Polonia) e Nordamerica (Stati Uniti, Canada).

L’AIUTO DI STATO DALLA GERMANIA

Solo pochi giorni prima, peraltro, l’azienda si era vista approvare dalla Commissione europea l’aiuto di stato da 902 milioni di euro che la Germania le concederà per sostenere la costruzione di una fabbrica di batterie per veicoli elettrici nel nord del paese.

VOLKSWAGEN E BMW (MA NON SOLO) FESTEGGIANO

Il prestito verde e l’autorizzazione del sussidio pubblico sono buone notizie per i finanziatori di Northvolt – nella lista figurano BlackRock e Goldman Sachs – e in particolare per le case automobilistiche che avranno bisogno delle sue batterie per realizzare la transizione alla mobilità elettrica: ovvero le tedesche Volkswagen e BMW. In totale, la startup ha ricevuto ordini dai produttori di veicoli per un valore di 55 miliardi di dollari: non solo dalle due già citate, ma anche da Scania (svedese) e da Volvo (il marchio è svedese ma la proprietà è cinese, del gruppo Geely).

Attorno alle batterie si è creata una questione di sicurezza industriale: sono infatti una tecnologia critica per la transizione energetica, ma la loro manifattura – o meglio: l’intera filiera, fin dalle materie prime – è dominata dalla Cina in percentuali molto alte. Sia l’Unione europea che l’America considerano la Cina una rivale sistemica e una concorrente economica, e stanno perciò incentivando la produzione locale in modo da rendersi più autonome. Il sussidio tedesco a Northvolt serve a garantire che l’azienda rimanga sul territorio europeo anziché concentrare gli investimenti negli Stati Uniti per approfittare dei crediti dell’Inflation Reduction Act, la legge da 369 miliardi di dollari di stimolo alla manifattura americana di tecnologie pulite.

Northvolt viene considerata la grande speranza d’Europa sulle batterie, cioè l’azienda più importante per la costruzione di una filiera domestica per la mobilità elettrica che possa consentire all’Unione di rivaleggiare con l’Asia e con gli Stati Uniti.

– Leggi anche: Tutti gli errori e i ritardi dell’Ue sulle auto elettriche

I PIANI DI NORTHVOLT: L’IPO E NON SOLO

Il successo di Northvolt – un’azienda tecnologicamente avanzata ma non in possesso della scala produttiva dei colossi cinesi come CATL e BYD o sudcoreani come LG – potrebbe portare a un’offerta pubblica iniziale. Secondo Reuters l’IPO sarebbe in preparazione, e la società potrebbe ottenere una valutazione di oltre 20 miliardi di dollari.

La quotazione, comunque, non sarebbe imminente, stando all’amministratore delegato Peter Carlsson.

Nel più breve termine, Northvolt si concentrerà sull’espansione della sua fabbrica a Skelleftea, in Svezia (la principale), alla quale verrà affiancato uno stabilimento di recupero dei materiali per le batterie, che verranno riutilizzati in un’ottica di economia circolare e di maggiore sostenibilità.

L’azienda ha anche intenzione di investire 5,2 miliardi di dollari in una fabbrica in Canada.

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