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Northvolt

Non solo Northvolt: Germania, Francia e Italia ricevono l’ok agli aiuti di stato

La Commissione europea ha autorizzato un aiuto di stato da 902 milioni di euro a Northvolt per la costruzione di una fabbrica di batterie in Germania. Il sussidio - dicono da Bruxelles - serve a evitare il dirottamento degli investimenti negli Stati Uniti. Anche Italia e Francia ottengono l'ok agli incentivi pubblici.

La Commissione europea ha approvato oggi gli aiuti di stato tedeschi a Northvolt per la costruzione di una fabbrica di batterie per i veicoli elettrici in Germania.

QUANTO VALE L’INVESTIMENTO

Il sussidio vale 902 milioni di euro in tutto, diviso tra una sovvenzione diretta da 700 milioni e una garanzia da 202 milioni. L’investimento ammonta complessivamente a 4,5 miliardi di euro.

L’UE SI PROTEGGE DALL’IRA AMERICANA

Secondo la Commissione europea, in assenza dell’aiuto di stato la startup svedese avrebbe investito negli Stati Uniti in modo da beneficiare dei crediti d’imposta offerti dall’Inflation Reduction Act, la legge di stimolo alla manifattura americana di “tecnologie pulite” dal valore di 369 miliardi di dollari. La fabbrica tedesca, invece – così sostiene Bruxelles -, contribuirà alla transizione energetica dell’Unione europea, che ha nella mobilità elettrica uno dei suoi fondamenti.

In un comunicato, la commissaria europea per la Concorrenza Margrethe Vestager ha dichiarato che “questa misura tedesca da 902 milioni di euro è il primo aiuto individuale approvato per evitare che un investimento venga dirottato al di fuori dell’Europa”.

COSA SAPPIAMO DELLA FABBRICA DI NORTHVOLT IN GERMANIA

L’impianto di Northvolt sorgerà a Heide, una città nel nord della Germania, e avrà una capacità annua di 60 gigawattora, quanto basta per alimentare – a seconda della dimensione della batteria – tra le 800.000 e il milione di automobili elettriche ogni anno. Si stima che la produzione avrà inizio nel 2026 e raggiungerà la piena capacità nel 2029. I posti di lavoro creati dovrebbero essere all’incirca tremila.

CHI SOSTIENE NORTHVOLT

Tra gli investitori di Northvolt figurano la casa automobilistica tedesca Volkswagen, la società d’investimento statunitense BlackRock e la banca d’affari americana Goldman Sachs.

L’INNOVAZIONE PER LE BATTERIE AL SODIO

Lo scorso novembre Northvolt ha fatto sapere di aver sviluppato una tipologia di batterie agli ioni di sodio (una tecnologia diversa da quella dominante, agli ioni di litio, ma simile) che non contiene litio, cobalto né nichel: è stato un annuncio interessante, perché l’estrazione e la raffinazione di questi tre metalli è controllata dalla Cina. Pechino è anche la maggiore produttrice al mondo di batterie al litio.

Le batterie al sodio non hanno la stessa densità di quelle al litio (non immagazzinano la stessa quantità di energia nello stesso spazio, cioè) e dunque sono poco adatte all’uso nei veicoli elettrici per via delle maggiori dimensioni; sembrano invece essere più adatte allo stoccaggio energetico per via del costo inferiore e delle migliori prestazioni ad alte e basse temperature.

La batteria agli ioni di sodio di Northvolt possiede una densità energetica di 160 wattora al chilo, non troppo lontana da quella delle batterie al litio utilizzate per lo stoccaggio (180 Wh al chilo).

L’UE AUTORIZZA ANCHE I SUSSIDI FRANCESI

Oltre al sussidio tedesco, la Commissione europea ha autorizzato anche il programma francese da 2,9 miliardi di euro in aiuti di stato alla manifattura di tecnologie pulite: batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore e i relativi materiali di base e intermedi.

La misura rientra nel Temporary Crisis and Transition Framework, che dallo scorso marzo consente agli stati membri dell’Unione di definire programmi più semplici di sostegno alle cosiddette tecnologie net-zero. Finora, a beneficiare del rilassamento delle regole sugli aiuti pubblici sono state soprattutto Germania e Francia, mentre i governi con minori capacità di spesa (Italia inclusa) sono rimasti indietro.

A fine dicembre la Commissione ha approvato il piano di aiuti da 17,7 miliardi dell’Italia per lo sviluppo di un sistema centralizzato per lo stoccaggio dell’energia rinnovabile.

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