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Draghi

Perché Draghi non molla il gas

Al Consiglio europeo Mario Draghi ha difeso la presenza del gas nel mix energetico, almeno finché le rinnovabili non conosceranno uno sviluppo sufficiente. Tutti i dettagli

 

Al Consiglio europeo si è discusso anche di prezzi dell’energia, il cui forte aumento – specie quelli del gas naturale – ha causato una notevole crescita delle bollette. Sei paesi dell’Unione hanno già provveduto ad arginarla con delle misure specifiche: Francia, Spagna, Portogallo, Grecia Slovenia e Italia.

COSA HA DETTO DRAGHI SUL GAS

Secondo la Commissione europea, l’impennata dei prezzi del gas dovrebbe stimolare gli stati membri ad accelerare nel processo di transizione energetica, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili per aumentare l’utilizzo delle fonti rinnovabili.

Ma – stando alle fonti del Sole 24 Ore – durante la riunione del Consiglio Mario Draghi si è speso per difendere il gas, definendolo una fonte da preservare fintantoché la presenza delle rinnovabili (come l’eolico e il solare) nel mix energetico non sarà diventata sufficiente a soddisfare il fabbisogno nazionale.

Il gas naturale occupa oggi una quota superiore al 40 per cento nel sistema italiano. La Commissione europea non stabilisce quote precise di ripartizione delle fonti nei vari mix nazionali, lasciando ai singoli governi la scelta sulle proporzioni da dare a rinnovabili, gas, nucleare o altro. Anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha recentemente ricordato che “il mix energetico è una responsabilità nazionale”.

“Bisogna intervenire al più presto per limitare gli aumenti del prezzo dell’energia, per preservare la ripresa e salvaguardare la transizione ecologica”, ha detto Draghi nel suo intervento al Consiglio europeo. Ha insistito in particolare sulla necessità di sviluppare le interconnessioni tra stati e a produrre al più presto degli inventari sulle riserve presenti in Europa.

LE RISERVE DI GAS

La Commissione europea sta valutando la possibilità di istituire una riserva strategica europea di gas naturale, ovvero delle scorte comuni alle quali attingerà in momenti di crisi. Sarà costituita dagli acquisti collettivi di gas da parte dei vari membri dell’Unione, dietro partecipazione volontaria.

L’istituzione di una riserva strategica era stata proposta dalla Spagna (promotrice di una linea più interventista di Bruxelles sulle questione energetiche) e appoggiata dall’Italia. L’idea ha ricevuto l’appoggio della compagnia energetica francese TotalEnergies. La Germania invece, come si legge su Euractiv, non è interessata.

COSA SI È DETTO AL CONSIGLIO EUROPEO

Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a studiare il funzionamento dei mercati del gas e dell’elettricità. Ad oggi il mercato elettrico europeo è infatti strutturato in maniera tale che il prezzo dell’energia elettrica viene determinato da quello della fonte primaria più costosa: in sostanza, i prezzi del gas e dell’elettricità sono legati.

L’altra richiesta del Consiglio alla Commissione riguarda l’ETS, ovvero il mercato europeo per la compravendita di “quote di emissione” tra le aziende: il sistema serve a scoraggiare l’utilizzo dei combustibili fossili attraverso un aumento progressivo del prezzo di queste quote. Benché l’attuale situazione di crescita dei prezzi dell’energia – non solo in Europa, ma in tutto il mondo – sia legata principalmente a un gap tra domanda e offerta di gas, il prezzo maggiore delle quote di carbonio ha contribuito al rialzo delle tariffe energetiche europee.

Il dibattito tra le istituzioni europee e i paesi membri, comunque, non è terminato ma proseguirà nelle prossime settimane.

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