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Gas

Ecco le prossime intese fra Italia e Spagna sul gas

L'Italia vuole dotarsi di navi per il gas liquefatto, ma non è la sola: anche Francia e Germania vanno nella stessa direzione. A Bruxelles, il governo Draghi si scontra con i Paesi Bassi. Mentre con la Spagna ci sono accordi in fieri. Tutti i dettagli

 

L’Unione europea ha intenzione di sostituire una parte del gas che acquista dalla Russia (50 miliardi di metri cubi sui 155 miliardi totali) con il gas liquefatto, o GNL. Per farlo, però, ha bisogno innanzitutto di impianti che consentano di ricevere le navi e di riportare allo stato gassoso il combustibile liquido.

Attualmente i rigassificatori europei sono pochi e distribuiti in maniera disomogenea: si concentrano in Spagna, che però non è sufficientemente connessa con il resto del continente; alcuni paesi non ne hanno affatto, come la Germania, che si è mossa per recuperare. Anche l’Italia intende potenziare la propria capacità di rigassificazione (qui l’approfondimento di Startmag).

COSA SUCCEDE TRA GOVERNO E SNAM

L’Italia dispone, ad oggi, di tre rigassificatori per il GNL: uno a terra a Panigaglia (La Spezia) e due in mare, a Livorno e a Porto Viro (Rovigo).

Il governo ha chiesto a Snam, la società energetica che gestisce la rete italiana dei gasdotti, di acquisire un’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione (ovvero una nave che funge da rigassificatore) e di noleggiarne una seconda.

Non sarà facile. C’è infatti una competizione internazionale per l’accaparramento di queste navi, la cui disponibilità è peraltro limitata. Quanto ai costi, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha parlato di una spesa di centinaia di milioni per il noleggio.

Stando alle fonti di La Stampa, Snam avrebbe già individuato la prima nave rigassificatrice, ma l’affare potrà concludersi solo una volta valutate le condizioni del mezzo.

COSA FANNO FRANCIA E GERMANIA

Similmente al caso italiano, il governo francese sta discutendo con la società petrolifera TotalEnergies per la costruzione di un terminale galleggiante per il GNL al porto di Le Havre, nel nord.

Secondo lo Spiegel, la Germania potrebbe noleggiare tre navi rigassificatrici.

DOVE METTERE LE NAVI

Le navi rigassificatrici che Snam dovrà acquisire potrebbero venire collocate nel mar Tirreno (a Piombino, in provincia di Livorno) e nel mar Adriatico (o a Ravenna o in Puglia), riporta La Stampa. I porti dovranno avere  dimensioni adatte e fondali sufficientemente profondi ad accogliere le metaniere cariche di GNL. Il tempo stimato per l’entrata in funzione degli impianti è di dodici-diciotto mesi dal momento dell’autorizzazione.

Pare che – stando al quotidiano – la Sicilia verrà esclusa per non sovraccaricarne l’infrastruttura di gasdotti, viste le previsioni sull’aumento delle importazioni dall’Algeria.

LO SCONTRO IN EUROPA SUL GAS

Vista la necessità di un distacco rapido dagli idrocarburi russi, per tutelare la sicurezza energetica e contemporaneamente risparmiare sul prezzo, alcuni membri dell’Unione europea – l’Italia, la Spagna e il Portogallo – hanno proposto un meccanismo di acquisto collettivo, a livello comunitario, del gas naturale. Il risultato dovrebbe essere il seguente: presentandosi sul mercato come un solo grande acquirente, l’Unione europea potrebbe far valere il suo peso e ottenere dai venditori un prezzo più vantaggioso rispetto a quelli che i vari paesi si ritroverebbero a pagare singolarmente. Al vertice del Consiglio europeo della scorsa settimana se ne è discusso, ma non è emerso un accordo concreto.

La coalizione “mediterranea” di cui fa parte l’Italia vorrebbe l’imposizione di un tetto massimo al gas acquistato via tubature, visto che i prezzi hanno raggiunto livelli altissimi. A opporsi sono i Paesi Bassi, che non vogliono interferenze con i meccanismi di mercato: c’entra il fatto che lo scambio dei contratti del gas europei avviene ad Amsterdam. Rivolto al primo ministro nederlandese Mark Rutte, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato che “il mercato del gas oggi funziona come il mercato dei tulipani nel Diciassettesimo secolo”, riferendosi alla bolla dei tulipani del 1637.

Dalla parte dei Paesi Bassi ci sono la Germania e la Svezia. Il governo tedesco di Olaf Scholz, scrive Federico Fubini su La Stampa, si è scontrato con Draghi, chiedendo un’accelerazione sulle fonti rinnovabili piuttosto che sul gas.

Le differenze di vedute tra i membri dell’Unione europea non si sono risolte. Si cercherà di risolvere lo stallo il prossimo maggio.

IL PONTE TRA SPAGNA E ITALIA

La Spagna e l’Italia hanno concordato un “ponte navale” per il trasporto, in caso di emergenza, di gas liquefatto da Barcellona al rigassificatore di Panigaglia, nel golfo della Spezia, di proprietà di Snam.

L’impianto della società spagnola Enagás a Barcellona, dal quale partirebbe il GNL fornito all’Italia, ha una capacità di 800mila metri cubi di gas liquefatto ed è il più grande del Mediterraneo. Il terminale di Panigaglia, però, può gestirne solo 90mila metri cubi.

Il giornale spagnolo La Vanguardia riporta che l’Italia e la Spagna potrebbero realizzare un gasdotto sottomarino tra Barcellona e la costa genovese, che fungerebbe da alternativa al MidCat, la condotta tra Spagna e Francia.

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