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I consigli del Wwf per ripartire in modo sostenibile

Il Wwf ha elaborato un documento per il post-emergenza: una lista di cose da fare nei prossimi mesi per allontanare altre paure legate agli scarichi inquinanti e alle emissioni di PM10

C’è un tema che i questi giorni ci sta particolarmente a cuore e su cui il governo Conte dopo i disastri del Covid-19 può mostrare maggiore credibilità: la ripresa economica senza inquinamenti e danni ambientali. Espressione di un partito ambientalista, a volte strabico, Conte si trova nella eccellente posizione di aiutare imprese e artigiani a non danneggiare oltre l’ambiente.

Il Wwf, che questi temi tratta con competenza, ha messo giù un documento per il post-emergenza. Una lista di cose da fare nei prossimi mesi per allontanare altre paure legate agli scarichi inquinanti, alle emissioni di PM10, a devastazioni territoriali.

“Se vogliamo che la crisi economica non duri per lungo tempo, le misure di sostegno del post-emergenza da coronavirus devono coincidere con quelle per la mitigazione della crisi climatica”, hanno scritto gli ecologisti. Le loro proposte non sono scolpite nella pietra. E d’altra parte se nel governo si rinuncia a qualche presunzione, ad avere troppe certezze su queste questioni, possono venir fuori decisioni sagge. Se il premier ragiona bene di suo, può trarne anche qualche vantaggio per il suo futuro politico.

Per non rimanere intrappolati nell’economia del passato e mettere lavoratori ed aziende in uno stato di crisi permanente è arrivato il momento di valutare bene e a quali condizioni si concedono i finanziamenti energetici. A chi vanno, ci domandiamo? La pandemia ha segnato la fine di un’era industriale. Perché continuare, allora, a dare soldi ad aziende e imprenditori che non pensano a ridurre le emissioni inquinanti, a tutelare la salute delle persone? Le concause con il Covid-19 sono allo studio. Non sono tutti della stessa pasta, gli imprenditori, questo è chiaro. Molti di loro hanno portato l’Italia a livelli discreti nelle classifiche mondiali. Ma ora bisogna saper ben distinguere i beneficiari che infondo sono aiuti di Stato. Discorso a parte meritano Eni, Enel, Snam, Edison ed altre major incamminate verso le rinnovabili con soldi propri.

Da tempo in Italia si discute di introdurre una carbon tax che pure sarebbe di aiuto per la salvaguardia dell’ambiente. Ma nel frattempo, dice Wwf, bisogna rivedere i meccanismi di concessione di 19 miliardi di euro a vantaggio delle fonti tradizionali. I traguardi mondiali di abbassamento degli impatti climatici sono a dieci e trenta anni. Siamo entrati nel periodo intermedio con petrolio, gas, eolico, solare, biomasse, ecc… obbligate a convivere. La bilancia del sostegno finanziario fossili-rinnovabili dovrà per forza pendere a favore delle seconde. Delle prime sappiamo tutto, di come hanno ridotto il pianeta, delle fluttuazioni finanziarie, delle relazioni con le malattie respiratorie. La strada per superare una transitoria contrapposizione è stata tracciata a livello mondiale. Bisogna soltanto percorrerla. Il coronavirus ha dato una mano ad andare più veloce.

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