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Tetto Prezzo Gas

Eni-Sonatrach, ecco come l’Italia si gaserà in Algeria

La visita di Draghi in Algeria, lunedì 11 aprile, serve a potenziare i flussi di gas verso l'Italia. Ecco dati, analisi, incognite e il ruolo di Eni

 

Stando alle anticipazioni della stampa, nel corso della visita – oggi pomeriggio – del presidente del Consiglio Mario Draghi in Algeria verrà firmato un accordo per l’aumento del 50 per cento delle esportazioni algerine di gas naturale verso l’Italia.

Draghi incontrerà il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune. Oltre al gas, dovrebbero accordarsi per degli investimenti congiunti nell’energia rinnovabile.

ECCO I DETTAGLI DELL’ACCORDO ENI-SONATRACH: COSA SI DICE E COSA NON SI DICE. L’APPROFONDIMENTO DI START MAGAZINE

IL PIANO DEL GOVERNO PER SOSTITUIRE IL GAS RUSSO

L’accordo sul gas rientra nel piano del governo per il distacco dalla Russia, attualmente la principale fornitrice italiana con una quota del 43 per cento nel 2020. Al di là della riduzione del riscaldamento negli edifici pubblici e in aggiunta agli acquisti di gas liquefatto, il piano punta innanzitutto proprio sull’incremento delle importazioni di combustibile dal Nord Africa.

QUANTO VALE IL GAS DELL’ALGERIA PER L’ITALIA

Nel 2021 l’Italia ha importato circa 21 miliardi di metri cubi di gas dall’Algeria, che è stata la seconda maggiore fonte dopo la Russia (29 miliardi di metri cubi, ma il dato risente della politica di Mosca di riduzione delle vendite sul mercato spot).

COSA PREVEDE L’ACCORDO

Come riporta Bloomberg, a seguito dell’accordo l’Algeria dovrebbe aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia di circa 9-10 miliardi di metri cubi su base annua, e dovrebbe garantire questi volumi aggiuntivi a partire dal 2022.

Se così dovesse essere, Algeri diventerà probabilmente la principale fornitrice italiana di gas, sostituendosi a Mosca.

Nel testo finale – come si legge in un comunicato Eni – prevede: “Tale accordo utilizzerà le capacità disponibili di trasporto del gasdotto per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche, fornendo gradualmente volumi crescenti di gas a partire dal 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno nel 2023-24”.

ECCO I DETTAGLI DELL’ACCORDO ENI-SONATRACH: COSA SI DICE E COSA NON SI DICE. L’APPROFONDIMENTO DI START MAGAZINE

I PROBLEMI DELL’ALGERIA

L’Algeria può essere utile a compensare, in parte e in tempi relativamente brevi, un eventuale blocco degli acquisti di gas dalla Russia come ritorsione per l’invasione dell’Ucraina: Draghi ha detto di essere favorevole, se l’Unione europea (molto dipendente dagli idrocarburi russi, in media) dovesse decidere di procedere unita in questo senso.

In prospettiva, però – come spiegavamo su Startmag -, l’Algeria pone diversi problemi. Uno è l’instabilità politica interna, che disincentiva gli investimenti nell’industria energetica e potrebbe anche causare una paralisi delle forniture. L’altro è la crescente domanda nazionale di gas (prima della pandemia, l’aumento medio annuo dal 2010 al 2019 è stato superiore al 6 per cento), che ne riduce le quantità destinabili all’esportazione.

L’Algeria, inoltre, potrebbe non essere un fornitore pienamente affidabile perché potrebbe subordinare i volumi e le condizioni dell’export di gas allo stato delle relazioni politiche, “punendo” quei clienti accusati di ingerenza nei propri affari. Di recente, per esempio, Algeri ha anticipato una revisione al rialzo dei prezzi delle forniture gas alla Spagna. Il vero motivo alla base di questa mossa potrebbe però non essere economico ma politico, per protesta contro la decisione di Madrid di appoggiare il piano del Marocco (rivale algerino) sull’autonomia del territorio del Sahara occidentale.

L’ALGERIA E L’ENI

L’Algeria invia gas all’Europa attraverso tre condotte: due arrivano in Spagna e una in Italia (il TransMed, in Sicilia).

algeria
Via S&P Global Platts.

Una delle tubature che terminano in Spagna passa per il Marocco, ma è stata sospesa a seguito di una disputa diplomatica tra Algeri e Rabat, scrive Bloomberg.

Il TransMed ha una capacità di 30 miliardi di metri cubi annui; l’anno scorso è stato utilizzato per 21 miliardi. Sonatrach, la compagnia energetica statale algerina, ha detto di avere solo “qualche miliardo di metri cubi aggiuntivi” di gas a disposizione per l’export. Ha aggiunto, tuttavia, di stare accelerando nell’esplorazione delle riserve e di poter quindi raddoppiare la propria capacità produttiva nel giro di quattro anni (l’economia algerina si fonda sulla vendita di combustibili fossili).

Eni possiede dei contratti di fornitura a lungo termine con l’Algeria. L’amministratore delegato della società, Claudio Descalzi, ha visitato più volte il paese nelle ultime settimane, anche accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. A novembre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva effettuato una visita di stato in Algeria.

Eni e Sonatrach stanno discutendo su come potenziare i flussi di gas. Il 20 marzo le due aziende hanno annunciato una grossa scoperta di idrocarburi nel bacino del Berkine nord. In precedenza, a dicembre, avevano firmato un accordo da 1,4 miliardi di dollari per la produzione di petrolio e gas nella parte meridionale del bacino.

ECCO I DETTAGLI DELL’ACCORDO ENI-SONATRACH: COSA SI DICE E COSA NON SI DICE. L’APPROFONDIMENTO DI START MAGAZINE

COSA PUÒ FARE DAVVERO L’ALGERIA

Sul Messaggero Gianni Bessi, consigliere regionale del Partito democratico in Emilia Romagna ed esperto di geopolitica energetica, ha scritto che difficilmente l’Algeria potrà aumentare le forniture di gas all’Italia di 10 miliardi di metri cubi, e che “la stima più realistica” è di 3 miliardi, viste le condizioni del settore.

La capacità del gasdotto Medgaz tra Algeria e Spagna, inoltre, potrebbe venire aumentata da 8 a 10 miliardi di metri cubi annui. La Spagna, però, non possiede una rete di gasdotti in grado di inviare al resto dell’Europa le forniture di gas in eccesso. Potrebbe però – scrive Bessi – aumentare gli stoccaggi di gas liquefatto, che l’Italia potrebbe poi ricevere potenziando il rigassificatore di Panigaglia e posizionando una nave rigassificatrice a Piombino.

L’Italia, inoltre, potrebbe sfruttare le tensioni tra Algeria e Marocco per dirigere verso di sé il gas destinato al gasdotto tra i due paesi, bloccato a seguito delle tensioni politiche.

Ancora in via di definizione, infine, sono i tempi di realizzazione del Nigal, un gasdotto da 30 miliardi di metri cubi all’anno dalla Nigeria all’Algeria da collegare al TransMed e al resto delle condotte verso l’Europa.

ENEL ESCLUSA DAGLI ACCORDI?

Su L’Espresso si legge che i contratti di fornitura con l’Algeria di Eni ed Enel risalgono al 2019 e riguardano volumi inferiori a 13 miliardi di metri cubi all’anno.

Il settimanale fa notare la “totale emarginazione di Francesco Starace”, amministratore delegato di Enel, dalle trattative con l’Algeria; Eni, al contrario, ne è protagonista. Secondo L’Espresso, il motivo sarebbe “intuitivo: meno di un mese prima dell’attacco in Ucraina, Starace disobbedì all’ordine di Mario Draghi di non partecipare a una teleconferenza con Putin. Questo episodio ha troncato la figura del premier nel manager”.

LA RUSSIA ATTACCA DI MAIO

Di Maio ha dichiarato che il piano del governo per il distacco dalla Russia servirà a rendere l’Italia “più indipendente dai ricatti”, alludendo alla Russia. Il ministero degli Esteri di Mosca ha risposto – si legge sul Corriere della Sera – che “è l’Unione europea che ricatta la Russia con sanzioni e minacce di nuovi restrizioni”. Le sanzioni europee sono una risposta all’invasione dell’Ucraina.

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