Durante la sua visita di stato in Algeria, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inaugurato un giardino – ad Algeri, la capitale del paese – dedicato a Enrico Mattei. A Mattei è intitolato anche il gasdotto Transmed che collega Algeria, Tunisia e Italia.
Visita di Stato in #Algeria 🇩🇿, il Presidente #Mattarella 🇮🇹 inaugura il Giardino “Enrico #Mattei” pic.twitter.com/YQDKtDhjwC
— Quirinale (@Quirinale) November 7, 2021
IL RUOLO DI MATTEI PER ENI E L’ITALIA
Morto nel 1962 in un incidente aereo molto discusso, Enrico Mattei fu fondatore e presidente della società energetica Eni. E fu una figura rilevantissima sia per la proiezione economica e politica italiana che per la storia dell’Algeria, sostenendone l’indipendenza dalla Francia (nel 1962, dopo una guerra iniziata nel 1954). Questo appoggio gli portò minacce di morte da parte dell’OAS, un gruppo paramilitare-terroristico francese contrario al distacco dell’Algeria, oltre che molti contrasti con le compagnie petrolifere britanniche e americane che controllavano il mercato. Mattei le chiamava “Sette sorelle”; oggi, tra evoluzioni e accorpamenti varie, sono diventate quattro: BP, Shell, ExxonMobil e Chevron.
Mattei si distinse per le sue interlocuzioni economiche dirette e “tra pari” con i governi delle ex-colonie, proponendo contratti più convenienti di quelli delle Sette sorelle in quanto a ripartizione dei profitti. Seppe cavalcare, a vantaggio dell’Eni, il contesto storico della decolonizzazione e del non-allineamento pur restando nell’alleanza atlantica, firmando accordi con Tunisia, Marocco, Egitto e Iran. Promosse l’indipendenza dell’Algeria anche perché interessato allo sfruttamento dei giacimenti nazionali di idrocarburi, in mano alla Francia.
IL TWEET DI MELONI (AFFARI ISTITUZIONALI ENI)
Riconoscendone il suo ruolo geopolitico per l’Italia, ad Algeri Mattarella ha detto che Enrico Mattei “fu uno dei costruttori della Repubblica Italiana”.
Su Twitter Stefano Meloni, responsabile delle relazioni istituzionali di Eni per l’Italia, ha scritto: “La lezione e l’esperienza di Enrico Mattei sono ‘più che mai attuali’. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervistato dal quotidiano algerino Libertè nel primo giorno della visita di Stato ad Algeri”.
La lezione e l’esperienza di Enrico Mattei sono “più che mai attuali”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervistato dal quotidiano algerino Libertè nel primo giorno della visita di Stato ad Algeri @Agenzia_Italia #Mattarella @Quirinale #EnricoMattei https://t.co/QYBxztnPEM
— stefano meloni (@stefanomeloni12) November 7, 2021
COSA FA ENI IN ALGERIA, OGGI: I DATI
Eni è presente in Algeria dal 1981 e opera nei settori degli idrocarburi e delle fonti rinnovabili: le attività si concentrano nel deserto di Bir Rebaa, nella parte centro-orientale del paese.
Nel 2020 ha prodotto 19 milioni di barili di petrolio e condensato e 1,6 miliardi di metri cubi di gas naturale. In quanto a rinnovabili, invece, nel 2020 la capacità fotovoltaica installata ammontava a 5 megawatt ma Eni sta lavorando per l’espansione dell’impianto fotovoltaico di Bir Rebaa North.
GLI SCENARI
A giugno l’agenzia di stampa Reuters rivelò le trattative di Eni con BP (una delle “Sette sorelle” di Mattei: al tempo si chiamava Anglo-Iranian Oil Company) per acquisirne gli asset in Algeria. I dettagli non sono noti, e le due società non hanno rilasciato commenti.
In tempi di transizione energetica, i grandi gruppi petroliferi stanno riorganizzando i propri modelli di business e concentrandosi sulle operazioni più redditizie. BP vorrebbe ad esempio focalizzarsi sul golfo del Messico e giudica l’Algeria un luogo sconveniente in cui fari affari: il quadro normativo in vigore nel paese prevede infatti che le società ottengano delle aliquote basate sui livelli produttivi dei giacimenti (gli accordi di questo tipo si chiamano PSA, o production sharing agreement).
BP ha già cercato di disfarsi dei suoi asset algerini – nel 2020 ha prodotto 141 milioni di piedi cubici di gas e 6000 barili di petrolio al giorno -, ma senza successo. Eni, però, ha interesse a espandersi in Nordafrica, principalmente in Egitto, e dunque l’espansione in Algeria potrebbe mirare a fare del paese un nuovo hub energetico.
Secondo la rivista francese Jeune Afrique, focalizzata sull’Africa francofona, l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha compiuto diversi viaggi in Algeria per convincere l’azienda statale Sonatrach ad autorizzare l’acquisizione delle proprietà di BP nel paese da parte del Cane a sei zampe. La rivista francese ha indugiato elencando mosse e uomini Eni al lavoro in Algeria e non solo.