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Turismo

Effetto coronavirus nell’inquinamento del Veneto. Report Arpa

Nelle settimane di lockdown, in Veneto l'inquinamento derivante dalla mobilità si è ridotto dal 30 all’80%. Tutti i numeri del report dell'Arpa

 

La Regione Veneto non è collassata. Il Covid-19 è partito anche dal suo territorio, ma alla fine i danni sono stati meno gravi di quanto si poteva immaginare all’inizio. Il lockdown ha fatto bene e il Presidente Luca Zaia può continuare a ritenersi soddisfatto.

La sua Agenzia di protezione ambientale ha diffuso i dati sulla qualità dell’aria nelle settimane peggiori: una diminuzione delle emissioni da traffico dal 30 all’80%. Le restrizioni e la tenacia dell’apparato regionale hanno tenuto le persone chiuse in casa e ridotto in un’area vasta i livelli di inquinamento.

Dal 23 febbraio al 31 marzo la gente ha respirato aria più pulita mentre l’Arpa Veneto studiava le concentrazioni di biossido di azoto, PM10 e monossido di azoto. In sintesi meno benzina, gasolio e metano da autotrazione hanno tutelato la salute di milioni di persone.

Nello stesso periodo diminuivano contagi e ricoveri nelle strutture sanitarie. Per contro, spiegano i tecnici veneti, le emissioni da riscaldamento domestico non hanno subito contrazioni. In qualche caso ci sono stati addirittura incrementi, dovuti probabilmente alla maggiore permanenza della popolazione in casa. Quanto influiscano le fonti di energia tradizionali sulla salute degli abitanti delle Regioni del Nord è materia di studio in decine di Centri di ricerca.

Interessante, per esempio, sapere che le concentrazioni degli inquinanti in aria nelle varie province venete hanno avuto diminuzioni dal 19% al 50% per il biossido di azoto e dal 22 al 32% per il PM10, rispetto alla media degli anni 2016-2019. È vero che le condizioni meteorologiche di marzo 2020 sono state diverse dagli anni precedenti ed hanno influito sui buoni risultati, ma sotto accusa sono gli scarichi delle automobili.

Sicuramente, con la completa riapertura delle attività e la ripresa del turismo, Zaia terrà conto di questi dati per altre misure restrittive. Lo studio dell’Arpa Veneto sarà utilizzato anche nel progetto europeo “Life Prepair” che valuta l’inquinamento dell’aria nel bacino padano e nel progetto nazionale “Pulvirus”, specifico sul rapporto tra pandemia e inquinamento dell’aria. Sperando che alla fine lo leggano anche a Roma.

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