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Europa Gas

Chi e perché condanna Commissione Ue e Germania sulle mosse energetiche

Cosa scrivono Tabarelli, Deaglio e Bassanini sulle mosse energetiche della Commissione europea e della Germania. L'Italia può replicare il piano Scholz?

 

Riunioni Ue e piano della Germania: dossier energia al centro dell’Europa.

Ecco alcuni dei commenti di analisti ed esperti sulle mosse di Bruxelles e Berlino.

L’ANALISI DI TABARELLI (NOMISMA ENERGIA)

Intervenuto sul Sole 24 Ore, Davide Tabarelli – professore di economia all’Università di Bologna e presidente della società di ricerca Nomisma Energia – ha criticato la Commissione europea per il suo rifiuto di imporre un tetto al prezzo di tutto il gas naturale importato dall’Unione, limitandosi a un price cap sulla sola Russia.

“Scelta politica, ritorsione, che poco ha a che fare con l’economia”, scrive Tabarelli, “perché non riduce i prezzi delle bollette, visto che dalla Russia ormai non importiamo più nulla”.

COME GIUSTIFICARE UN TETTO BASSO AL PREZZO DEL GAS?

“Chi impone il prezzo deve essere in condizione di forza, ma ora l’Europa è il compratore più debole mai visto al mondo”, aggiunge. Questo perché se un anno fa i prezzi del gas erano a 80 euro al megawattora – comunque molto più alti del normale -, oggi sono sui 180-200, dopo aver toccato il record di 346 €/MWh ad agosto.

“Non è nell’interesse di chi vende che il compratore sia strozzato”, spiega Tabarelli. “Oggi, i venditori, nel caso, avrebbero troppi problemi a spiegare ai propri stati perché accettino un tetto al prezzo, mettiamo a 100, o a 200, quando è stato oltre i 300”.

IL NO DELLA FRANCIA AI GASDOTTI

A detta dell’economista è “paradossale che fra le ragioni per non mettere il tetto ci si aggrappi alla necessità di non alterare i flussi del gas, mentre esplodono per attentati le infrastrutture di trasporto sul nostro territorio, il Nord Stream, oppure mentre la Francia, inspiegabilmente, non vuole costruire gasdotti con la Spagna, dove abbonda la capacità di importazione di gas liquido”.

– Leggi anche: Perché la Francia non dice oui al gasdotto con la Spagna spinto da Scholz?

COSA FARE CON ELETTRICITÀ E GAS, SECONDO TABARELLI

Tabarelli scrive poi che la Commissione europea è favorevole al disaccoppiamento del prezzo di elettricità e gas: lo definisce una “correzione pesante che è una maniera elegante per dire, nella sostanza, che il mercato elettrico non funziona e che allora si possono fissare tariffe con intervento degli Stati per compensare le differenze fra i costi di produzione da gas e il tetto al prezzo elettrico”.

“Lo stesso deve essere fatto per il gas”, sostiene l’esperto, “riconoscendo che occorre un intervento politico e, con un bagno di umiltà, chiedere aiuto, imporlo, a Olanda, Norvegia e Stati Uniti, nostri alleati in una guerra, non solo economica, da cui loro guadagnano molto e perdono poco”.

– Leggi anche: Come e perché i petrolieri americani geleranno gli europei

IL COMMENTO DI DEAGLIO

Su La Stampa l’economista Mario Deaglio ha commentato le mosse della Germania, che è contraria alla proposta di un tetto europeo ai prezzi del gas ma che “ha cominciato a farsi il proprio ‘tetto nazionale’ a colpi di 200 miliardi in poco più di due anni per ridurre i rialzi dei prezzi ai consumatori di energia.

“Sono cose da paese con bilanci pubblici sani e quindi con la possibilità di indebitarsi sul mercato, a un costo ragionevole anche in questi tempi di interessi in rialzo, sui mercati finanziari internazionali. La Germania”, spiega, “si procurerà così una cifra pari a quella che l’Italia ha ottenuto dall’Europa con il Pnrr e potrà finanziare imprese pubbliche e private come nessun altro paese europeo”

Secondo Deaglio, dietro all’annuncio del governo di Olaf Scholz ci sarebbe anche una nuova “‘arroganza’ tedesca”.

L’ITALIA PUÒ FARE COME LA GERMANIA?

Secondo Deaglio, l’Italia non può replicare il piano della Germania, perché il credito che il nostro paese potrebbe in caso raccogliere sui mercati avrebbe “un prezzo molto elevato” e potrebbe pertanto rivelarsi non sostenibile. L’Italia e il resto dei paesi dell’Europa mediterranea, comunque, hanno “maggiore facilità di approvvigionarsi dai produttori di gas e petrolio del Maghreb e anche degli Emirati”.

Il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha comunque criticato la mossa di Scholz, invitando l’Unione europea a procedere unita nella risposta alla crisi energetica.

Secondo l’economista Deaglio, questa contrapposizione tra Roma e Berlino “si farà certamente sentire nella riunione straordinaria dei ministri dell’Energia dei Paesi Ue che inizia questa mattina a Bruxelles”.

L’ANALISI DI BASSANINI (COSTITUZIONALISTA)

Il costituzionalista ed ex ministro della Funzione pubblica, Franco Bassanini, ha commentato lo scudo tedesco da 200 miliardi definendolo “un massiccio aiuto di Stato che non sembra ammesso neanche dal Temporary Framework. Certamente distorce la concorrenza. Italia e Francia debbono farsi valere” presso la Commissione europea.

“La distorsione della concorrenza ai danni delle imprese italiane supera – penso – i vantaggi per le nostre imprese fornitrici di componenti a quelle tedesche”, ha aggiunto il costituzionalista. “Unico vantaggio: la Germania avrà ormai difficoltà a opporsi a revisioni del Patto di stabilità nel segno della flessibilità”.

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