Unipec, società di trading cinese legata alla compagnia petrolchimica Sinopec, ha venduto in Europa almeno tre carichi di gas naturale liquefatto (GNL) provenienti dagli Stati Uniti.
COSA SAPPIAMO
Le informazioni disponibili sono poche. Sappiamo però che questi carichi arriveranno nei porti europei in estate e che partiranno dal terminale di Calcasieu Pass, in Louisiana, dell’azienda americana Venture Global LNG.
Gli Stati Uniti sono i più grandi esportatori di gas liquefatto al mondo. Mentre di Venture Global si era parlato, lo scorso dicembre, per la firma di due accordi di fornitura di GNL a lungo termine con una divisione di CNOOC, una compagnia statale cinese che si occupa di petrolchimica.
UNA SCELTA DI MERCATO, NON UNA MOSSA GEOPOLITICA
Dietro alla mossa cinese non c’è alcun calcolo strategico né un coordinamento politico con l’America (simile a quello raggiunto con il Giappone, per intenderci) per la fornitura di combustibile all’Europa, che vuole puntare proprio sul GNL per distaccarsi dal gas russo via tubature.
La decisione di Pechino è comunque insolita, per due motivi. Innanzitutto perché il paese ha deciso di rivendere quei carichi di GNL piuttosto che tenerli per sé (ne è il maggiore importatore al mondo). E poi perché ha scelto di venderli in Europa invece che in Asia nord-orientale, dove i prezzi del gas sono generalmente più alti rispetto al mercato europeo. Ma la situazione è cambiata già da tempo: proprio per effetto della crisi energetica nel Vecchio continente, infatti, a fine dicembre anche gli esportatori americani di GNL avevano deviato la rotta di alcune metaniere per dirigerle in Europa, attirati dalla possibilità di entrate maggiori.
La guerra in Ucraina e i timori di un’interruzione dei flussi dalla Russia, che vale il 40 per cento delle importazioni dell’Unione europea, hanno fatto schizzare i prezzi europei del gas a livelli record. Unipec, allora, ha voluto approfittare della situazione per fare profitti più elevati di quelli offerti dal mercato interno cinese.
MUTAZIONE DEL MERCATO?
La notizia – riassumendo – è rilevante perché racconta una mutazione delle dinamiche del mercato del GNL: è ancora troppo presto per dire se sarà temporanea o strutturale, ma i prezzi alti dell’Europa stanno portando qui i carichi di gas che solitamente si dirigono in Asia. Le autorità cinesi, comunque, hanno chiesto alle aziende di aumentare le importazioni di gas per riempirne le scorte in previsione di possibili sconvolgimenti delle forniture causati dalla guerra.
IL NUOVO RUOLO DELLA CINA
I lunghi contratti stipulati con i fornitori americani, che garantiscono al paese volumi in eccesso rispetto al fabbisogno interno, potrebbero rendere la Cina una potenza degli scambi di gas liquefatto sui mercati.
Oggi ne è la maggiore importatrice, con 79 milioni di tonnellate nel 2021, un record. Ma le società di trading cinesi – a cominciare da Unipol, già trader importante di petrolio – stanno acquisendo un profilo sempre più internazionale e accrescendo la loro presenza negli hub commerciali di Londra e Singapore.
Gli analisti stimano che nel 2027 il commercio spot di GNL varrà 20 miliardi di dollari, più del doppio della cifra toccata nel 2020.