Stando alle indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore, pare che BlackRock, la più grande società di investimento al mondo, sia la favorita per acquisire una quota di maggioranza di Adriatic LNG, l’azienda che gestisce il rigassificatore di Porto Viro, in provincia di Rovigo. L’impianto, un’isola artificiale in mare, garantisce all’Italia una capacità di rigassificazione di circa 8 miliardi di metri cubi all’anno.
CHI POSSIEDE ADRIATIC LNG
Attualmente Adriatic LNG è partecipata dalla compagnia petrolifera statunitense ExxonMobil al 71 per cento, dalla società energetica qatariota QatarEnergy al 22 per cento e da Snam, il gestore della rete italiana dei gasdotti, al 7,3 per cento.
Sembra che Snam – che già possiede il terminale di Panigaglia e la Golar Tundra di Piombino/Vado Ligure, oltre ad avere una quota del 49 per cento della nave rigassificatrice di Livorno – abbia intenzione di aumentare la propria partecipazione in Adriatic LNG al 30 per cento.
BlackRock è statunitense, come ExxonMobil, e figura tra i principali azionisti delle aziende americane che esportano gas liquefatto, come Cheniere Energy, Tellurian, Sempra e Dominion Energy. La società gestisce asset per 9000 miliardi di dollari; in Italia è il primo investitori istituzionale a Piazza Affari (con partecipazioni per 11,6 miliardi) e gestisce risparmi per 93 miliardi.
PERCHÉ FINK DI BLACKROCK CORTEGGIA MELONI?
Considerato l’interesse economico di BlackRock per le infrastrutture per il GNL, e considerata la rilevanza dei rigassificatori sia per la sicurezza energetica sia per il successo del Piano Mattei (la strategia che dovrebbe, tra le altre cose, trasformare l’Italia in un hub tra il Mediterraneo e il Nordeuropa), si possono in parte comprendere le premure di Larry Fink verso il governo di Giorgia Meloni.
Poco dopo la vittoria della destra alle elezioni del 2022, l’amministratore delegato di BlackRock disse al Corriere della Sera di aver “sentito più ottimismo che preoccupazioni” da parte dei “leader del mondo degli affari” per un governo guidato dall’estrema destra.
Già al tempo nei pensieri di Fink c’erano l’energia e il gas. “Non capisco perché l’Italia non diventi il motore dell’energia solare. BlackRock avrebbe enormi bacini di capitale dei nostri clienti investitori a lungo termine da co-investire con l’Italia, per costruire campi di fotovoltaico”, dichiarò. “Ma se l’Europa vuol essere autosufficiente nell’energia, Italia e Spagna devono svolgere un ruolo più grande. La Spagna è molto più avanti sull’energia solare ed eolica, l’Italia ha il gas dell’Algeria”. Un assist, di fatto, al Piano Mattei, che a sua volta si riallacciava alla visione di Mario Draghi.
PAROLE AL MIELE, DI NUOVO
Intervistato qualche giorno fa da Milano Finanza, Fink ha continuato a lodare il governo Meloni: ha parlato di un governo “più forte di quello che alcuni temevano”, ritiene che l’Italia si sia fatta “più forte ora di quanto non fosse un anno fa. E non si può dire lo stesso di altri sistemi economici” e si è detto fiducioso sui titoli di stato. Ha detto poi che BlackRock è disposta ad affiancare il governo e le imprese italiane negli investimenti infrastrutturali; come, appunto, il rigassificatore di Porto Viro.
L’amore di BlackRock per l’esecutivo Meloni sembra essere ricambiato, visto che i quotidiani filogovernativi e quelli organici a Fratelli d’Italia – Libero, Secolo d’Italia, La voce del Patriota – hanno dato risalto alle dichiarazioni di Fink, a differenza di gran parte della stampa di opposizione.