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Bagnoli

Bagnoli, il progetto di Renzi e le ragioni delle contestazioni

Il commissario straordinario Salvo Nastasi ha delineato il progetto per la riqualificazione di Bagnoli: resort di lusso, parcheggi e centro congressi. Ma il piano non piace al sindaco De Magistris Tensioni a Napoli, contro Renzi e contro il progetto Bagnoli del Governo. Il lungomare della città partenopea è diventato teatro di scontri tra alcuni manifestanti,…

Il commissario straordinario Salvo Nastasi ha delineato il progetto per la riqualificazione di Bagnoli: resort di lusso, parcheggi e centro congressi. Ma il piano non piace al sindaco De Magistris
Tensioni a Napoli, contro Renzi e contro il progetto Bagnoli del Governo. Il lungomare della città partenopea è diventato teatro di scontri tra alcuni manifestanti, che hanno partecipato al corteo di protesta contro l’arrivo in città del premier Matteo Renzi, e le forze dell’ordine. Sono stati sparati lacrimogeni e anche alcune bombe carta.

Il premier prenderà parte alla “cabina di regia” per la rigenerazione di Bagnoli in corso in prefettura.  Alla riunione partecipano il sottosegretario Claudio De Vincenti, il commissario Salvo Nastasi, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro e Domenico Arcuri, amministratore di Invitalia, la società incaricata della riqualificazione di Bagnoli. Non ci sarà De Magistris, mentre il governatore Vincenzo De Luca ha fatto sapere che approverà “sul piano politico le linee guida della riqualificazione”, mentre del piano tecnico se ne parlerà in una Conferenza dei servizi.

Bagnoli dal 1992 ad oggi

Non si sentono più le sirene che, ogni otto ore, scandivano i cambi turno delle acciaierie Ilva, sorte nel 1990 in territorio partenopeo e poi chiuse solo due anni dopo per ridimensionamento del personale. Oggi Bagnoli è lo spettro di qualcosa che c’era e che ora non c’è più. Bagnoli è anche la sconfitta dell’Italia e anche (si spera) il suo futuro.

I primi progetti di riqualificazione risalgono al lontano 1992: si voleva fare di Bagnoli un polo turistico. Otre 300 milioni spesi per la riqualificazione dell’area in oltre 20 anni: si pensava che la società di trasformazione urbana, Bagnolifutura, potesse far qualcosa per una rinascita della città, ma così non è mai stato.

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Lo Sblocca Italia, l’articolo 33 e Bagnoli

Ora, a pensare al futuro di Bagnoli è la cabina di Regia guidata dal commissario Salvatore Nastasi: a deciderlo è Il Governo, che con l’articolo 33 dello Sblocca Italia (Legge 11 novembre 2014, n. 164), sulla Bonifica ambientale e rigenerazione urbana delle aree di rilevante interesse nazionale — comprensorio Bagnoli-Coroglio, affida le sorti della città partenopea nelle mani di un commissario, limitando (meglio eliminando) la funzione amministrativa comunale di pianificazione territoriale.
Ritenendo Bagnoli area “di rilevante interesse nazionale”, spettano al Governo attraverso i suoi commissari straordinari, secondo la norma, le funzioni amministrative del procedimento di bonifica ambientale “per assicurarne l’esercizio unitario”, “sulla base dei principi di sussidiarietà e adeguatezza”.
A far ricorso al Tar, contro l’articolo 33, è stato proprio il Comune di Napoli, definendo la legge incostituzionale. Il ricorso, però, è stato respinto. Il commissario straordinario Salvo Nastasi e Invitalia, soggetto attuatore, incaricati dal governo di portare a termine la bonifica di Bagnoli, potranno, dunque, procedere con i loro piani.

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Cosa prevede il piano di Riqualificazione di Bagnoli pensato da Nastasi?

Il piano di riqualificazione di Bagnoli ha preso forma: il progetto prevede la bonifica di terreni e acque dell’area che hanno ospitato le acciaierie dell’Ilva. Alla bonifica si affiancheranno la nascita di diversi cantieri, che vedranno sorgere, tra le altre cose anche la nascita di un centro congressi e di un grande parcheggio, ma anche di residence di lussoInvitalia dovrebbe occuparsi del pontile, mentre le spiagge a Nord e a Sud, una volta riqualificate, sono destinate a diventare pubbliche. Non è stato invece ancora svelato il destino della colmata a mare: quella che un tempo era chiamata bomba ecologica potrebbe restare lì dov’è.

“Il disegno è chiaro e conosciamo pure i beneficiari della svendita delle prerogative pubbliche. Fintecna pronta a costruire sul mare, sottraendosi agli obblighi e oneri di bonifica dei suoli e di demolizione della colmata, in quanto soggetto inquinatore e concessionario demaniale. Caltagirone, autorizzato a fare della ex Cementir residence di lusso. I costruttori napoletani, che puntano decisi su Nisida. Tutto ciò con buona pace della spiaggia pubblica e del parco”, ha affermato nelle scorse il sindaco di Napoli, De Magistris.

 

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