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Leonardo-Finmeccanica, che cosa succederà su Vitrociset con Thales?

Tutte le ultime novità sul dossier Vitrociset tra Leonardo-Finmeccanica, Mermec e litigiosa famiglia Crociani. Fatti, indiscrezioni e suggestioni

Davvero tra i due litiganti (Leonardo-Finmeccanica e Fincantieri) su Vitrociset sarà la francese Thales a godere?

E’ quello che si chiedono gli addetti ai lavori dopo un articolo di oggi del quotidiano La Verità.

Il quotidiano fondato e diretto da Maurizio Belpietro ipotizza il rischio per l’Italia che l’azienda Vitrociset attiva anche nel settore della sicurezza e che lavora per enti e istituzioni statali (compresi i servizi segreti) possa essere oggetto di attenzione da parte del gruppo francese della Difesa Thales.

I francesi punterebbero al controllo della holding Ciset che possiede Vitrociset e che è controllata a sua volta da scatole societarie estere e dunque non sottoposta al golden power, secondo La Verità.

Il caso Vitrociset dunque, nel caso di reale interesse di Thales si ingarbuglierebbe ancor più.

Infatti, come ha svelato nei giorni scorsi il Fatto Quotidiano, “la società romana ha chiesto a Leonardo di posticipare il perfezionamento dell’operazione che normalmente si sarebbe dovuta concludere prima di Natale 2018”, ha scritto Pierluigi Giordano Cardone del giornale on line diretto da Peter Gomez.

Il motivo del rinvio della chiusura dell’acquisto di Vitrociset da parte di Leonardo-Finmeccanica? “Due richieste di misure cautelari avanzate da Claudio Crociani, figlio di primo letto dell’ex patron di Vitrociset, e dal gruppo Mer Mec, che l’8 agosto del 2018, insieme a Fincantieri, aveva presentato l’offerta d’acquisto dell’azienda attiva nell’informatica e nell’alta tecnologia per la difesa, la sicurezza e lo spazio”, ha svelato ilfattoquotidiano.it.

Ha aggiunto Gianni Dragoni sul Sole 24 Ore: “Il motivo della richiesta di rinvio sarebbe la lite tra gli eredi Crociani sul vasto patrimonio lasciato dal padre, confluito in un trust (il «Grand trust») regolato dal diritto dell’isola di Jersey. L’11 settembre 2017 l’altra figlia di Edoarda, Cristiana Crociani, due anni meno di Camilla, lamentando di essere stata defraudata dell’eredità da madre e sorella, aveva ottenuto una sentenza favorevole dalla Corte reale di Jersey che le dava diritto al ristoro di circa 200 milioni di dollari.  In conseguenza della decisione l’ex studio Appleby Mauritius (ora Estera Trust), che ha amministrato il Grand trust, ha chiesto a Croci International Bv (società che fa capo a Camilla e Edoarda) il rimborso di 58 milioni di euro. Croci non ha pagato. Allora Estera Trust ha chiesto al Tribunale di Roma il «sequestro conservativo» del patrimonio di Croci per 58 milioni. Il sequestro è stato concesso il 12 marzo 2018 e confermato il 9 ottobre. Tra i beni sequestrati, oltre a diverse ville da Cortina alla Sardegna al Circeo, c’è il 100% della holding Ciset Srl, proprietaria del 98,5% di Vitrociset. Sono stati nominati due amministratori giudiziari, i britannici Alan John Roberts e James Robert Toynton.
Camilla Crociani temeva che, se Leonardo avesse versato il prezzo per Vitrociset (circa 50 milioni), i soldi sarebbero potuti finire alla sorella con cui è in lite. A questa causa si è aggiunta la recente richiesta di sequestro di Vitrociset fatta dai figli di primo letto di Camillo Crociani, Claudio e Daniela: lamentano di essere stati ingannati da Edoarda sull’eredità”.

C’è poi il nodo Mermec, il gruppo pugliese fondato da Vito Pertosa ha chiesto il sequestro delle quote Ciset e il pagamento delle spese sostenute per preparare l’acquisto di Vitrociset. Mermec aveva presentato un’offerta con Fincantieri per rilevare Vitrociset con il beneplacito delle istituzioni. Ma a sorpresa, in zona Cesarini, nell’ultimo giorno utile per far valere il diritto di prelazione, Leonardo presieduta da Gianni De Gennaro ha presentato un’offerta di pari importo scalzano Mermec e Fincantieri.

Il gruppo pugliese, secondo quanto si può evincere dalle parole di giorni fa di Pertosa al Sole 24 Ore di ritorno da Parigi, è rimasto spiazzato dall’intervento di Leonardo e del cambiamento di rotta del governo. Pur non parlando del caso in questione, sono significative queste frasi di Pertosa: “Sia la politica che le aziende hanno perso di vista l’importanza di tenere fede agli impegni presi. Un tempo la parola data contava come un atto notarile, mentre oggi assistiamo di continuo al divario tra ciò che si dice e quello che poi si realizza concretamente”. Si riferiva al caso Vitrociset-Leonardo? Chissà.

Anche se “Fincantieri non ha seguito MerMec in questa causa”, come ha scritto Dragoni, le attenzioni di alcuni osservatori si appuntano sulle mosse del gruppo presieduto da Giampiero Massolo e guidato da Giuseppe Bono nel settore cyber e militare, anche con i consigli dell’ex amministratore delegato di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. Ma – come scrive oggi La Verità – “i governi di centrosinistra degli ultimi anni, anche tramite la nomina di Gianni De Gennaro a presidente di Leonardo, hanno voluto accentrare su quest’ultima tutta la commercializzazione-produzione del cyber militare”.

“A questo – sottolineano Alessandro Da Rold (autore di un libro sull’ex Finmeccanica) e Claudio Antonelli del quotidiano diretto da Belpietro – si aggiunge anche una tensione ormai decennale tra i rispettivi presidenti delle due aziende: De Gennaro e Massolo vengono entrambi dal Dis, il dipartimento sicurezza che coordina i Servizi”.

Addetti ai lavori, comunque, fanno notare che anche se Thales si facesse avanti Leonardo avrebbe sempre il diritto di prelazione.

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