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Unicredit-Mustier

Unicredit, ecco le prossime grandi pulizie di Mustier sulle sofferenze

Che cosa sta studiando Unicredit sulla cessione di crediti deteriorati.

 

Unicredit avvia le cessioni di crediti deteriorati del 2019. Come anticipato da MF-Milano Finanza il 13 febbraio, la banca guidata da Jean Pierre Mustier ha lanciato il processo di cessione di tre consistenti portafogli dal valore nominale complessivo di 2,4 miliardi di euro.

ECCO I PIANI DI UNICREDIT SUI CREDITI DETERIORATI

Sul mercato sono finiti il portafoglio Roma (crediti non garantiti) da 1,4 miliardi, il portafoglio Matera (crediti garantiti) da 750 milioni e il portafoglio Capri (crediti garantiti di ampia dimensione) da 300 milioni. Un processo che si pone in continuità con quelle lanciate lo scorso anno per rispettare gli obiettivi del piano industriale della banca.

TUTTI I CARDINI DEL PIANO INDUSTRIALE DI UNICREDIT

La riduzione dei crediti deteriorati è infatti uno dei cardini del piano industriale Transform 2019 e i risultati conseguiti finora sono in anticipo rispetto agli obiettivi: a fine 2018, ad esempio, il rapporto tra npe lordi e totale impieghi è calato di 265 punti base al 7,7%, con un livello di copertura del 61%.

I NUMERI DI UNICREDIT SUGLI NPL

Nel solo quarto trimestre le posizioni deteriorate lorde sono scese di 10,2 miliardi anno su anno e di 2,6 miliardi rispetto al trimestre precedente, attestandosi a 38,2 miliardi. Per quanto riguarda le grandi operazioni, nel 2017 Unicredit aveva concluso il progetto Fino, ossia la vendita di uno stock da oltre 17 miliardi a Fortress e Pimco, peraltro poi oggetto di cartolarizzazione con garanzia pubblica (Gacs).

ECCO I PORTAFOGLI CEDUTI

Altri portafogli di dimensioni inferiori sono stati poi ceduti con un flusso quasi ininterrotto: si tratta dei progetti Firenze, Milano, Amalfi e Torino con una forte componente unsecured, mentre gli utp sono stati ceduti in prevalenza uno per uno (modalità single name).

CHE COSA HA FATTO UNICREDIT SUI CREDITI

Nei tre anni di piano, peraltro, l’asticella delle cessioni è stata alzata: i crediti deteriorati saranno ridotti di altri 4 miliardi lordi per portare lo stock complessivo a 40,3 miliardi. L’incidenza sul totale degli impieghi è prevista invece al 7,8% rispetto all’8,4% annunciato lo scorso anno. L’accelerazione risponde implicitamente al pressing della Bce. Con l’Addendum approvato in primavera la Vigilanza di Francoforte ha infatti chiesto alle banche di svalutare entro due e sette anni i crediti deteriorati rispettivamente non garantiti e garantiti.

ECCO I PIANI IN CANTIERE DI UNICREDIT

Oltre ai tre portafogli sul mercato, per Unicredit sta entrando in lavorazione il primo stock da 800 milioni di Sandokan 2, mentre la restante tranche potrebbe essere smaltita nei mesi successivi. Il progetto, assistito dallo studio legale Lombardi Segni e Associati, si muove sulle orme di un’operazione analoga ma di importo inferiore lanciata da Unicredit a fine 2015. Gli interlocutori della banca del resto sono gli stessi, cioè gli investitori Pimco e Gwm e il servicer unico Aurora Recovery Capital-Arec.

DOSSIER BOND PER UNICREDIT

Sul fronte obbligazionario invece, la scorsa settimana Unicredit ha dato mandato ad un pool di banche per il collocamento di bond subordinato, un Tier 2 in dollari a 15 anni e rendimento 487 punti base sul tasso del Treasuries a uguale scadenza.

L’ammontare è stato di 1,25 miliardi con call prevista il 2 aprile 2029 a 100 e cedola fissa semestrale. Bookrunners dell’operazione sono Bofa, Barclays, Bnp Paribas , Citi, Jp Morgan, Morgan Stanley e Unicredit.

(estratto di un articolo di Mf/Milano Finanza)

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