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Tetto al contante: i piani di Meloni, cosa succede nei Paesi Ue, i report di Bce e Banca d’Italia

Come cambierà in Italia il tetto al denaro contante? Cosa dicono Banca d'Italia e Banca centrale europea? E quali sono i tetti in vigore negli altri Paesi europei? Fatti, numeri e approfondimenti dopo le parole del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in Senato

 

Il governo Meloni “metterà mano” al tetto al contante. A confermarlo stato è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento nell’aula del Senato in occasione del voto di fiducia. Per sostenere la sua tesi, presente anche nel programma elettorale di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni si affida alle parole dell’ex ministro all’economia Pier Carlo Padoan e della Bce. Il quotidiano economico-finanziario Sole 24 Ore oggi ipotizza che l’esecutivo si orienti verso un tetto di 3mila euro.

COS’È IL TETTO AL CONTANTE

Ma cos’è il “tetto al contante”? Con tale misura i governi fissano un limite al di sopra del quale non è possibile effettuare transazioni in moneta contante. Le limitazioni all’uso del contante esistono in Italia sin dal 1991, quando era ancora in vigore la lira. Da allora, la soglia è stata modificata in numerose occasioni dai diversi governi. Il governo Conte II, con il “decreto Fiscale”, ha previsto una progressione di riduzione da 3.000 a 2.000 euro a partire dal 1° luglio 2020, e poi a 1.000 euro a partire dal 1° gennaio del 2022.

MELONI CITA PADOAN

“Lo dirò con chiarezza, non c’è correlazione tra intensità del limite del contante e la diffusione dell’economia sommersa. Ci sono paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima. Siete d’accordo? No? Sono parole di Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia del governo Renzi e del governo Gentiloni”. È così che Giorgia Meloni introduce il tema del tetto al contante, facendo sue le parole di un avversario politico. Tali parole sono state effettivamente pronunciare dall’ex ministro Padoan nel 2015 quando, da ministro del Governo Renzi, innalzava la soglia da mille a 3 mila euro (il governo Monti l’aveva portato a soli mille euro).

LA RETROMARCIA DI PADOAN

La premier, però, non ha ricordato che lo stesso Padoan, qualche tempo dopo, nel 2019, ritornò pubblicamente su quella scelta, facendo autocritica. “È stato un errore, e io ero contrario”, disse ospite ad Agorà su Rai 3 l’attuale presidente di Unicredit. “Al presidente del Consiglio ho detto tante cose ed anche questa – aggiunse Padoan parlando di Renzi – posso dirlo adesso dopo un po’ di tempo”.

LA PREMIER RICORRE ALLE PAROLE DELLA BCE

Giorgia Meloni, per supportare la sua tesi, si affida anche alle parole della Bce. “L’unica moneta a corso legale in Italia e in Europa sono le banconote cartacee emesse dalla Bce. La moneta elettronica non è moneta a corso legale. Non è un caso che la Bce abbia richiamato più volte i governi di sinistra sul tema del limite all’utilizzo del denaro contante che secondo la Bce penalizza i più poveri”.

LA LETTERA DELLA BCE CHE RIMPROVERAVA IL GOVERNO CONTE II

In questo passaggio la premier cita una lettera a firma Yves Mersch, vicepresidente del Consiglio di Vigilanza della BCE, inviata al nostro paese il 13 dicembre 2019. La lettera era indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. In quella lettera la Banca centrale europea lamentava di non essere stata consultata dal governo italiano prima dell’introduzione del tetto al contante. “La Bce evince che il procedimento legislativo di conversione in legge del decreto-legge è in fase avanzata. Ciò nondimeno la Bce chiede di essere consultata in virtù della propria competenza consultiva ai sensi del Tfue”. Inoltre la Banca Centrale sottolinea come gli Stati membri dovrebbero consultarla Bce «in tempo utile affinché l’autorità che elabora il progetto di disposizioni legislative tenga conto del parere della Bce prima di adottare la decisione nel merito”. Insomma una tirata d’orecchie al governo Conte.

COSA DICEVA LA BCE SUL TETTO AL CONTANTE

L’Istituto guidato da Christine Lagarde non si espresse solo sulla forma ma anche nel merito della misura adottata (l’abbassamento del tetto al contante a 1000 euro). Nella lettera della BCE, come ricordato tempo fa da Startmag, si sottolinea che il contante è la “moneta legale” e questo serve per distinguere la moneta emessa dalla Banca centrale europea dalla cosiddetta “moneta bancaria”, che è una forma di moneta privata, emessa dalle banche commerciali e accettata da tutti perché convertibile in moneta legale. A differenza della Bce, le banche commerciali offrono a famiglie e imprese strumenti di pagamento, elettronici o meno, come bonifici, assegni e carte, per i quali si deve pagare una commissione. Per questo la Bce aveva invitato le autorità italiane a “verificare con attenzione” la disponibilità degli strumenti alternativi al contante “in tutti gli strati della società, a costi comparabili con i pagamenti in contanti”.

I DATI SUL TAX GAP

A confermare la tesi della BCE anche i dati tax gap che si è ridotto da 106 miliardi del 2015 a 103 del 2018. Come ha ricordato l’analista Giuseppe Litturi “Gran parte del merito di questa discesa è attribuibile al miglioramento dei dati relativi all’IVA, imposta che si ritiene più soggetta a rischio di evasione in conseguenza dell’uso diffuso dei contanti. Ma che nel suo andamento mostra di non avere alcuna correlazione con i limiti che si sono succeduti nel tempo. Pur in presenza di un limite all’uso dei contanti fissato a €3.000, tra 2017 e 2019 è avvenuto un miracolo. Infatti la propensione al gap IVA, pari nel 2017 al 27%, è scesa nel 2018 al 23,4% e nel 2019 al 19,9%. In cifra assoluta un calo di 4,2 miliardi nel 2018 e 5 miliardi nel 2019”.

LA LIMITAZIONE AL CONTANTE PER CONTRASTARE IL RICICLAGGIO

L’unica limitazione che la Bce considera accettabile nell’uso del contante riguarda i pagamenti di importo elevati, “che espongono al pericolo del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo”, come indicato da una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio Ue. In questo caso sono giustificate le verifiche sulla clientela per pagamenti pari o superiori a diecimila euro. Estendere invece tali controlli a tutta la popolazione, come se tutti fossero criminali o terroristi potenziali, non è accettabile.

COSA DICE IL REPORT DELL’UFFICIO STUDI DI BANCA D’ITALIA

Se è sicura la carica polemica che il tema porta con sé, più incerto è in effetti nella letteratura economica il legame fra limiti unitari ai pagamenti in contanti e spinta all’evasione fiscale. In sintesi, si può dire che la prova di questo collegamento non c’è, ma ci sono alcuni indizi importanti, ha sottolineato oggi il Sole 24 Ore. Come quelli elencati nello studio pubblicato nell’ottobre 2021 da Bankitalia con il titolo evocativo «Pecunia olet», secondo cui «un aumento della quota di transazioni in contanti determinerebbe, a parità di condizioni, un incremento dell’incidenza dell’economia sommersa… Le metodologie adottate presentano alcuni limiti – avvertiva lo studio rilanciato ieri dal senatore Dem Antonio Misiani – ma il lavoro mostra che le restrizioni all’uso del contante possono essere efficaci nel contrasto all’evasione».

L’IMPOSTAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Rispondendo a una domanda sulla proposta della Lega di alzare a 10 mila euro la soglia del cash, Dombrovskis ha ricordato che la Commissione Ue ha proposto «un tetto europeo ai pagamenti in contanti ma non è ancora stato raggiunto un accordo sul testo. Quindi gli Stati membri sono liberi di decidere da sé». Tuttavia ha aggiunto che «la Commissione preferirebbe limiti più bassi ai pagamenti in contanti». La commissaria per i Servizi finanziari, l’irlandese Mairead McGuinness, accanto a lui sul palco, ha precisato che «nella nostra proposta sull’antiriciclaggio, il limite proposto al contante è di 10 mila euro, ma ci sono diverse visioni attorno al tavolo e la proposta è attualmente in discussione dai co-legislatori. Vediamo come evolverà la situazione».

I TETTI NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI

Ma che cosa succede negli altri Paesi europei? Quali sono gli altri tetti al contante. Ecco la mappa secondo il Corriere della sera di oggi: “All’interno della Commissione le sensibilità sono diverse così come quelle tra gli Stati membri e il risultato è contenuto nel pacchetto (due regolamenti, una direttiva e la revisione di un regolamento) presentato dalla Commissione il 20 luglio 2021 per rafforzare le norme dell’Ue in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo, che include un limite di 10 mila euro all’uso del contante e la creazione di una nuova autorità europea per la lotta al riciclaggio di denaro (che l’Italia vorrebbe ospitare). «I tetti variano da Paese a Paese, vanno dai 500 euro in Grecia a oltre 10 mila euro, con alcuni Paesi che non hanno nemmeno un tetto», ha spiegato ieri Dombrovskis. Non hanno un limite nove Stati membri: Germania, Olanda, Lussemburgo, Austria, Irlanda, Estonia, Finlandia, Ungheria e Cipro. La Croazia ha il tetto di 15 mila euro. La Repubblica Ceca di 10 mila. Francia, Spagna e Svezia di mille euro. La Lettonia, da cui viene Dombrovskis, di 7.200 euro”.

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