skip to Main Content

Russia

Tutte le ultime putinate fra Russia e India su petrolio e moneta

La Russia vorrebbe vendere all'India grandi quantità di petrolio scontato, ma ci sono delle questioni tecniche nelle raffinerie che potrebbero limitare il commercio. Tutti i dettagli.

 

Stando alle fonti di Bloomberg, la Russia sta offrendo all’India forniture di petrolio a un prezzo scontato per reagire al boicottaggio dei propri barili da parte di paesi come gli Stati Uniti, il Canada, il Regno Unito e l’Australia, che hanno imposto un divieto di importazione a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

LA DIREZIONE CONTRARIA DELL’INDIA SULLA RUSSIA

L’India, invece, non solo non ha aderito alle sanzioni contro la Russia, ma sta cercando di approfittare del momento di isolamento economico di Mosca per espandersi nel mercato russo. E per acquistare petrolio – ne è uno dei maggiori importatori al mondo, il secondo in Asia dopo la Cina – a basso costo.

GREGGIO RUSSO A PREZZO SCONTATO

Attualmente, l’India acquista pochissimo petrolio dalla Russia: circa il 2-3 per cento del totale. Le cose potrebbero però cambiare, almeno per il momento, perché Mosca sta offrendo a Nuova Delhi il suo greggio di varietà Urals con uno sconto di circa 35 dollari rispetto ai valori pre-guerra. Per fare un paragone, il contratto del Brent (il greggio utilizzato come riferimento internazionale) per il mese di maggio si scambia a più di 109 dollari al barile. Considerato – scrive Bloomberg – che dall’inizio della guerra in Ucraina i prezzi del Brent sono cresciuti di circa 10 dollari, il divario con l’Urals, e la convenienza di quest’ultimo, è ancora più grande.

15 MILIONI DI BARILI PER COMINCIARE

La Russia vuole che l’India, per cominciare, acquisti quest’anno 15 milioni di barili di greggio. Oltre a Nuova Delhi, un altro grande acquirente asiatico del petrolio russo nelle ultime settimane è stato la Cina.

Alla transazione dovrebbero partecipare la compagnia petrolifera statale russa Rosneft e, dall’altro lato, la società governativa Indian Oil Corporation, la maggiore raffinatrice di petrolio del paese. La Indian Oil Corporation dispone di un contratto – che, fa notare Bloomberg, viene utilizzato di rado – per quasi 15 milioni di barili di greggio all’anno.

Il petrolio dovrebbe venire spedito dal porto di Vladivostok, nell’est della Russia, in modo da evitare il transito nel mar Baltico. Raggiungerebbe le raffinerie indiane sulla coste orientale del paese in circa venti giorni.

I LIMITI DELLA COOPERAZIONE ENERGETICA RUSSIA-INDIA

Pur comprando dall’estero quasi tutto il greggio che consuma, di petrolio russo, finora, l’India ne ha acquistato pochissimo. Come ricordato, i barili provenienti da Mosca valgono il 2-3 per cento del totale.

Ne consegue che le raffinerie indiane non sono programmate per lavorare il greggio Urals, quindi difficilmente Nuova Delhi potrà acquistarne in enormi quantità.

L’India, piuttosto, ha interesse a potenziare le esportazioni verso la Russia di medicine, prodotti chimici e componenti meccanici, per riequilibrare la bilancia commerciale che pende dal lato di Mosca.

IL MECCANISMO RUBLI-RUPIE E L’ANTI-SWIFT

Per facilitare ulteriormente il commercio con l’India, la Russia ha offerto al paese un meccanismo di scambio rubli-rupie (le rispettive valute nazionali) che utilizzi l’SPFS, il sistema di trasmissione dei messaggi finanziari sviluppato dalla Banca centrale russa. Si tratta, in sostanza, di un’alternativa allo SWIFT, lo standard internazionale da cui parte delle istituzioni bancarie russe sono state estromesse. L’SPFS, attualmente, è molto poco diffuso a livello mondiale.

Il meccanismo prevede il deposito di rubli in una banca indiana, che li convertirà in rupie; lo stesso avverrà al contrario. Non è ancora chiaro se il tasso di cambio sarà fisso o variabile. India e Russia ne discuteranno probabilmente oggi: il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, arriverà nel paese per una visita di due giorni.

Back To Top