Scorporo della banca tra attività bancarie (che avrà la forma di spa) e la holding. Mosse per smobilizzare i crediti inesigibili. Varo di un bond subordinato. Azioni che serviranno ad ottimizzare le metodologie per calcolare gli attivi. E creazione di una sub holding (qui tutte le ultime indiscrezioni).
ECCO DI COSA DISCUTERA’ IL CDA DELLA POPOLARE DI BARI
Si comporrebbe anche di questi aspetti il piano che sarà discusso mercoledì 23 gennaio dal consiglio di amministrazione della Popolare di Bari, secondo le indiscrezioni di giornali economico-finanziari, su proposta dei vertici della banca ora guidata dal nuovo amministratore delegato, Vincenzo De Bustis, e dal direttore generale Gregorio Monachino. De Bustis è stato nominato con l’ok di Bankitalia dopo l’uscita sia del dg Giorgio Papa sia del vicepresidente Giulio Sapelli.
TUTTE LE NOVITA’ SULLA POPOLARE DI BARI
La novità principale sarebbe una modifica dell’architettura societaria, con lo scorporo della banca tra attività bancarie (che avrà la forma di Spa) e la holding, che dovrebbe mantenere invece la natura di popolare, ha rivelato oggi il Sole 24 Ore: “L’obiettivo è così quello di mantenere il modello dell’azionariato diffuso attuale, e non avviare così quella trasformazione in Spa prevista dalla riforma Renzi, dossier che oggi è davanti alla Corte di giustizia europea. Al “piano inferiore” rimarrebbe dunque la banca “leggera”, che nel progetto manterrebbe il radicamento sul territorio e con una forte vocazione al digitale”.
ECCO LE LINEE GUIDA DEL PIANO DELLA POPOLARE DI BARI
Domani il Consiglio di amministrazione esaminerà in sostanza le linee guida di un piano che comprende il varo di un bond subordinato e una serie di azioni “che serviranno ad ottimizzare le metodologie per calcolare gli attivi, e risparmiare così capitale. Nel complesso il rafforzamento dovrebbe valere circa 200 milioni, che permetteranno alla banca di consolidare i ratio”, ha aggiunto il Sole 24 Ore.
I RUMORS SULLA POPOLARE DI BARI
Da tempo circolano sul mercato rumors di un possibile fabbisogno di capitale stimato nell’ordine dei 300-500 milioni, gap che secondo alcuni osservatori potrebbe essere destinato ad aumentare per il pressing della Vigilanza su maggiori accantonamenti da prevedere in bilancio: “La banca a giugno presentava un rapporto tra crediti deteriorati netti e impieghi del 17,6%. Un livello allarmante agli occhi della Vigilanza, che chiede di fare di più e più in fretta”, ha scritto Luca Davi del quotidiano confindustriale diretto da Fabio Tamburini.
URGE CAVALIERE BIANCO PER LA POPOLARE DI BARI?
Ma in Puglia – oltre ad attendere magari un Cavaliere bianco per il futuro della Popolare di Bari – c’è un altro fattore che tiene in ansia gli addetti ai lavori e i soci della banca: “Le azioni non dovrebbero venire offerte agli attuali soci, dunque i 69 mila azionisti vedranno diluito, se non di fatto azzerato, il valore delle proprie azioni. Titoli che peraltro erano già stati svalutati dal massimo di 9 euro a 2,38 euro (valevano 7,50 euro nell’aprile del 2016) e che non sono vendibili sulla piattaforma Hi-Mtf per mancanza di acquirenti. Senza considerare la possibilità che vengano convertite anche le attuali obbligazioni subordinate in mano, anch’esse, alla clientela retail”, ha scritto nei giorni scorsi il Corriere della Sera.
I CONTI DELLA POPOLARE DI BARI
Ma quali sono i conti della banca pugliese? “L’istituto ha perso 139 milioni nei primi sei mesi del 2018, mentre nel bilancio 2017 avvisava di aver avuto «difficoltà» a reperire risorse finanziarie sul mercato – ha scritto La Stampa sulla base del bilancio semestrale – al 30 giugno, i crediti deteriorati lordi erano pari a più di un quarto del totale dei crediti (2,571 miliardi contro 7,04 in bonis). Il tasso di copertura totale era pari al 39,1%, contro una media vicina al 50% per Carige. Le sofferenze, ovvero i crediti deteriorati di peggiore qualità, avevano un tasso di copertura al 58,9%”.
LA QUESTIONE DEL RECESSO DEI SOCI NELLA TRASFORMAZIONE IN SPA
Va risolta comunque – come sottolineato negli scorsi giorni da Start Magazine – la questione giuridica legata al recesso, che il decreto Renzi limitava proprio per evitare che le fughe dei soci minassero il patrimonio dell’istituto. «Non è una situazione facile», ha detto al Corriere della Sera una fonte al lavoro sul dossier. Al lavoro sul tema per conto della banca ci sono Paolo Gualtieri e Piergaetano Marchetti, notaio ed ex presidente di Rcs (Rizzoli-Corriere della Sera), ha scritto il quotidiano Il Messaggero. Il tema del diritto al recesso, anche per le Popolari che si sono già trasformate in spa, è un aspetto con molte incognite visto il quadro normativo incerto, nota un addetto ai lavori. E in giorni in cui sul tavolo del governo è arrivato il nodo di Carige, c’è chi fa confronti con gli indici della Popolare di Bari e chi in Germania ipotizza già un intervento pubblico.
IL DOSSIER NPL
Sul tavolo del cda ci sarà anche la questione delle sofferenze, ha scritto il giornale Firstonline: “Il piano industriale punterà a rafforzare gli asset più profittevoli e a modernizzare la Popolare di Bari nel segno della digitalizzazione ma anche a ridurre o a parcheggiare in un apposito veicolo i crediti deteriorati che zavorrano l’andamento della banca”. Si vedrà.
QUI TUTTE LE ULTIME INDISCREZIONI CON IL PIANO CHE ANDRA’ IN CDA CON IL PROGETTO SUB HOLDING
TUTTI I PIU’ RECENTI APPROFONDIMENTI DI START MAGAZINE SUL CASO CARIGE E POPOLARE DI BARI:
PERCHE’ SONO VELLEITARIE LE RICHIESTE BCE DI AUMENTI DI CAPITALE. L’ANALISI DEL MINISTRO SAVONA
ECCO COME IL GOVERNO SOCCORRERA’ CARIGE IN STILE MPS. FATTI, NUMERI E POLEMICHE
CHE COSA SUCCEDE ALLE BANCHE ITALIANE E COME SI MUOVE IL GOVERNO. IL COMMENTO DI POLILLO
TUTTO QUELLO CHE NON VI HANNO DETTO SU BANCHE DISSESTATE, BCE E NPL. L’ANALISI DI LITURRI