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Popolare di Bari, ecco come Bankitalia è favorevole a una superholding delle Popolari

Che cosa ha scritto un membro del collegio sindacale della Banca Popolare di Bari, il professore Antonio Dell'Atti, a proposito di un auspicabile risiko creditizio

 

Urgono fusioni tra banche in Italia e nel mondo delle Popolari anche Bankitalia è favorevole alla nascita di una holding bancaria.

E’ quanto ha scritto un membro del collegio sindacale della Popolare di Bari, che ha in corso una ristrutturazione tutta da definire (qui gli ultimi conti dell’istituto di credito pugliese).

E non è una personalità ignota l’autore dell’editoriale apparso oggi sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno.

A disegnare scenari e ad auspicare interventi nel settore creditizio è Antonio Dell’Atti, professore emerito di Economia degli intermediari finanziari all’Università degli studi di Bari, nato nel 1940, e da anni noto in ambienti bancari non solo meridionali.

Dell’Atti, tra l’altro, di fatto svela come e quanto la Banca d’Italia stia seguendo il processo in corso nel mondo delle popolari per individuare la soluzione sistemica condivisa sull’ipotesi di una superholding tra le Popolari del sud in particolare, che avrebbe come baricentro proprio la Popolare di Bari raccontano da tempo le cronache giornalistiche.

“Bankitalia è impegnata a fornire al sistema adeguate soluzioni, in particolare con riferimento a banche di dimensioni ridotte: ad esempio, per quanto riguarda le banche popolari, non è contraria alla formazione di una holding con una serie sottostante di banche-reti, al fine di renderle maggiormente patrimonializzate e più sinergiche, allo scopo di far conseguire economie di costi ed al fine di tenere sotto controllo la liquidità, focalizzando sempre le proprie strategie rivolte al “localismo” e consentendo loro, così, di raggiungere un dato tasso di redditività insieme a sufficienti condizioni di liquidità e patrimonialità”, scrive infatti il membro del collegio sindacale della Banca Popolare di Bari oggi capitanata dall’amministratore delegato Vincenzo De Bustis.

Un’impostazione, quella della Banca centrale governata da Ignazio Visco, che peraltro si rintraccia negli ultimi interventi del noto editorialista di cose bancarie, Angelo De Mattia, in passato ai vertici della Banca d’Italia con Antonio Fazio e ancora ora in ottime relazioni con l’Istituto centrale.

D’altronde lo studio commissionato dalla Luigi Luzzatti spa, la società nata sotto l’egida di Assopopolari e costituita da molte banche popolari, ha commissionato uno studio di Kpmg presentato di recente in un seminario alla presenza di esponenti di spicco della Vigilanza di Palazzo Koch.

Il professore emerito di Economia bancaria, Dell’Atti, nell’analisi pubblicata oggi dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno auspica anche una serie di fusioni tra istituti: “Le condizioni di vita di numerose banche nel nostro Paese, nel periodo attuale, sono caratterizzate da enormi difficoltà sotto il profilo della liquidità, della redditività e della patrimonialità e ciò ad eccezione di alcune banche di elevate dimensioni (Banca Intesa consegue attualmente notevoli e cospicui utili). Ciò probabilmente sta a significare che l’attenzione va posta sulle dimensioni economiche delle nostre banche: probabilmente seri processi di concentrazione bancaria possono aiutare ad affrontare non solo a superare la crisi in essere ma anche ad affrontarne di ulteriori. All’uopo si sostiene che attualmente nel nostro Paese il numero delle banche dovrebbe drasticamente essere ridotto a non più di 5-6 grandi gruppi”.

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