Le maggiori 38 banche europee dovranno emettere bond per 450 miliardi di euro per raggiungere nei prossimi anni i requisiti sulla capacità di assorbire perdite in caso di crisi. Di questi, 60 miliardi saranno nuove emissioni, mentre 390 miliardi di titoli oggi nei bilanci dovranno essere trasformati nei più rischiosi, e costosi, bond per la disciplina internazionale (Tlac, valida solo per Unicredit tra le banche italiane) e per quella europea (Mrel). Il fabbisogno di 450 miliardi (di cui 308 nell’Eurozona e 95 in Italia) scenderebbe a 250 miliardi (180 nell’Eurozona e 63 in Italia) se le banche scegliessero di utilizzare per i requisiti anche titoli non sottoponibili a bail-in (possono farlo fino a un massimo del 3,5% degli attivi ponderati).
CHE COSA PREVEDE UBS PER UNICREDIT, BANCO BPM, BPER E CREVAL
Inoltre servirà rifinanziare titoli nei bilanci già computabili per 333 miliardi in Europa. Sono queste le stime di un report appena pubblicato da Ubs, che per i gruppi italiani sono più gravose di quelle indicate in passato dalla Banca d’Italia. Via Nazionale aveva stimato una carenza compresa tra 30 e 60 miliardi per le banche significative ad aprile, prima della recente evoluzione normativa Ue.
DOSSIER MREL SECONDO UN REPORT DI UBS
I requisiti Mrel definitivi saranno calcolati per ogni istituto dal Single Resolution Board (Srb), che può fissare un periodo transitorio fino a quattro anni. L’obiettivo dei regolatori è rendere più sicure le banche con titoli svalutabili in caso di crisi, evitando perdite per i contribuenti.
QUESTIONE BOND
I nuovi bond daranno anche maggiore chiarezza su chi pagherà il conto dei dissesti: non ci saranno svalutazioni retroattive su titoli emessi prima delle nuove regole, come accaduto a molti risparmiatori in Italia. Ma tutto questo avrà un costo per le banche e per l’economia.
CHE COSA SI STIMA PER UNICREDIT, BANCO BPM, BPER E CREVAL
Tra gli istituti italiani, Ubs stima un fabbisogno di 48 miliardi per Unicredit, di 30 miliardi per Intesa Sanpaolo, di 7,8 per Banco Bpm, di 5,6 per Ubi, di 2,8 per Bper e di 655 milioni per Creval. Solo Unicredit e Bper avrebbero necessità di nuove emissioni (in aggiunta ai rifinanziamenti di titoli non computabili come Mrel) per 4,7 miliardi e 960 milioni rispettivamente. Tra le banche europee, le maggiori emissioni sono attese per Bnp Paribas (54 miliardi), Ing (37), SocGen e Hsbc (23).
LA QUESTIONE DELLE BANCHE TEDESCHE
Le banche tedesche hanno necessità quasi nulle grazie alla legislazione nazionale: la Germania, unica in Europa, ha previsto una subordinazione statutaria per i bond senior, che sono quindi computabili nei requisiti regolamentari.
LE PREVISIONI SULLE BANCHE ITALIANE
Il costo delle emissioni potrebbe essere alto soprattutto per gli istituti italiani: secondo Ubs l’impatto medio sarà del 9% sugli utili pre-tasse (rispetto al 4% della media dell’Eurozona) e dell’1% sulla redditività sul capitale tangibile (0,5% nell’area euro). In Italia in particolare, come hanno mostrato le recenti emissioni di Unicredit, i bond per il Tlac/Mrel rischiano di essere a tassi alti a causa dello spread sovrano. Se il differenziale Btp-Bund non scenderà dagli attuali livelli, alla fine l’effetto complessivo si farà sentire anche sui tassi dei prestiti a famiglie e imprese. C’è poi un altro aspetto da considerare: per Ubs sarà «cruciale» che il Srb sia flessibile nei requisiti e nelle tempistiche per le banche, «soprattutto per le mid cap italiane e spagnole».
Il Srb, che non pubblica i dati per singola banca, ha reso noto a dicembre che i 100 maggiori istituti dell’Eurozona a fine 2017 avevano un fabbisogno di 171 miliardi di titoli validi ai fini Mrel, di cui 67 subordinati. In media i requisiti Mrel sono fissati al 25% degli attivi ponderati, con titoli subordinati al 16% più buffer per le banche sistemiche e al 14% più buffer per le altre.
Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza
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