Cosa lega Pirelli, Cedacri e Nhoa?
“Sono tre casi che concernono notifiche di operazioni di carattere endosocietario, nel senso che si tratta di società di diritto italiano ma che sono già state oggetto di acquisizioni da parte di altri soggetti. La soggezione alla giurisdizione italiana le rende però, anche in seguito, asset controllabili attraverso il golden power”, ovvero quei poteri speciali a cui il governo può fare ricorso per tutelare le imprese o le filiere considerate strategiche e rilevanti per l’interesse nazionale. E’ quanto sottolinea a Startmag Luca Picotti, avvocato, esperto di golden power e autore di La legge del più forte (Luiss University Press, 2023), dopo gli approfondimenti di Startmag sui singoli dossier.
IN BREVE: I CASI DI PIRELLI, CEDACRI E NHOA
Pirelli è il produttore di pneumatici nei confronti del quale il governo di Giorgia Meloni ha esercitato (era il giugno del 2023) il golden power per tutelare alcune tecnologie sensoristiche e per garantire l’autonomia dell’azienda, dato che l’ultimo patto parasociale assegnava maggiori poteri al maggiore azionista, la compagnia statale chimica statale ChemChina-Sinochem, e indirettamente al Partito comunista cinese.
Cedacri è una società italiana specializzata in servizi informatici per il settore bancario acquisita dal gruppo Ion di Andrea Pignataro. Nel luglio 2023 il governo era intervenuto su Ion per limitare le modalità di utilizzo dei proventi dei bond da parte Cedacri, chiedendo che venissero utilizzati per implementare il piano industriale anziché per distribuire dividendi; il Tar si è espresso a favore dell’esecutivo.
Nhoa, infine, è un’azienda italiana di sistemi per lo stoccaggio energetico e per la mobilità elettrica il cui maggiore azionista è la compagnia cementiera taiwanese – ma molto legata alla Cina – Taiwan Cement Corporation. Tcc vuole acquistare l’interezza delle azioni di Nhoa, e si teme che possa modificarne la governance in una direzione più “asiatica”. Nel 2021 l’ingresso di Tcc nell’azionariato di Nhoa venne esaminato dal golden power e autorizzato, ma con alcune prescrizioni (come appunto la notifica in caso di “modifiche della governance”).
PIRELLI E IL GOLDEN POWER “A POSTERIORI”
“Esistono delle disposizioni sulle delibere rilevanti, ad esempio l’art 2. co. 2, che garantiscono al governo al governo un controllo continuato nel tempo su alcune società, a prescindere dal singolo momento dell’acquisizione”, spiega Picotti. “Esiste insomma la possibilità di utilizzare il golden power a posteriori, in modo da predisporre accorgimenti che, magari, all’epoca in cui il controllo è stato ceduto a soci stranieri, non erano stati implementati”.
È proprio questo il caso di Pirelli. Come ricostruisce l’avvocato, “quando i cinesi sono entrati nel capitale nel 2015 nulla è stato fatto, ma poi nel 2023, in un’altra epoca storica, si è approfittato del rinnovo del patto parasociale per intervenire: questo perché Pirelli, nonostante la maggioranza relativa del socio cinese, rimane una società di diritto italiano. Così il governo è intervenuto nel momento del rinnovo del patto parasociale, regolarmente notificato”.
LA PREVALENZA DELLA SOSTANZA SULLA FORMA, DA PIRELLI A CEDACRI
“A ben vedere”, precisa Picotti, “i patti parasociali non sono oggetto di notifica. Eppure, in linea con una interpretazione di carattere sostanziale e non formale, si è deciso di anticipare la notifica. Non essendo intervenuta alcuna pronuncia, la questione rimane sospesa, ma è un tipico esempio di come la forma cede il posto alla sostanza della politica”.
Di carattere sostanziale è stata anche la notifica dell’estensione dei pegni su azioni e conti nel caso Cedacri, “effettuata per garantire un prestito obbligazionario volto a distribuire dividendi straordinari. Qui”, prosegue l’esperto, “abbiamo avuto una pronuncia interessante del Tar, che ha affermato come la notifica vada effettuata già nel momento della costituzione della garanzia e non all’assegnazione, in quanto in questo caso avviene già lo spossessamento, e dunque si avrebbe una notifica, di fatto, tardiva. Dunque, anche qua, sostanza e carattere preventivo della notifica”.
NHOA E GLI OBBLIGHI DI NOTIFICA AGGIUNTIVI
Anche il caso di Nhoa è particolarmente interessante. “Parliamo anche qui di una società di diritto italiano, la cui nazionalità del controllo non è però italiana da tempo, bensì prima francese e poi taiwanese, dal 2021”, fa notare Picotti. “Quello che conta, tuttavia, è la giurisdizione, e dunque Nhoa rimane soggetta al golden power”.
“Nella vicenda specifica di Nhoa si aggiunge inoltre un’interessante prassi delle condizioni che vengono imposte dal governo, dalle quali sono sorte alcune problematiche in questi giorni. Quando nel 2021 Tcc ha rilevato Nhoa”, ricostruisce Picotti, “nelle condizioni è stato imposto di notificare ai sensi del golden power ogni modifica della governance. Lo stesso è stato fatto, ad esempio, anche nel caso delle condizioni di Pirelli, ove è stato detto che ogni nuovo ulteriore rinnovo del patto parasociale dovrà essere notificato. Questo significa aggiungere obblighi di notifica rispetto a quelli previsti dalla legge. Nel caso Pirelli, si ribadisce la necessità di notificare i patti parasociali, nonostante ciò non sia previsto dalla norma a livello testuale. Nel caso Nhoa, si impone di notificare modifiche alla governance, senza specificare quali. Dunque si amplia il raggio della norma, che impone la notifica solo per atti o delibere che modifichino il controllo o la disponibilità degli attivi. Qui invece”, conclude l’esperto, “sembra si imponga di notificare qualsiasi modifica, a prescindere dall’effetto sostanziale. E ciò è quanto lamenta Tcc, che ritiene di avere correttamente notificato l’Opa mentre si è limitata ad una mera comunicazione per il rinnovo del consiglio di amministrazione, in quanto – dal suo punto di vista – non vi sono stati cambi rilevanti. Per la norma forse sarebbe corretto, ma lo è rispetto al Dpcm del 2021? C’è da dubitarne, se il Dpcm viene preso alla lettera, ossia con ogni modifica della governance da notificare”.
GOLDEN POWER, QUALI CONCLUSIONI TRARNE
Secondo Picotti, dalle vicende di Pirelli, Cedacri e Nhoa è possibile trarre quattro insegnamenti. Eccoli:
- Ciò che conta è la giurisdizione, ossia la sottoposizione di una società al diritto italiano.
- Il golden power non è solo un meccanismo di foreign direct investment screening, ma anche di controllo costante delle dinamiche societarie, che permette interventi a posteriori.
- La notifica assume caratteri sostanziali (come nel patto parasociale in Pirelli) e in logica anticipatoria (come la mera costituzione ed estensione della garanzia in Cedacri).
- Le condizioni finiscono spesso per ampliare gli obblighi di notifica, estendendo il raggio di applicazione della norma (come nei casi di Pirelli e Nhoa).