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Golden power, tutti gli inghippi di Tcc su Nhoa

Il groviglio giuridico e politico sul caso Tcc-Nhoa. Fatti, nomi e approfondimenti

Che succede a Nhoa?

L’azienda italiana di sistemi per lo stoccaggio energetico e per la mobilità elettrica potrebbe infatti finire sotto il pieno controllo della compagnia cementiera taiwanese Tcc (Taiwan Cement Corporation), la quale ha già iniziato a rivoluzionarne la governance in un senso ancor più “asiatico”. Facendo scattare, sulla base di un Dpcm del luglio 2021 su Tcc, il golden power, visto che il Dpcm aveva posto precise prescrizioni in merito. Anche perché Tcc ha un business rilevante con la Cina.

Nel frattempo, ambienti italiani della comunicazione vicini a Tcc stanno lavorando su una narrazione pro-Italia rimarcando gli investimenti in cantiere e in programma della compagnia nel nostro Paese, forti anche di un rapporto cordiale con i vertici del ministero dell’Ambiente, retto da Gilberto Pichetto Fratin.

Tutti i dettagli con le novità rispetto al primo articolo di Startmag datato 1 giugno 2024.

L’OPA TOTALITARIA, L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE E NON SOLO

Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione dell’ufficio dedicato al golden power – cioè quei poteri speciali a cui il governo può fare ricorso per tutelare gli assetti delle imprese considerati strategici o rilevanti per l’interesse nazionale – dopo che Taiwan Cement Corporation ha notificato l’operazione per l’offerta pubblica di acquisto totalitaria di Nhoa, azienda italiana che si occupa di sistemi per lo stoccaggio energetico e per la mobilità elettrica.

I PROSSIMI INCONTRI ROMANI DI CHANG (TCC)

E prossimamente dovrebbe arrivare in Italia per una serie di incontri nei palazzi romani Nelson Chang, il numero uno di Taiwan Cement Corporation, che controlla Nhoa, come ha scritto su X l’account Pizzaliks, non smentito.

IL RUOLO DELLA LEGA

Intanto i rappresentanti della Lega presso la X commissione Attività produttive della Camera hanno presentato un’interrogazione alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai rappresentanti dei ministeri dell’Ambiente e delle Imprese per avere rassicurazioni “sulle misure necessarie per mantenere italiana la tecnologia che Nhoa rappresenta”, ha scritto La Verità.

NHOA, TCC E IL GOLDEN POWER: L’ANTEFATTO, IN BREVE

Taiwan Cement Corporation (o Tcc) è una compagnia cementiera taiwanese che già possiede l’88,87 per cento delle quote di Nhoa; adesso vuole prendersi anche la parte rimanente e procedere al delisting dell’azienda dalla borsa di Parigi, dove è quotata. Il legame con la Francia si spiega con il fatto che Nhoa, nata da uno spin-off dai Politecnici di Milano e Torino, era fino al 2021 parte della società energetica francese Engie (e infatti si chiamava Engie Eps); venne poi venduta a Tcc, che nel giro di poco tempo ha portato la sua quota dal 60,4 per cento all’88,8 per cento.

Al tempo l’operazione tra Engie e Tcc per Nhoa fu passata al vaglio del golden power e autorizzata, ma con alcune prescrizioni come la notifica in caso di “modifiche della governance”, come è scritto nel Dpcm del 13 luglio 2021.

QUAL È IL PROBLEMA, ADESSO

L’Opa sarà promossa al prezzo di 1,10 euro per azione, si legge nel documento di notifica alla presidenza del Consiglio dei ministri.

Il “problema” dell’Opa totalitaria per Nhoa è legato anche al fatto che Tcc è formalmente taiwanese – ha sede a Taipei, la capitale di Taiwan -, ma si potrebbe dire che di fatto è un’azienda cinese: è in Cina, cioè, che si concentrano le sue attività e il grosso dei suoi ricavi.

Il timore, dunque, è che l’operazione possa assegnare a Tcc il pieno controllo sulla dirigenza di Nhoa e portare, di conseguenza, all’elaborazione di una nuova strategia aziendale focalizzata sull’Asia anziché sull’Italia e sull’Europa. Nhoa, peraltro, è specializzata in tecnologie di stoccaggio essenziali per la transizione ecologica e opera all’interno di infrastrutture di grande rilevanza per l’Italia: di recente, ad esempio, si è aggiudicata il bando di Autostrade per l’Italia per la realizzazione e la gestione di una novantina di punti di ricarica per veicoli elettrici e ha vinto la gara indetta da Sagat per la costruzione di infrastrutture di ricarica nell’aeroporto di Torino.

Il 30 maggio scorso il consiglio di amministrazione di Nhoa ha deciso di rinnovare il mandato dell’amministratore delegato Carlalberto Guglielminotti per un anno solo anziché per tre, com’è la norma.

QUALI NOTIFICHE A PALAZZO CHIGI?

Erano queste modifiche della governance a dover essere notificate a Palazzo Chigi, viste le prescrizioni dell’epoca, e non la comunicazione dell’Opa. Ma evidentemente i consulenti giuridici di Tcc così hanno deciso, dopo aver sondato qualche burocrate ministeriale. Mentre ambienti romani che seguono Tcc in Italia sminuiscono l’asset nazionale della società Nhoa, “assoggettata al golden power pur non avendo nulla di strategico in quanto produce colonnine per la ricarica”, ha scritto il giornale on line Lettera43 a difesa dell’operazione di Tcc

COSA STABILISCE IL DPCM DEL LUGLIO 2021 SU TCC

Eppure il Dpcm del 13 luglio 2021, nell’indicare alcune prescrizioni al colosso Tcc, parla esplicitamente di “attività strategiche”. È scritto infatti, tra l’altro, che Tcc deve “garantire la regolare prosecuzione delle attività strategiche per gli interessi pubblici nazionali che formano oggetto dei rapporti contrattuali in essere con soggetti pubblici e privati”.

Oltre al fatto – come detto – che lo stesso gruppo deve notificare alla presidenza del Consiglio “gli atti che determinano modifiche della governance” di Nhoa che ha poi rilevato Engie.

IL RUOLO DELLO STUDIO DI NAPOLITANO NELL’AFFARE NHOA-TCC

Come riporta La Verità, Tcc è assistita legalmente dallo studio Chiomenti – di cui è partner il giurista Giulio Napolitano (nella foto), figlio dell’ex-presidente della Repubblica -, che assiste anche gli azionisti cinesi di Ferretti Group, società italiana costruttrice di yacht: ossia il gruppo statale cinese Weichai.

Secondo lo studio in cui lavora Napolitano, l’Opa di Tcc non modificherà né il quadro della situazione né le opportunità di business di Nhoa. Non è chiaro se la compagnia taiwanese abbia intenzione di vendere Free2Move, la joint venture tra Nhoa e Stellantis sulle tecnologie di ricarica per veicoli elettrici.

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