Leonardo punterà su Cyber security e Fincantieri guarda al dominio Underwater come elemento chiave e strategico.
Sono alcune delle rotte tracciate dai due colossi nazionali della difesa in occasione dell’assemblea generale dell’Aiad, la Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza di Confindustria, svoltasi anche in forma pubblica il 3 luglio a Roma.
Oltre agli indirizzi e i focus dei due gruppi capeggiati rispettivamente da Roberto Cingolani e Pierroberto Folgiero, “è emersa un’indicazione molto chiara circa la necessità di aggiornare la Legge 185 che regola l’export militare italiano” ha riportato Pietro Batacchi, il direttore di Rid (Rivista Italiana Difesa)
Ovvero la disciplina che individua in via generale e preventiva alcune fattispecie di divieto ad esportare ed importare i materiali d’armamento ed i requisiti indispensabili per poter operare nel settore. Allo stesso tempo fissa dettagliatamente le modalità e le varie fasi dei procedimenti autorizzativi, nonché le misure sanzionatorie in caso di violazione delle norme.
Lo stesso presidente dell’Aiad, Giuseppe Cossiga, ha più volte illustrato in audizione al Parlamento, che “l’export dell’industria della difesa avviene in un contesto fortemente regolamentato”.
Tutti i dettagli.
DALL’ASSEMBLEA AIAD APPELLO PER AGGIORNARE LA LEGGE SULL’EXPORT MILITARE
Come ha spiegato il direttore di Rid a proposito della normativa italiana sull’export militare, “la questione non è formale, ma sostanziale con lungaggini e processi autorizzativi anche di 6-8 mesi che possono pregiudicare importanti opportunità ed ostacolare la formalizzazione di accordi. Insomma, la Legge 185 così com’è impedisce alle nostre aziende di essere competitive a fronte di una concorrenza sempre più forte, fatta di attori tradizionalmente spregiudicati e di attori emergenti che non hanno vincoli di tale natura e giocano in maniera sempre più assertiva”.
“Ecco quindi, la richiesta da parte delle aziende e delle stesse FA di intervenire sulla Legge”, ha aggiunto Batacchi. “L’altro tema importante, sottolineato da Carlo Festucci [segretario generale di Aiad], riguarda “la necessità di superare la questione delle banche etiche”, ovvero delle banche che non concedono alle imprese di settore il supporto e la garanzie necessari in termini economici e finanziari adducendo ragioni, appunto, etiche. Da qui, la necessità di creare “una banca ad hoc per supportare l’export militare””, ha riferito ancora il direttore di Rid.
LEONARDO: FOCUS SU CYBER SECURITY E SPAZIO
Dopodiché, è intervenuto l’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, che ha sottolineato come il gruppo dell’aerospazio e difesa italiano sia concentrato sul core business alla luce di un bilancio positivo con un portafoglio ordini pari a circa 40 miliardi di euro, in crescita del 7,9% rispetto all’anno precedente.
Cingolani ha poi evidenziato che, oltre ai comparti tradizionali il focus di Leonardo sarà due settori chiave: Cyber security e spazio (il giro di affari globale previsto per la space economy è di 1 trilione di dollari).
Questa rotta emergeva già nella relazione di bilancio 2022 del gruppo: “A completamento delle attività di ricerca già in essere, nel 2023 verranno attivate le seguenti aree di ricerca: Space Systems che si focalizzerà sulla ricerca di nuove tecnologie per prodotti di nuova generazione per seguire la rapida crescita nel settore spaziale, contribuendo a creare un approccio integrato ai Sistemi Spaziali, Cyber, che studierà e svilupperà strumenti e sistemi di sicurezza informatica avanzata che possano applicare tecniche d’intelligenza artificiale ai diversi casi d’uso del dominio della sicurezza informatica”.
Infine, il numero uno di Leonardo ha posto l’accento sulla spesa globale in R&S del gruppo (pari a 2miliardi nel 2022, in crescita dell’11,1% rispetto a 1,8 miliardi dell’anno precedente). Tuttavia, secondo Cingolani, il dato è da migliorare dal momento che solo un terzo della spesa è indirizzato a nuove tecnologie il resto ad ammodernamento assetti correnti.
PER FINCANTIERI DOMINIO UNDERWATER E NAVE DIGITAL E GREEN
Passando all’altro colosso nazionale del comparto, il presidente di Fincantieri Claudio Graziano ha ribadito che il gruppo intende concentrarsi sul dominio subacqueo per sviluppare e innovare in ambito militare e civile presentandosi come il naturale soggetto aggregatore del dominio underwater per il segmento difesa.
L’ambiente subacqueo sta diventando un dominio operativo di rilievo per la Marina militare italiana, e una frontiera tecnologica per l’industria del settore e più in generale per il sistema Paese che sta dando vita ad un Polo nazionale per la dimensione subacquea. Prossimamente sarà inaugurato a La Spezia il polo della subacquea, un incubatore sotto l’egida della Marina militare italiana per riunire e far collaborare tutti i player nel mondo della subacquea: dalle piccole e medie imprese, alle micro imprese, oltre che dai grandi gruppi industriali (Leonardo e Fincantieri in primis ma anche Eni e Sparkle) oltre al mondo dell’università e della ricerca.
Inoltre, nel prossimo futuro del gruppo cantieristico di Trieste nel prossimo futuro c’è il green focus sull’idrogeno o nucleare pulito e la digitalizzazione ha ricordato Graziano.
D’altronde già l’ad Pierroberto Folgiero aveva evidenziato che l’obiettivo di Fincantieri è “Essere pionieri della nave digitale e della nave a basse emissioni”, nel corso di una recente audizione presso la commissione Difesa della Camera.
AUSPICATA LA COOPERAZIONE, SIA NAZIONALE SIA MULTINAZIONALE
Allo stesso tempo, il presidente di Fincantieri ha rilevato alcune problematiche da superare: la necessità di aggregazione delle risorse finanziarie e il perseguimento della cooperazione su programmi chiavi superando la frammentazione.
Graziano ha auspicato infatti una maggiore cooperazione nazionale, ma per il gruppo è altrettanto importante e strategico perseguire le cooperazioni bilaterali. Un esempio è quella con la Francia.
Proprio la scorsa settimana il gruppo capeggiato da Pierroberto Folgiero ha annunciato che lavorerà all’ammodernamento di mezza vita delle fregate classe Horizon. Infatti durante il recente Salone Aeronautico a Parigi Italia e Francia hanno firmato accordi bilaterali nel campo del procurement militare e nell’individuazione di possibili programmi di cooperazione. Nello specifico, il segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano e l’omologo francese hanno firmato congiuntamente sia la Roadmap Capability, inerente il procurement e l’individuazione di programmi di possibile cooperazione tra le parti, che il memorandum d’intesa relativo al Mid-Life Upgrade delle unità navali classe Horizon, che prevede l’ammodernamento delle stesse a cura di Naviris, la joint venture paritetica al 50% di Fincantieri e la francese Naval Group, e ad Eurosam, un consorzio formato da Mbda e Thales.
LA CORVETTA EUROPEA DEL FUTURO
Oltre a quelle bilaterali, Graziano ha posto l’accento sull’importanza anche di cooperazioni multinazionali più complesse.
Un esempio è l’EPC – European Patrol Corvette, programma a cui hanno aderito finora quattro Paesi a livello Pesco, (Italia come coordinatore, Francia, Spagna e Grecia), fondamentale per Fincantieri che ne detiene la lead, ha sottolineato il presidente Claudio Graziano.
Lo scorso luglio la Commissione europea ha selezionato la proposta presentata dal consorzio guidato da Naviris (la jv tra Fincantieri e Naval Group) insieme a Fincantieri, Naval Group e Navantia per il programma “MMPC” – Modular and Multirole Patrol Corvette. In seguito, lo scorso ottobre gli ad delle quattro società hanno firmato ad Euronaval un accordo preliminare consortile, che mira a disciplinare l’esecuzione del bando.
Secondo la Marina militare italiana, il contratto per la realizzazione delle corvette europee potrebbe essere firmato già dal 2025. L’impostazione della prima nave potrebbe avvenire invece nel 2026 con consegna a partire dal 2030.