Per domani, martedì 27 giugno, è prevista la quotazione alla borsa di Milano di Gruppo Ferretti, società di cantieristica navale specializzata nella costruzione di yacht e proprietaria dei marchi Riva, Pershing e Wally. La sua capitalizzazione ammonta a circa 1 miliardo di euro, grazie alla recente vendita di azioni collocate a 3 euro l’una.
IL PRIMO DUAL LISTING IN EUROPA DI UN TITOLO GIÀ QUOTATO A HONG KONG
Christian Basellini, analista di UniCredit, ha detto che quello di Gruppo Ferretti è “il primo dual listing [doppia quotazione, ndr] su un mercato europeo di un titolo quotato a Hong Kong, con un processo che potrebbe essere ora ripetibile da altre società”.
I RAPPORTI “ECCELLENTI” CON I CINESI DI WEICHAI
Ferretti ha sede in Italia ma è di proprietà del gruppo statale cinese Weichai, l’azionista principale, ed è già quotata alla borsa di Hong Kong, in Cina.
L’amministratore delegato di Ferretti, Alberto Galassi, ha parlato di rapporti “eccellenti” con Weichai. In effetti – come ha ricordato Il Sole 24 Ore – Weichai ha comprato Ferretti quando era in crisi, nel 2012, sostenendone il rilancio e mantenendo l’italianità della dirigenza.
NUMERI E PIANI DI ESPANSIONE
Nel primo trimestre del 2023 Ferretti ha riportato un utile netto di 18,6 milioni (una crescita del 42 per cento) e un portafoglio ordini di 1,4 miliardi (+15,4 per cento). L’azienda ha spiegato di volersi concentrare di più sui servizi ad alto valore aggiunto come gli interventi di manutenzione.
Lo scorso febbraio le autorità italiane hanno approvato il progetto di Ferretti per la realizzazione di uno stabilimento dedicato alla costruzione di yacht nel porto di Taranto, in Puglia, più precisamente all’ex-Yard Belleli. L’investimento vale in tutto 204 milioni di euro: è stato sostenuto con 137 milioni di fondi pubblici.
A marzo, poi, Ferretti ha rilevato il cantiere San Vitale di Marina di Ravenna, con l’intenzione di destinarlo alla produzione di yacht.
FERRETTI RISCHIA IL GOLDEN POWER?
A detta di Galassi, Gruppo Ferretti non rischia problemi con il golden power, i poteri speciali che permettono al governo di intervenire nei comparti strategici per tutelare l’interesse nazionale e che di recente è stato utilizzato su Pirelli, azienda di pneumatici controllata dal gruppo statale Sinochem con il 37 per cento.
Galassi ha spiegato all’agenzia Radiocor che “nel 2022, in occasione della quotazione a Hong Kong, chiedemmo all’allora governo italiano [quello di Mario Draghi, ndr] la nostra situazione in tema di golden power e ci fu riferita la sua inapplicabilità. Quest’anno abbiamo di nuovo chiesto e ci è stata confermata l’inapplicabilità della stessa”.
Lo spettro del golden power potrebbe essere stato esorcizzato con la diluizione della presenza di Weichai nel capitale sociale di Ferretti, che con la quotazione alla borsa di Milano passa dal 67 al 35 per cento. Radiocor ha scritto che Ferretti è diventata la società nautica con il maggiore capitale flottante al mondo.
IL NUOVO AZIONARIATO
Assieme alla riduzione della quota di Weichai, l’operazione di quotazione a Piazza Affari ha visto la partecipazione di tre anchor investor, o investitori di riferimento, che controlleranno assieme il 13 per cento del capitale: sono il fondo emiratino Chimera, con il 3 per cento circa; Danilo Iervolino, che controlla la casa editrice BFC Media (pubblica L’Espresso) ed è presidente della Salernitana; Karel Komarek, imprenditore di nazionalità ceca che ha fondato la società d’investimento KKCG. Iervolino e Komarek possiedono insieme il 10 per cento di Ferretti.
Nell’azionariato resta presente Piero Ferrari con l’8 per cento (attraverso F Investments): Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti, è suo genero.