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Ferretti

Il governo interverrà anche sulle manovre cinesi di Ferretti?

Ferretti, azienda di cantieristica navale controllata dai cinesi, si avvia verso la doppia quotazione: non solo Hong Kong, ma anche Euronext Milano. Weichai, però, cederà fino al 28,7 per cento: un modo per evitare il golden power (a differenza di Pirelli)? Tutti i dettagli.

 

Gruppo Ferretti, società di cantieristica navale con sede in Italia ma parte del gruppo statale cinese Weichai, ha confermato l’intenzione di procedere alla doppia quotazione (dual listing, in gergo) delle proprie azioni: non solo alla borsa di Hong Kong, in Cina, dove è presente dall’anno scorso; ma anche all’Euronext Milan, in Italia.

WEICHAI CEDERÀ IL 28,75 PER CENTO DI FERRETTI

Per sostenere la liquidità del titolo di Ferretti sul mercato milanese, l’azionista venditore – ovvero Weichai, attraverso Ferretti International Holding – intende procedere alla vendita delle azioni ordinarie e ha ottenuto l’autorizzazione a cedere fino al 28,75 per cento del capitale sociale. Al momento Weichai possiede una quota del 63,75 per cento di Ferretti.

TUTTI I NUMERI DI FERRETTI

Come riporta Reuters, oggi le azioni di Ferretti si scambiano a 23,3 dollari hongkonghesi, poco più del prezzo di offerta della quotazione a Hong Kong, nel marzo 2022. La valutazione dell’azienda si aggira sui 7,9 miliardi di dollari hongkonghesi, pari all’incirca a 1 miliardo di euro.

Ferretti è proprietario dei marchi Riva, Pershing e Wally e possiede una quota del 15 per cento del mercato mondiale degli yacht di lusso sopra i nove metri. Nel 2022 l’azienda ha riportato ricavi netti per 1030,1 milioni di euro.

IL SENSO DELL’OPERAZIONE SULL’EURONEXT MILAN

In un comunicato, Ferretti dichiara che “sebbene l’Asia rimanga strategica”, la quotazione all’Euronext Milan “consentirebbe alla società di ampliare la composizione del proprio azionariato in alcune regionali, quali Europa, Medioriente e Americhe, che rappresentano i principali mercati del gruppo”. In sostanza, Ferretti punta ad attirare tanti investitori e ad ampliare la composizione dell’azionariato.

CHE FARÀ IL GOVERNO MELONI?

Ci si domanda se il governo di Giorgia Meloni interverrà in qualche modo nell’operazione di dual listing di Ferretti, considerato il golden power già esercitato su un’altra azienda sotto controllo cinese: si tratta di Pirelli, produttrice di pneumatici, il cui nuovo patto sociale rafforzerà la posizione del conglomerato petrolchimico Sinochem.

– Leggi anche: Perché il governo medita una sberla per le cineserie di Tronchetti Provera in Pirelli

È possibile che la diluizione del peso di Weichai in Ferretti attraverso la vendita del 28,7 per cento del capitale serva anche a evitare il golden power.

In Ansaldo Energia, società che si occupa di impianti energetici, pare che l’azionista cinese (la compagnia elettrica cinese Shanghai Electric, che possiede una quota del 12 per cento) non abbia intenzione di partecipare all’operazione di aumento di capitale, di cui dunque si farà carico esclusivamente Cassa depositi e prestiti (88 per cento). Shanghai Electric, del resto, non aveva aderito nemmeno alla precedente ricapitalizzazione, riducendo la propria quota dal 40 per cento all’attuale 12.

Non sembrano invece essere in vista modifiche all’azionariato di CDP Reti, la società del gruppo Cassa depositi e prestiti che investe nelle infrastrutture energetiche italiane attraverso partecipazioni in Snam, Terna e Italgas. State Grid Europe, divisione della compagnia elettrica cinese State Grid Corporation of China, possiede il 35 per cento di CDP Reti; Cassa depositi e prestiti ha poco più del 59 per cento.

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