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Universal Music Spotify

Ecco come Spotify e Universal Music si alleano contro TikTok

TikTok ha silenziato Taylor Swift, Harry Styles, Ariana Grande e tutti gli altri artisti di Universal Music ma l'etichetta ha un piano con Spotify. Tutti i dettagli

 

In barba a TikTok, il cui futuro è sempre più in bilico negli Stati Uniti, l’etichetta discografica Universal Music ha stretto un accordo con Spotify, dopo che la piattaforma social ha rimosso le canzoni dei suoi artisti per una disputa che ha messo fine all’accordo tra i due.

Ecco cosa hanno in mente di fare.

L’ACCORDO TRA UNIVERSAL MUSIC E SPOTIFY

Universal Music e Spotify hanno annunciato una partnership “per rendere virali gli artisti dell’etichetta discografica”. Nella pratica i cantanti della Universal – tra cui Taylor Swift, Drake, Harry Styles, Ariana Grande,The Weeknd – potranno condividere su Spotify i teaser dei brani in uscita e offrire un’opzione di pre-salvataggio per le nuove uscite.

La notizia ha fatto salire ieri pomeriggio di poco più del 2% le azioni della piattaforma musicale e del 2,58% quelle dell’etichetta.

Per rendere poi “le esperienze di ‘social music’ più profonde”, come affermato dalle due parti, (e compensare alla rottura con TikTok), l’intesa prevede anche un nuovo accordo con Universal Music Publishing Group che consente a Spotify US di condividere i video musicali degli artisti.

L’intenzione è aumentare il coinvolgimento degli artisti con gli ascoltatori, in particolare per quanto riguarda “la nuova musica e le iniziative incentrate sugli artisti”, ha dichiarato Lucian Grainge, presidente e amministratore delegato della Universal.

LA ROTTURA TRA UNIVERSAL MUSIC E TIKTOK

Il fondatore e Ceo di Spotify, Daniel Ek, ha dichiarato che l’ampliamento della partnership tra la piattaforma di streaming musicale e la Universal consentirà agli artisti di “esprimersi in modo autentico, promuovere efficacemente il proprio lavoro e monetizzare meglio la propria arte”.

“Monetizzare”, parola chiave. La fine del rapporto tra l’etichetta e TikTok è il risultato del mancato rinnovo del contratto di licenza scaduto il 31 gennaio scorso. I due infatti non sono riusciti a trovare un accordo perché, secondo la Universal, la piattaforma cinese da oltre 1 miliardo di utenti mensili attivi in tutto il mondo non ha offerto compenso adeguato per artisti e autori, tutela degli artisti dagli effetti dannosi dell’intelligenza artificiale e sicurezza online degli utenti.

“Per quanto riguarda la questione del compenso degli artisti e degli autori – si legge nel comunicato -, TikTok ha proposto di pagare i nostri artisti e autori a una tariffa che è una frazione di quella pagata dalle principali piattaforme social con una posizione simile”.

Inoltre, per l’etichetta, TikTok rappresenta solo l’1% circa dei ricavi totali.

TERREMOTO TIKTOK

Il punto, tuttavia, come osserva Quartz, è che “TikTok ha alterato le dinamiche dell’industria musicale, dal modo in cui le persone scoprono la nuova musica al modo in cui le canzoni (e gli artisti dietro di esse) diventano popolari”.

A cominciare dalla pandemia e poi negli anni successivi, la piattaforma ha dimostrato come i video di breve durata potessero far esplodere canzoni e artisti da un giorno all’altro, grazie soprattutto alle interazioni dei fan e alle tendenze virali dei social media. E le etichette se ne sono accorte.

Ma TikTok non sembra disperare per la rottura con la Universal. Lo scorso maggio ha concluso accordi con decine di musicisti per distribuire la loro musica attraverso una piattaforma di marketing e distribuzione musicale fondata da TikTok e chiamata SoundOn, mentre a luglio ha siglato un’intesa con Warner Music Group per creare nuove entrate e marketing per gli artisti e gli autori dell’etichetta sulla piattaforma.

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