skip to Main Content

India

Come e perché l’India non chiude la porta alla Russia

L'India ha ripreso a esportare riso, tè, caffè e frutta verso la Russia: le transazioni passano per la banca statale Sberbank e sono regolate in rupie-rubli. Tutti i dettagli.

La scorsa settimana l’India ha riavviato le esportazioni di riso, frutta, tè e caffè verso la Russia: lo riporta il giornale indiano The Economic Times, citando proprie fonti. Il quotidiano specifica che le spedizioni indiane passano principalmente per i porti della Georgia, e che ad occuparsi delle transazioni commerciali è la banca statale russa Sberbank, la più grande del paese.

TRANSAZIONI IN RUPIE-RUBLI

Vista l’incertezza creatasi dopo l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio scorso, che ha portato all’imposizione di dure sanzioni verso Mosca, le esportazioni indiane dirette nel paese si erano praticamente fermate. Adesso, però, il commercio India-Russia è ripreso e sta venendo regolato, almeno in parte, attraverso un meccanismo rupie-rubli.

COME VA L’EXPORT DI RISO E TÈ

Ashwin Shah, direttore di Shah Nanji Nagji Exports, un’azienda che esporta molto riso in Russia, ha detto all’Economic Times di aver spedito sessanta container contenente riso non basmati alla Russia, ciascuno dal peso di 22mila chili. “Il pagamento del nostro riso viene gestito dalla russa Alfa Bank. La nostra banca indiana è Bank of Maharashtra”.

Mohit Agarwal, direttore di Asian Tea, ha fatto sapere di avere finora esportato cinque container di tè alla Russia, che ne importa – stando all’Economic Times – 43-45 milioni di chili all’anno.

COSA VUOLE L’INDIA DALLA RUSSIA

L’India si è astenuta dalla condanna dell’invasione russa e – a differenza di altri paesi, anche in Asia – non ha imposto sanzioni. Al contrario, si è mostrata interessata ad acquistare greggio russo a prezzo scontato e, per facilitare gli scambi, ha discusso con Mosca di un meccanismo di scambio rubli-rupie che utilizzi l’SPFS, il sistema di trasmissione dei messaggi finanziari sviluppato dalla Banca centrale russa.

Più in generale, le aziende indiane vogliono approfittare del momento di isolamento economico di Mosca per aumentare la loro presenza nel mercato russo. Nel 2021 le esportazioni della Russia in India sono ammontate a 6,9 miliardi di dollari e composte principalmente di oli minerali, fertilizzanti e diamanti grezzi. Di contro, nello stesso anno, le esportazioni indiane in territorio russo sono valse 3,3 miliardi e composte soprattutto da prodotti farmaceutici, tè e caffè.

I RAPPORTI POLITICI E MILITARI

Sulla postura dell’India rispetto alla crisi russo-ucraina influisce molto la sua tradizionale dottrina di non-allineamento in politica estera e la sua resistenza all’ingresso in sistemi formali di alleanze.

Al di là degli storici contatti con l’Unione sovietica nel periodo della Guerra fredda, oggi l’India vede nella Russia una potenza necessaria al bilanciamento regionale della Cina, che percepisce come un pericolo vicino ai propri confini. Nuova Delhi, inoltre, dipende molto dalle attrezzature militari russe (per il 60 per cento sul totale), nonostante stia riducendo pesantemente le importazioni (-53 per cento dal 2011) per aumentare quelle dagli Stati Uniti.

Ieri il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha rilasciato un’intervista al portale indiano India Today per accusare gli Stati Uniti e il resto dell’Occidente di essere i responsabili della situazione in Ucraina e di voler “dominare il mondo”.

Back To Top