skip to Main Content

Russia Cina Iran

Come sta andando il commercio tra Russia e Cina?

Nel periodo gennaio-aprile 2022 il commercio tra Russia e Cina è cresciuto del 25,9 per cento. I dati di marzo, pur significativi, raccontavano però un rallentamento rispetto a febbraio, prima che iniziasse l'invasione. Tutti i dettagli.

L’agenzia di stampa russa TASS ha riportato oggi che nel primo quadrimestre del 2022 (gennaio-aprile) il commercio tra Russia e Cina è cresciuto del 25,9 per cento su base annua, raggiungendo i 51 miliardi di dollari.

I NUMERI A CONFRONTO

Nel periodo considerato, le esportazioni cinese in Russia sono aumentate dell’11,3 per cento, per 20,2 miliardi. L’export russo di beni e servizi in Cina, invece, ha guadagnato il 37,8 per cento, per 30,8 miliardi.

COSA ESPORTANO CINA E RUSSIA

Il 70 per cento circa del valore delle importazioni cinesi di prodotti russi è rappresentato dagli idrocarburi: petrolio, gas naturale e carbone. Altre esportazioni russe significative sono state il rame, il legname e il pesce. Più variegate invece le esportazioni cinesi, che consistono in smartphone, macchinari industriali, giocattoli, calzature, motori, condizionatori d’aria e computer.

– Leggi anche: Perché la Russia non potrà sostituire l’Europa con la Cina sul gas

DOVE VA IL PETROLIO

Le raffinerie indipendenti cinesi stanno acquistando barili di petrolio russo a prezzi scontati, ma in segreto, per evitare di venire colpite dalle sanzioni americani. Le società statali di trading, invece, hanno perlopiù rifiutato di firmare nuovi contratti di fornitura con la Russia.

Lo scorso aprile la Cina ha importato quasi il 7 per cento di greggio in più rispetto a un anno fa, per un totale di 10,5 milioni di barili al giorno, anche se il calo della domanda di carburante per via dei lockdown ha causato una contrazione delle attività delle raffinerie.

Per Mosca non sarà così semplice vendere il suo petrolio in Asia, comunque. E non sarà nemmeno così remunerativo: dovrà infatti offrirlo a un prezzo più basso di quello fissato per il mercato europeo per bilanciare i rischi della compravendita, dato che le istituzioni finanziarie occidentali si stanno rifiutando di assicurare le navi che trasportano i carichi energetici russi.

I NUMERI DEL COMMERCIO DI MARZO

A marzo il commercio tra Cina e Russia è cresciuto del 12 per cento circa su base annua, segnando un rallentamento rispetto a febbraio (l’invasione dell’Ucraina è iniziata il 24 febbraio), quando l’interscambio era aumentato del 25,7 per cento. Si è trattato comunque, per Pechino, di un valore superiore alla media del commercio con gli altri paesi (7,7 per cento).

Nel 2021 il commercio sino-russo era arrivato alla cifra record di 146,9 miliardi di dollari, con un aumento annuo del 35,8 per cento.

La Cina, legata alla Russia da una partnership strategica “senza limiti”, non ne ha condannato l’invasione né ha imposto sanzioni, come fatto dalle maggiori economie mondiali (gli Stati Uniti, l’Unione europea, il Regno Unito, il Canada e il Giappone, ad esempio). Gli analisti pensano che la Cina potrà sostenere la Russia in questa fase di semi-isolamento internazionale aumentando le importazioni, anche se Pechino non sembra intenzionata a spingersi troppo oltre, per evitare di incorrere in violazioni delle sanzioni occidentali.

– Leggi anche: La Cina potrà garantire abbastanza allumina alla Russia?

LE PREVISIONI DELLA RUSSIA

A fine aprile il governo russo disse di prevedere che il commercio con la Cina crescerà fino a raggiungere i 200 miliardi di dollari nel 2024.

Georgiy Zinoviev, capo del dipartimento asiatico del ministero degli Esteri russo, ha dichiarato all’agenzia russa Interfax che “le aziende cinesi restano interessate a espandere la loro presenza in Russia” e che, a questo proposito, “si stanno aprendo ulteriori opportunità data la partenza di alcune aziende occidentali”.

Zinoviev ha tuttavia riconosciuto l’esistenza di rischi per Pechino nel caso in cui dovesse aiutare Mosca ad aggirare le sanzioni: “è chiaro che nella situazione attuale molti operatori economici cinesi devono essere cauti, data la probabilità di sanzioni secondarie”.

Back To Top