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Bancomat, l’Antitrust delude le grandi banche sulle nuove commissioni

Nuove commissioni Bancomat: secondo il Sole 24 ore, l’Antitrust boccia il progetto di Bancomat Spa per riformare il sistema di remunerazione del servizio di prelievo in circolarità dei contanti dagli sportelli Atm. Fatti, numeri, indiscrezioni e approfondimenti

Il Garante del mercato e della concorrenza delude le grandi banche sulle nuovi commissioni dei bancomat.

PERCHE’ L’AGCM BOCCIA IL PROGETTO BANCOMAT SULLE NUOVE COMMISSIONI

Secondo le indiscrezioni del Sole 24 ore, l’Antitrust boccia il progetto di Bancomat Spa presentato nel lontano 5 ottobre 2020 per riformare il sistema di remunerazione del servizio di prelievo in circolarità dei contanti dagli sportelli Atm. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli ha chiuso l’iter del procedimento mercoledì 30 novembre e si accinge a comunicare al mercato l’esito negativo dell’istruttoria.

Aggiunge il quotidiano di Confindustria: “Sembra che alla base del pronunciamento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), c’è il parere negativo espresso dagli uffici tecnici dell’organismo, che hanno ritenuto la proposta sottoposta da Bancomat Spa non accettabile. In particolare il nuovo modello di remunerazione dei prelievi di contante, configura un’intesa anticoncorrenziale in relazione all’articolo 101, paragrafo 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) e il proponente non ha assolto all’onere probatorio che sullo stesso incombe, non avendo presentato elementi sufficienti a dimostrare la presenza delle quattro condizioni previsti dalla norma”.

CHI È BANCOMAT SPA

Presieduta da Franco Dalla Sega, al 29 dicembre scorso Bancomat vantava 116 soci – tra cui Intesa Sanpaolo (31,55%), Unicredit (18,92%), Iccrea (11,2%), Banco Bpm (7,67%), Montepaschi (7,56%), Bnl-Bnp (5%), Bper (4,71%), Cassa Centrale (2,79%) – e 210 istituti aderenti ai circuiti Bancomat e PagoBancomat.

Nel 2021 la società ha messo a segno oltre 210 miliardi di transazioni grazie a 34 milioni di carte in circolazione e ha visto il fatturato crescere del 29% a 25,8 milioni di euro. Le operazioni con carta sono aumentate del 44%.

L’ITER DELL’ISTRUTTORIA SU BANCOMAT SPA

Come si ricorderà, a settembre 2021 Piazza Verdi aveva già deciso di allungare i tempi del procedimento in seguito alle ulteriori previsioni comunicate da Bancomat S.p.A. il 28 luglio e riguardanti – come riportato nel Bollettino settimanale dell’Authority – “i profili di trasparenza, di costi per le banche emittenti e di quantificazione della commissione al prelievo”.

COSA DEVE VALUTARE L’ANTITRUST SUL PROGETTO DI BANCOMAT

Oltre 2 anni fa l’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli ha avviato il procedimento sul progetto a seguito di una comunicazione inviata proprio da Bancomat Spa, che al 29 dicembre scorso vantava 116 soci – tra cui Intesa Sanpaolo (31,55%), Unicredit (18,92%), Iccrea (11,2%), Banco Bpm (7,67%), Montepaschi (7,56%), Bnl-Bnp (5%), Bper (4,71%), Cassa Centrale (2,79%) – e 210 istituti aderenti ai circuiti Bancomat e PagoBancomat.

A Piazza Verdi la società presieduta da Franco Dalla Sega (amministratore delegato e direttore generale è invece Alessandro Zollo) in sostanza ha chiesto di valutare questo “modello alternativo” partendo dalle novità più importanti ossia l’abolizione della commissione interbancaria e il pagamento della commissione applicata al prelievo – da parte del consumatore – direttamente all’istituto di credito dove è collocato lo sportello automatico.

Il nuovo modello ipotizzato, come recita il provvedimento d’avvio, “comporterebbe l’eliminazione delle commissioni interbancarie attualmente associate al prelievo Bancomat”. La modifica del modello di remunerazione “sarebbe giustificata dall’aumento dei costi sostenuti dalle banche nella gestione degli Atm, legati all’evoluzione tecnologica di tali apparecchiature e ai maggiori rischi collegati ad iniziative fraudolente più sofisticate; costi che, in molti casi, sarebbero maggiori rispetto all’ammontare della commissione interbancaria. Il nuovo sistema di remunerazione, invece, incentiverebbe maggiori investimenti da parte dei proprietari degli Atm sulle relative apparecchiature, a beneficio della platea dei consumatori”.

All’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato spetta il compito di valutare “se le nuove regole di circuito possano configurare un’intesa suscettibile di restringere o falsare la concorrenza nel mercato comune, ai sensi dell’articolo 101 del TFUE (Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, ndr)”. È perciò necessario esaminare se “il coordinamento del comportamento di mercato dei soggetti partecipanti al Consorzio Bancomat, che si verifica in ragione di quanto previsto dalle nuove regole di remunerazione del prelievo in circolarità, comporti una restrizione della concorrenza, tenendo conto, altresì, dell’impatto sulla capacità competitiva dei vari operatori, anche in considerazione della differente estensione della rete di sportelli Atm”.

I TIMORI DELLE BANCHE MINORI

In attesa dell’esito della valutazione dell’Agcm ci sono soprattutto gli istituti di minori dimensioni che potrebbero avere un danno dalle novità presentate da Bancomat S.p.A. Almeno questo è quanto circola in Assopopolari, l’associazione presieduta da Corrado Sforza Fogliani. Lo scopo della proposta – sostiene – è quello di incoraggiare i clienti delle banche piccole e medie a spostare i propri conti negli istituti più grandi, i quali – oltre a un maggior numero di sportelli sparsi sul territorio nazionale – dispongono di risorse economiche tali da mantenere gratuito il costo del servizio del prelievo circolare oppure che consentono di addebitare cifre più piccole rispetto a quelle delle banche popolari. Un progetto, quello di Bancomat S.p.A., che dunque porterebbe a uno svantaggio concorrenziale degli istituti medio-piccoli rispetto a quelli grandi.

LE MIRE DEL PROGETTO DELLE GRANDI BANCHE

Alla base del progetto c’è l’idea di far decidere a ogni singola banca proprietaria dell’Atm il costo delle operazioni di prelievo realizzato dai clienti di banche concorrenti, ha sottolineato oggi il Sole 24 ore: “Una novità attesa soprattutto dalle grandi realtà bancarie che hanno numerosi Atm lungo la Penisola, ma che ha messo in agitazione le banche online e quelle locali che non hanno un numero elevato di filiali o postazioni Bancomat all’interno dei loro gruppi di appartenenza”. Nella seconda proposta Bancomat Spa aveva previsto un tetto massimo alla commissione applicata sui prelievi pari a 1,50 euro. Un cap che non è stato sufficiente per convincere gli uffici tecnici dell’Antitrust. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore la stessa Banca d’Italia aveva espresso nei mesi scorsi le sue perplessità.

CHE COSA ACCADE OGGI SULLE COMMISSIONI BANCOMAT

Oggi la possibilità di effettuare il prelievo con la carta Bancomat allo sportello Atm di una banca diversa da quella emittente viene offerta da diversi istituti gratuitamente, in particolare dalle banche online. E a prescindere della decisione di addebitare o meno una spesa al proprio cliente, con l’attuale sistema la banca emittente la carta deve riconoscere alla banca proprietaria dello sportello Atm una commissione interbancaria pari a 49 centesimi di euro per ogni prelievo.

Con il nuovo modello proposto da Bancomat Spa – ha sottolineato il Sole 24 ore – “c’era il timore che, una volta fissato un cap a 1,50 euro, tutte le banche vi si allineassero come è accaduto ad esempio con la commissione sull’accordato per i fidi sui conti correnti che prevede un cap dello 0,5% a trimestre, valore che tutte le banche oggi applicano. C’erano quindi tutti i presupposti per assistere ad un adeguamento del costo del prelievo in circolarità a 1,50 euro, con un notevole incremento dei costi per chi quell’operazione oggi non la paga”.

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