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VW RIVIAN

Svelato cosa faranno il gruppo VW e Rivian assieme

Prende finalmente corpo la jv tra il gruppo Vw e l'americana Rivian: la tecnologia della startup dei furgoni elettrici (scaricata da Ford e Amazon) sarà sfruttata inizialmente nella city car da 20mila euro ID.1 e per due modelli Audi sviluppati su piattaforme inedite pensati per segmenti differenti

Lo scorso autunno aveva fatto rumore la decisione del Gruppo Volkswagen di tessere una jv da quasi 6 miliardi di dollari con Rivian, startup Usa dell’auto elettrica in un primo tempo finanziata – quindi scaricata – da Ford e Amazon. Si era inteso subito che l’accordo fosse più o meno riassumibile nel fatto che Volkswagen, dopo i molteplici inciampi col proprio team interno Cariad, avrebbe esternalizzato il servizio mettendoci i capitali, Rivian avrebbe portato in dote il know-how tecnologico. In quella occasione le due parti si erano limitate a far sapere che la joint venture avrebbe utilizzato le attuali piattaforme della società fondata da RJ Scaringe per “lanciare la nuova Rivian R2 nella prima metà del 2026 e per sostenere il lancio dei primi modelli del gruppo Volkswagen già nel 2027”.

I PIANI DI VW E RINVIAN

Un comunicato generico e avaro di dettagli. Negli ultimi giorni però qualcosa è emerso. Sappiamo per esempio che a Wolfsburg stanno lavorando alla ID.1 che integrerà alcuni elementi sviluppati da Rivian. La vettura è prevista per il 2027.

L’ATTESA AUTO ELETTRICA SOTTO I 20MILA EURO

Si tratta di una auto su cui i tedeschi puntano parecchio dato che dovrebbe essere la famosa city car economica sui 20mila euro che gli europei cercano di riprodurre per essere competitivi rispetto ai prezzi di listino offerti dalle case automobilistiche cinesi.

La concept car su cui si baserà il modello di serie è stata presentata il 5 marzo scorso col ome ID.Every1. Si tratta di una vettura compatta, strutturata sulla piattaforma Meb Entry opportunamente modificata rispetto a quella impiegata per i modelli ID.3 e ID.4. Vw aveva ricevuto da Renault l’offerta a collaborare per una city car elettrica “low cost” ma aveva preferito far da sé: e proprio nella nuova Twingo a batteria questa ID.1 avrà la principale avversaria.

TUTTI I PROGETTI “AMERICANI” DI AUDI

Almeno due, invece, i progetti che la jv tra il Gruppo Vw e Rivian porterà avanti a beneficio di Audi, marchio del gruppo che per colpa della sua inchiodata sulla nuova mobilità ha dovuto dire addio all’impianto di Bruxelles che avrebbe dovuto sfornare a ritmo serrato le e-tron.

In questo caso la collaborazione riguarderà lo sviluppo di modelli del tutto nuovi, sviluppati su piattaforme inedite e, stando alle anticipazioni dell’amministratore delegato Gernot Döllner, pensati per segmenti diversi del mercato. A differenza della ID.1 che potrà contare solo su alcuni elementi software, evidentemente perché la startup americana era salita quando ormai il progetto era già in avanzato stadio di sviluppo, le vetture nelle officine della Casa dei Quattro anelli godranno di una architettura software completa, sviluppata proprio in seno alla jv tra Vw e Rivian.

il nuovo software sarà poi esteso gradualmente a tutta la gamma. Secondo diversi analisti potrebbe essere altamente probabile che i primi modelli verranno basati sulla nuova architettura modulare SSP del Gruppo Volkswagen, prevista anch’essa intorno al 2028, in una rinnovata ottica di sinergia tra i marchi nel portafogli del Gruppo alle prese con la forte necessità di ottimizzare i costi.

LO SPAURACCHIO DI CARIAD

Quel che è certo è che Vw con Rivian vuole lasciarsi alle spalle le farraginosità dell’esperienza inconcludente vissuta con Cariad, il proprio team di sviluppo interno che avrebbe dovuto contribuire al debutto della Trinity, l’ammiraglia elettrica Volkswagen finita vittima di ritardi a non finire e quindi miseramente immolata in nome del contenimento delle spese (è saltato persino il progetto per realizzare l’hub hi-tech che avrebbe dovuto sfornarla in quel di Wolfsburg).

Non a caso il Ceo Döllner ha tenuto a ribadire che per loro sarà fondamentale “innanzitutto ridurre la complessità. Nello sviluppo dell’auto – ha sottolineato – avremo processi molto più snelli e rapidi“. Si punterà molto, come fanno già competitor ben instradati sul fronte della tecnologia (americani ma soprattutto cinesi), sugli aggiornamenti over-the-air, che consentiranno agevolmente di introdurre via-via nuove funzionalità e correggere possibili vizi altrettanto rapidamente senza più costringere l’utenza al rientro nelle officine autorizzate.

IL RITORNO A CRUSCOTTI FISICI (E MENO DIGITALI)

Come altre Case europee, anche Audi pare voler abbandonare l’idea dei cruscotti completamente digitali (sulla falsariga delle più recenti mosse di Stellantis) tornando ai comandi fisici (“riportiamo materialità negli interni: il metallo vero, il clic Audi”, ha spiegato Döllner) che, oltre a risultare più intuitivi e a distrarre meno il conducente, sono anche più facili da gestire ed economici per i produttori. Il ritorno ai tasti è stato di fatto ufficializzato dalla recente Concept C e, sul fronte Volkswagen, con la ID. Cross, la prima B-Suv elettrica del marchio tedesco fresca di presentazione (come concept) al Salone di Monaco.

COSA FA RIVIAN

Rivian, dopo un exploit brillante che aveva spinto Ford e Amazon a scommettere sulla startup californiana, ha iniziato a perdere colpi e soprattutto commesse, maturando ritardi sulle consegne che hanno spinto l’Ovale blu a disimpegnarsi e il colosso dell’e-commerce a cercare altri fornitori per il rinnovo green della propria flotta di furgoni.

Inutile dire che questa nuova partnership è fondamentale per una realtà che dovrà fare i conti con un mercato sempre meno attento alla transizione ecologica. Per sua fortuna, però, resta alta l’attenzione per quella tecnologica: le auto hi-tech vanno forte soprattutto in Cina, mercato ormai numero uno al mondo che i marchi occidentali vogliono provare a colonizzare, anche se la presa dei marchi autoctoni è fortissima. Chissà allora che Rivian e altre startup affini non si reinventino come fornitori di software, lasciando perdere i rischi legati alla produzione di auto elettriche.

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