Forse anche per lasciarsi una volta per tutte alle spalle la storiaccia del dieselgate, Volkswagen negli ultimi anni si è sicuramente rivelata la Casa europea più entusiasta della transizione ecologica che avrebbe dovuto imporre l’auto elettrica quale nuovo standard della mobilità, almeno qui nel Vecchio continente. Tuttavia, il repentino cambio di Ceo prima e il forte calo della domanda poi stanno costringendo Wolfsburg a rivedere i suoi piani. Ancora una volta.
CONTINUAVANO A CHIAMARLO TRINITY
A farne le spese, secondo il quotidiano economico Handelsblatt, il progetto – annunciato nel ’21 – dall’accattivante nome in codice Trinity. Chi segue da vicino le vicende di Volkswagen nel campo dell’auto elettrica raccontate a più riprese da Start Magazine saprà bene che il debutto di questa ammiraglia misteriosa inizialmente era previsto nel 2026, salvo poi essere continuamente posticipato: prima al 2028, poi al 2030 e ora, stando alle ultime indiscrezioni, si parla del 2032.
Non solo, con l’avvicendamento al posto di guida da Herbert Diess – convinto sostenitore di Trinity – a Oliver Blume, che sull’auto elettrica è sempre stato decisamente più freddino e misurato, Volkswagen avrebbe rivisto interamente il progetto, cestinando tutti gli schizzi e le bozze e trasformando l’auto da ammiraglia a Suv.
CHE COS’È IL TRINITY PROJECT
Sul piatto Volkswagen aveva annunciato di voler mettere non meno di 2 miliardi di euro. Tanti, difatti, ne sarebbero serviti per edificare una gigafactory per auto elettriche nelle vicinanze nella storica fabbrica di Wolfsburg, con data di inizio lavori nel 2023.
Nel nuovo stabilimento avrebbe preso corpo il progetto Trinity per la produzione di una gamma di auto a batteria su una piattaforma inedita. La berlina elettrica, poi diventata Sport utility vehicle dovrebbe essere animata dalla avveniristica SSP (Scalable Systems Platform, piattaforma “meccatronica” che fonde a livelli inediti componente meccanica e software), che, è chiaro, nei progetti di Volkswagen avrebbe dovuto competere direttamente con Tesla.
IL CAMBIAMENTO DI PASSO DI BLUME
Questo, come si anticipava, accadeva sotto la passata dirigenza, la quale aveva imposto una corsa all’elettrificazione che, è noto, ha portato Herbert Diess alla defenestrazione. Con Oliver Blume alla guida, la Casa di Wolfsburg sembra voler procedere con maggior pragmatismo, essendo perfino arrivata a sospendere l’intero progetto anche a causa dei ritardi nello sviluppo dell’architettura informatica.
Alla base dello slittamento – o della cancellazione, sostengono alcuni analisti – di Trinity ci sarebbero infatti non solo il crollo della domanda, che in Germania in particolare si è acuita dal settembre 2023, ma anche i ben noti problemi in ambito software del team interno Cariad, i medesimi che inseguono il marchio da un po’ e che VW sta provando a risolvere affidandosi a realtà esterne cinesi.
Non bisogna poi dimenticare che Blume ha congelato per intero la realizzazione del nuovo sito hi-tech di Wolfsburg, spostando dunque la futuribile produzione della Trinity nell’impianto già esistente di Zwickau. Secondo il quotidiano economico Handelsblatt l’auto elettrica Trinity non sarebbe nemmeno il solo progetto rinviato a data da destinarsi da Volkswagen, che in quest’ultimo periodo è impegnata a licenziare gran parte del proprio personale della fabbrica di Bruxelles che sviluppava l’etron di Audi, ovvero auto elettriche.