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Leonardo-Finmeccanica e Piaggio Aero, va bene il Male?

Cinque anni: è il tempo nel quale l’Italia potrebbe sviluppare un nuovo drone ad uso militare, in un progetto che coinvolge Piaggio Aero e Leonardo-Finmeccanica, il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e capitanato dall’amministratore delegato, Alessandro Profumo. Si parla di un programma di armamento che prevede la realizzazione di venti velivoli privi di pilota…

Cinque anni: è il tempo nel quale l’Italia potrebbe sviluppare un nuovo drone ad uso militare, in un progetto che coinvolge Piaggio Aero e Leonardo-Finmeccanica, il gruppo presieduto da Gianni De Gennaro e capitanato dall’amministratore delegato, Alessandro Profumo.

Si parla di un programma di armamento che prevede la realizzazione di venti velivoli privi di pilota e che vale un bel gruzzolo: 766 milioni di euro. Dare il via libera è compito del Parlamento, ma prima di farlo Camera e Senato vogliono sentire cosa hanno da dire Piaggio Aero e Leonardo-Finmeccanica. Ovvero le due aziende partner nella produzione del drone P.2HH.

Questa commessa può rappresentare moltissimo per Leonardo ma soprattutto per Piaggio Aero, che è controllata dalla società di investimenti degli Emirati Arabi, Mubadala, e non versa in ottime acque.

La speranza è che l’esperienza di P.2HH vada meglio di quella del suo predecessore, il P.1HH. Parliamo sempre di un drone, la cui produzione ha avuto molti problemi, compreso un incidente di cui non sono ancora note le cause, conclusosi con il velivolo precipitato nelle acque siciliane un anno e mezzo fa.

Il P.1HH è derivato dall’aereo da trasporto P180, e gli esperti sostengono che questo sia parte dei suo problemi: come ha scritto recentemente il Sole 24 ore il P180 infatti è concepito come aereo con pilota ed evidentemente non si è prestato molto alla conversione, almeno finora. Piaggio punta a consegnarne sei agli Emirati entro quest’anno (degli otto che sono stati ordinati), comunque con un paio di anni di ritardo rispetto ai programmi.

LE SOFFERENZE DI PIAGGIO AERO

Piaggio, che è in netta sofferenza finanziaria con 245 milioni di perdite nel 2015 (l’ultimo bilancio disponibile) con i 766 milioni provenienti dalle casse statali (più altrettanti dagli Emirati) della commessa del P.2HH. potrebbe migliorare lo stato dei suoi conti.

C’è chi dice addirittura salvarsi, anche se l’ad Renato Vaghi ha puntualizzato che più che di un salvataggio si tratterebbe «di un programma importante che dà prospettiva all’azienda».

MALE RPAS O P.2HH?

La palla ora passa al Parlamento, anche se i P.2HH non è l’unico progetto che coinvolge l’industria italiana. C’è anche il Male Rpas 2025, il drone europeo prodotto da una cordata franco-tedesco-italo-spagnola in cui Leonardo gioca un ruolo fondamentale. Certo, il Rpas è più indietro nello sviluppo, anche se il progetto sembra lanciatissimo.

Per fugare le voci che il progetto europeo potesse scalzare il drone made in Piaggio, il Capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Enzo Vecciarelli ai primi di maggio ha dichiarato che la prevalenza del Rpas su P2HH non avrebbe ragion d’essere,.«Semmai è il contrario», ha aggiunto.

In ogni caso non è detto che nei cieli italiani ci sia spazio per entrambi i velivoli. E soprattutto è da capire se nelle casse ci siano soldi per svilupparli entrambi.

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