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Chip

Google, Apple, Facebook e Amazon produrranno in proprio i microchip

L'articolo di Ettore Bianchi

I colossi del web, i cosiddetti Gafa (Google, Apple, Facebook, Amazon) hanno deciso di produrre in proprio i microchip, i circuiti elettronici integrati, per motivi economici, di sicurezza informatica e anche politici.

La Cina, sullo sfondo della guerra commerciale con gli Usa di Donald Trump, ha annunciato che entro il 2025 il 40% degli smartphone venduti nel paese sarà equipaggiato con chip prodotti localmente.

Nel 2018 il mercato dei semiconduttori valeva 450 miliardi di dollari (397,5 mld di euro) ed è dominato da alcuni grandi società e da una manciata di aziende ultraspecializzate in uno o più componenti.

A ottobre, Apple ha annunciato l’acquisizione parziale di Dialog, società tedesca specializzata in chip per smartphone e altri dispositivi elettronici, per 600 milioni di dollari (530 mln di euro). Microsoft ha dotato HoloLens 2, la nuova versione del suo casco per la realtà aumentata, di un chip dedicato all’intelligenza artificiale interamente ideato dai propri ingegneri.

Huawei ha una propria divisione chip che equipaggia i propri smartphone e i server per i servizi cloud. Tesla ha creato un circuito integrato progettato specificamente per la guida autonoma. Amazon, Google, Facebook e Microsoft stanno lavorando tutti sui chip dedicati all’intelligenza artificiale per i propri server.

Questi chip vengono solitamente prodotti in piccole quantità e per uso esclusivo dei prodotti dell’azienda (server, oggetti connessi, smartphone). Ma, in alcuni casi, le aziende vendono i propri circuiti integrati ad altri, come HiSilicon, la divisione di Huawei, che nel 2018 ha fatturato 8 miliardi di dollari (7 mld di euro). La divisione dedicata ai semiconduttori di Samsung ha superato i 69 miliardi di dollari (60,9 mld di euro) di fatturato nel 2017, secondo quanto ha riportato Le Figaro.

Produrre circuiti integrati è costoso. Amazon ha investito circa 350 milioni di dollari (309 mln di euro) per Annapurna Labs, la società isreaeliana specializzata nei microprocessori, acquisita nel 2015.

I giganti del web hanno buone ragioni per desiderare l’indipendenza, le stesse che li hanno spinti a investire nel cloud per ospitare i propri dati e servizi. Avere chip personalizzati rende necessario produrli in proprio per gestirli meglio, soprattutto per le aziende che investono nell’intelligenza artificiale e nel 5G. C’è anche la volontà di prendere le distanze da partner difficili come ha dimostrato il conflitto giudiziario tra Apple e Qualcomm durato anni.

 

Articolo pubblicato su ItaliaOggi

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