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Come e perché sulla fattura elettronica guerreggiano commercialisti e aziende di software

L'articolo di Michele Damiani

Scontro tra commercialisti e Assosoftware sulla fattura elettronica. Il software low cost messo a disposizione dei commercialisti dal Consiglio nazionale fa infuriare l’associazione dei produttori, che presenta un ricorso all’Antitrust per violazione della concorrenza.

ECCO LE TENSIONI FRA COMMERCIALISTI E ASSOSOFTWARE SULLA FATTURA ELETTRONICA

Dopo la chiusura della gara da parte del Consiglio nazionale per il portale di categoria, dedicato alla gestione della E-fattura, nel weekend l’Associazione di rappresentanza delle società di software, nel corso di una trasmissione radiofonica, ha espresso tutte le sue critiche sull’operazione orchestrata dal Cndcec.

IL PORTALE DELLA DISCORDIA

L’aggiudicazione del portale, secondo l’Associazione, non è in linea con le regole di mercato e va ad inserirsi in un contesto concorrenziale senza rispettarne le regole.

LA DIFESA DEL CONSIGLIO DEI COMMERCIALISTI

Dura la risposta del Consiglio che, in una nota diffusa in risposta alle affermazioni espresse in trasmissione, rivendica «l’assoluta trasparenza di un percorso al quale erano state invitate a partecipare tutte le società di software, quindi anche quelle aderenti ad Assosoftware».

LA PROTESTA-PROPOSTA DI ASSOSOFTWARE

Nella giornata di ieri, poi, è arrivata la controrisposta dell’Associazione, secondo la quale «sempre più ordini e casse di previdenza sembrano preoccuparsi di sostituirsi al mercato, invece di guidare imparzialmente la trasformazione digitale che i propri amministratori affrontano».

LE ORIGINI DELLA DIATRIBA

La vicenda parte dallo scorso 8 ottobre, quando il Cndcec ha «deliberato di dotarsi di una piattaforma per l’invio e la ricezione di fatture elettroniche». La gara è stata aggiudicata lo scorso 22 novembre: la piattaforma «Hub B2B», sarà il portale di categoria.

TEMPI E COSTI

Ogni fattura costerà 0,005 euro agli iscritti. Il prezzo della fattura e la natura della gara sono i due elementi principali da cui è partita la critica dell’Associazione.

LE ACCUSE SULLA TRASPARENZA

Durante la trasmissione sopraccitata, infatti, veniva messa in discussione la trasparenza della gara. Le affermazioni hanno scatenato una dura polemica sui social lungo tutto il fine settimana.

LA RISPOSTA DEI COMMERCIALISTI

Secca la risposta del Cndcec: «Rivendichiamo l’assoluta trasparenza di un percorso che, proprio per garantire la trasparenza e il rispetto delle regole, può semmai essere criticato per i lunghi tempi di approntamento. Troviamo inaccettabile e scomposta la reazione di Assosoftware, le cui società da decenni fanno significativi fatturati con gli studi di commercialisti».

LA PAROLA AD ASSOSOFTWARE

Secondo il direttore generale dell’Associazione Roberto Bellini, sentito da ItaliaOggi, «il tema non è la regolarità della gara. Piuttosto che un ente pubblico come il Consiglio nazionale non dovrebbe fare una gara in un mercato guidato da logiche concorrenziali. È chiaro che un’offerta rivolta a tutti gli iscritti è per definizione privilegiata. Inoltre, l’offerta non vale solo per gli iscritti, ma anche per le società che si rivolgono ad un commercialista per la gestione delle fatture elettroniche, quindi il campo di azione si allarga».

L’INIZIATIVA DEI CONSULENTI DEL LAVORO

Nella nota diffusa ieri dall’Associazione viene fatto un riferimento ad un’altra iniziativa, questa volta dell’Enpacl (l’ente di previdenza dei consulenti del lavoro) per la fornitura di un’applicazione di gestione paghe, «attraverso una fondazione interamente controllata e finanziata dall’Ente. È chiaro», continua la nota Assosoftware, «che in tale modalità i costi finali saranno bassi, ma lo saranno in quanto vengono impropriamente utilizzati fondi pubblici».

«Gli interventi messi in campo sono indirizzati a garantire la funzionalità del sistema», afferma il presidente Enpacl Alessandro Visparelli. «Noi crediamo nel libero mercato e non vogliamo offrire servizi assistenziali. D’altra parte, però, dobbiamo tutelare gli interessi degli iscritti, soprattutto i più giovani. Noi come Ente abbiamo la possibilità di effettuare investimenti in economia reale; investimenti che possono anche andare verso delle software house» conclude il presidente.

 

Articolo pubblicato su ItaliaOggi

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