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Mps, ecco i dossier del Tesoro fra bond, Banco Posta, Ubi e Carige

Che cosa succede al Monte dei Paschi di Siena? O meglio: che cosa succederà a Mps se lo spread resta ai livelli attuali? E’ quello che si stanno chiedendo da giorni con una certa ansia azionisti, investitori, analisti di Borsa e anche le istituzioni visto che il Monte è controllato dal ministero dell’Economia e delle…

Che cosa succede al Monte dei Paschi di Siena? O meglio: che cosa succederà a Mps se lo spread resta ai livelli attuali?

E’ quello che si stanno chiedendo da giorni con una certa ansia azionisti, investitori, analisti di Borsa e anche le istituzioni visto che il Monte è controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, dunque dallo Stato.

Con una capitalizzazione scesa a 2,15 miliardi di euro il ministero – socio di Mps al 68,25% dopo l’investimento da 5,4 miliardi – vede il valore della sua quota portarsi a 1,46 miliardi, con una perdita implicita di oltre 3,9 miliardi.

Mentre si delineano scenari su possibili interventi di capitale e su potenziali aggregazioni e acquisizioni, i vertici del Monte dei Paschi di Siena si starebbero affacciando al mercato dei capitali.

Ecco le ultime informazioni e le ultime indiscrezioni.

CHE COSA MEDITA MPS

La banca senese guidata da Marco Morelli starebbe sondando il mercato per l’emissione di bond subordinato Tier 2 da circa 200 milioni di euro.

CHE COSA HA SCRITTO IL FINANCIAL TIMES SUL BOND MPS

Nei giorni scorsi il Financial Times riportava di un incontro organizzato da Jp Morgan a Londra tra manager dell’istituto e rappresentanti di hedge fund e di altri investitori istituzionali.

COME SI MUOVERA’ IL MONTE

Il collocamento, che scatterebbe solo su richiesta dei regolatori, avrebbe luogo attraverso un private placement con rendimento a doppia cifra. Basti pensare che il junior bond emesso a gennaio al 5,5%, rende adesso il 17%.

CHE COSA SIGNIFICA IL BOND PER MPS

Per il Monte si tratterebbe della prosecuzione di un processo già avviato, anche se oggi il contesto di mercato non è certo dei migliori: nell’ambito degli accordi assunti con la Commissione Europea nell’ambito del piano di ristrutturazione la banca si è infatti impegnata a emettere un importo prestabilito di bond.

LO SCENARIO SUL BOND

Dopo il Tier 2 da 750 milioni collocato nel gennaio, resta da capire se il management sceglierà davvero di sobbarcarsi un rendimento particolarmente oneroso avviando il collocamento in queste settimane o preferirà aspettare condizioni di mercato più favorevoli, ha scritto Mf/Milano Finanza.

COME SI MUOVE IL TESORO SU MPS

Nel frattempo il Tesoro avrebbe deciso di prendere in mano il dossier della banca senese per pilotarne il processo di aggregazione. Negli scorsi giorni l’Ansa ha confermato la volontà di Via XX Settembre di mettersi in tempi rapidi alla ricerca di un advisor. Entro la metà del 2019 l’azionista pubblico dovrà presentare a Bruxelles un piano per l’uscita dal capitale della banca.

DOSSIER TITOLI DI STATO

I 364 miliardi di titoli di Stato in pancia agli istituti di credito rischiano di trasformarsi in una ‘bomba ad orologeria’, pronta ad esplodere se la forchetta fra btp e bund dovesse superare la soglia di guardia, obbligando le banche – soprattutto quelle più in difficoltà come appunto Mps – ad interventi risolutivi sul capitale. A giugno Siena aveva nel capitale 21,5 miliardi di titoli governativi e Carige 1,3 miliardi.

IL REPORT DI CREDIT SUISSE

Per Credit Suisse uno spread a 338 punti sarebbe tollerabile per le prime cinque banche italiane (Unicredit, Intesa, Ubi, Banco Bpm e Bper) ma non per il Monte, che vedrebbe il suo Cet1 – l’indice di solidità patrimoniale – sotto i minimi richiesti dalla Bce. Rocca Salimbeni, comunque, ritiene che “anche con un incremento dello spread a 315 punti base, il Cet1” dell’istituto “si manterrebbe ben al di sopra dei requisiti minimi srep” (fissati al 9,44%). Un ‘range’ in cui presumibilmente potrebbe rientrare anche Carige.

L’IPOTESI UBI PER MPS

Gli analisti vedono in Ubi il miglior partner per Mps mentre vengono bocciate le ipotesi Carige e Banco Posta. Ma in un’intervista a Milano Finanza di sabato scorso, il capo di Ubi, Victor Massiah, ha detto che “al momento” non è sul tavolo alcun dossier del genere.

SCENARIO BANCOPOSTA

Al momento i progetti in merito sono ancora in fase molto larvale, ma qualche idea ha già iniziato a circolare. Starebbe ad esempio riprendendo quota l’ipotesi di coinvolgere BancoPosta, la struttura di Poste Italiane che si occupa della raccolta del risparmio.

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